Sono state depositate in Cassazione più di 2 milioni di firme complessive per i 4 referendum contro la “Buona Scuola”.
Il Comitato Provinciale Referendum Scuola, che ieri ha comunicato in conferenza stampa l’esito della campagna referendaria sul nostro territorio, si dice molto soddisfatto della positiva risposta registrata con le oltre 18mila firme raccolte da parte dei cittadini parmensi.
Si tratta di un risultato che, superando ampiamente le aspettative, dimostra il valore e la fondatezza delle ragioni di chi ha sostenuto questa battaglia in difesa della scuola pubblica – in Emilia Romagna dal 9 aprile sono state raccolte complessivemnte 212mila firme, a livello nazionale oltre 2milioni -, evidenziando come per migliaia di cittadini solo una scuola laica, di tutti, aperta e democratica sia in grado di garantire la tenuta del Paese.
Il Comitato provinciale ha poi richiamato i temi della raccolta firme per i quattro referendum abrogativi della cosiddetta Buona Scuola, ovvero: il potere discrezionale del Dirigente Scolastico per l’assunzione del personale docente (chiamata diretta), l’attribuzione unilaterale di quote di salario accessorio, il buono scuola a favore delle scuole private ed infine, l’obbligatorietà di 200/400 ore di alternanza scuola lavoro.
“Nel più assordante silenzio generale, dal 9 aprile scorso in pochi mesi, in tutto il territorio sono stati attivati, con il Comitato, decine di banchetti, sono stati coinvolti migliaia di cittadini, siamo entrati nei luoghi di lavoro e nelle scuole e abbiamo raccolto circa 5mila firme per ogni quesito, oltre 20mila quindi, di cui più di 18mila certificate. È doveroso ringraziare tutti coloro che si sono resi protagonisti, con la loro firma, di questra battaglia di civiltà in difesa dei valori coistituzionali, ma anche i tanti volontari, delegati e delegate, che a vario titolo si sono spesi con convinzione per la riuscita dell’obiettivo”.
“Ma il nostro impegno – ha spiegato il Comitato – non finisce qui e questa è solo la prima tappa di un lungo cammino di contrasto agli aspetti più deleteri della Legge 107/2015. L’obiettivo è rimettere al centro delle priorità del Paese la scuola pubblica come luogo di uguaglianza per tutti i cittadini, nella convinzione che proprio nella scuola si incardina un futuro migliore per lo sviluppo democratico ed economico della società. Restiamo in fiduciosa attesa della convalida della Cassazione, confidando sull’ammissibilità dei quesiti”.