Non le dimissioni del sindaco, perché “non siamo giustizialisti”, ma chiarezza. Questo chiede la minoranza riunita al Sindaco Federico Pizzarotti dopo la bufera che lo ha colpito.
“C’è ancora una maggioranza?” – è la domanda che serpeggia. Per questo Guarnieri (Altra Politica), Dall’Olio (PD), Manno (Comunisti Italiani), Pezzuto (per Parma Unita al posto di Ghiretti) e Pellacini chiedono che il consiglio comunale si riunisca con urgenza.
“Vogliamo capire se c’è ancora una maggioranza, e sotto quale simbolo, dal momento che Grillo ha revocato a Pizzarotti quello dei 5 Stelle” – spiegano.
E poi lamentano “di non aver mai ricevuto risposte e atti sul festival Verdi, nonostante le numerose richieste” – spiega Pezzuto, mentre Guarnieri e Dall’Olio lamentano come “anziché il cambiamento si rivivano i soliti scandali” e Pellacini evidenzia come la città “abbia saputo solo due mesi dopo dell’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco, che dovrebbe scusarsi coi cittadini”.
Ma, alla domanda se esista ancora una maggioranza, risponde il Presidente del Consiglio Comunale Marco Vagnozzi: “Nessun problema, è stato sospeso il sindaco, e solo lui. Che non fa parte del gruppo consiliare di maggioranza”. Mentre il capogruppo a 5Stelle Marco Bosi fa sapere che “noi andiamo avanti insieme a Pizzarotti, nel quale riponiamo la massima fiducia”.
Dunque, paiono esclusi scossoni in consiglio comunale, con buona pace degli “amici di Beppe Grillo”, scissionisti del Movimento rimasti legati allo storico leader e poco “affezionati” a sindaco di Parma, cui ieri, tramite la portavoce Barbara Miele, hanno riservato questa stilettata: “Gli Amici di Beppe Grillo di Parma e provincia esprimono piena solidarietà al Movimento 5 Stelle riguardo la decisione di sospensione dal medesimo del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, quale conseguenza della sua mancata trasparenza in merito alle richieste di trasmissione degli atti e delle comunicazioni ricevute riguardo le indagini in corso a suo carico.
Desideriamo evidenziare come da parte nostra si siano più volte denunciate da circa due anni analoghe mancanze, sia per l’assenza della trasparenza necessaria sia sulla mancata corrispondenza tra istanze dei cittadini e sindaco nonché sulla non limpida gestione dei rapporti tra Pizzarotti e terzi, aziende e privati.
Siamo fiduciosi nell’operato della Magistratura che potrà dare risposte a tutta la cittadinanza e provincia di Parma e nel Movimento 5 Stelle che ancora una volta mantiene ferme le sue direttive morali e politiche”.
Ma ora, cosa succederà davvero? Non serve la sfera di cristallo per immaginare che Pizzarotti non si dimetterà e si difenderà.
Espulso o meno, il sindaco di Parma è lui, indipendentemente dal simbolo, e sappiamo come governare sia molto meno facile che fare opposizione, fatta di promesse e lamentele. Perché il difficile è mantenerle le parole, non spenderle.
Pian piano il fuoco fatuo delle polemiche si spegnerà, qualcuno penserà che in fondo il Regio sotto la coppia Meo-Minghetti non fa poi così schifo, che Pagliari, primo ad alzare questo polverone, strinse la mano ad Azzolini accusato di ben peggio, che forse forse, reali alternative, il panorama di Parma, bigio come il cielo padano, non ne offre.
Chi lancia il monito non è (ed è risaputo) un’amica di capitan Pizza o delle 5 stelline, ma non serve esserlo per capire che se le opposizioni non riusciranno a partorire alternative credibili e reali, da questa storia rischia di uscire un Pizzarotti ancora più forte di prima, pronto a candidarsi, sotto la bandiera del civismo tanto amata in città, a guidare di nuovo Parma. (Francesca Devincenzi)