Sequestrata e legata per una settimana, torturata, minacciata e violentata: è la tragica storia di una nigeriana 23enne, arrivata in Italia lo scorso settembre dietro promessa di un lavoro e di regolari documenti.
Il suo destino, invece, è stato tutt’altro: è stata costretta in strada, obbligata a prostituirsi a dieci euro per saldare un presunto debito di 20mila, tanto i suoi aguzzini pretendevano in cambio della sua libertà. Quando lei, a fine luglio, si è ribellata, è scattata la ritorsione e solo lo scorso 3 agosto è terminata la sua agonia.
I carabinieri di Parma hanno rintracciato i suoi aguzzini, tutti connazionali: marito e moglie rispettivamente di 35 e 28 anni, entrambi con precedenti per spaccio, e una “collega” 27enne incensurata. Le due donne sono state trovate lo stesso 3 agosto nell’appartamento di via San Leonardo dove la vittima era stata sequestrata mentre l’uomo, che si era allontanato da Parma, è stato catturato ieri notte.
La giovane nigeriana, sbarcata in Sardegna poi accompagnata a Parma dal 35enne, era stata subito costretta alla prostituzione, in strada lungo via Emilia Ovest. Ha resistito per mesi finché non ce l’ha più fatta ed ha provato ad alzare la testa. Tanto è bastato perché iniziasse il sequestro con tanto di stupro e torture, proseguiti per una settimana.
Poi, mercoledì scorso approfittando di un attimo di distrazione delle due donne che le facevano da guardiane, è riuscita a telefonare al fratello ospite di un centro d’accoglienza di Cremona ed è stato lui a far scattare l’allarme.
Grazie a indicazioni precise fornite dalla stessa vittima, i militari di Parma hanno fatto irruzione nell’appartamento di via San Leonardo liberando la vittima e arrestando in flagranza le due donne.
Pochi giorni dopo è stata la volta del 35enne, anche lui portato in carcere (a Parma l’uomo, a Modena le due donne).
Le accuse sono sequestro di persona, violenza sessuale, violenza aggravata, induzione alla prostituzione.