Sono diventate 44.675 le imprese straniere, con un aumento 1.203 unità in un anno (+2,8 per cento). La crescita si concentra nei servizi (+1.246 imprese, +5,8 per cento), in particolare nel commercio (+534) e nell’alloggio e ristorazione (+311), ma riescono a aumentare lievemente anche nell’industria e contengono la perdita nelle costruzioni.
Una vitalità imprenditoriale che non conosce rallentamenti. Al 31 marzo 2016, le imprese attive straniere raggiungono quota 44.675 (l’11,0 per cento del totale) con un aumento in un anno di 1.203 unità, che significa +2,8 per cento. Gli effetti della passata crisi economica riducono ancora dell’1,0 per cento l’insieme delle altre imprese regionali. In Italia l’aumento è ancora una volta più rapido (+4,4 per cento) e le straniere superano quota 501 mila, il 9,8 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dello 0,3 per cento delle altre imprese, che risulta più contenuta di quella regionale. A fotografare questa situazione è l’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (fonte InfoCamere).
Le imprese straniere diminuiscono solo in Valle d’Aosta. L’incremento è più rapido si ha in Campania (+13,3 per cento), e a distanza, in Calabria (+6,3 per cento). L’Emilia-Romagna è quindicesima per crescita. Nelle regioni con cui si confronta, l’aumento delle imprese straniere è molto più rapido in Lombardia (+5,3 per cento), ma non in Piemonte (+3,0 per cento) e Veneto (+2,9 per cento).
La forma giuridica La tendenza positiva è data innanzitutto dalle ditte individuali (+810 unità, +2,2 per cento), nonostante gli effetti della crisi passata ne limitino l’aumento. Esse costituiscono l’83,7 per cento delle imprese straniere e comprendono molte imprese marginali. Quindi un altro supporto è giunto dalla crescita molto più rapida delle società di capitale (+400 unità, +13,0 per cento), sostenuta dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito però alla leggera riduzione delle società di persone (-0,7 per cento). Aumentano infine le cooperative e i consorzi (+2,4 per cento).
Negli ultimi cinque anni, il rilievo delle società di capitale è aumentato di 2,4 punti percentuali, di quasi il 50 per cento, giungendo al 7,5 per cento del totale. Al contrario il peso delle ditte individuali si è ridotto di 2,2 punti (all’83,3 per cento) e quello delle società di persone di solo 0,3 punti percentuali, al 7,4 per cento. La quota delle cooperative e consorzi è rimasta invariata, all’1,5 per cento.
Settori di attività economica La tendenza positiva origina sostanzialmente dalla crescita dei servizi (+1.246 imprese, +5,8 per cento), determinata soprattutto dall’aumento delle imprese del commercio (+476 unità, +4,4 per cento) e della ristorazione (+293 unità, +8,2 per cento). Aumentano sempre anche le imprese dei servizi per la persona (+145 unità, 12,4 per cento). Le imprese straniere contengono la tendenza negativa nelle costruzioni (-0,7 per cento) e segnano ancora una leggera crescita nell’industria (+0,9 per cento). L’aumento è forte nel settore per loro marginale dell’agricoltura (+5,2 per cento).
Anche per le imprese straniere, negli ultimi cinque anni, si è affermato il ruolo dominante dei servizi. La quota delle imprese attive nel settore è salita di 5,6 punti percentuali e ha raggiunto il 50,6 per cento del totale. Nello stesso periodo, si è ridotto il rilievo di tutti gli altri settori. La quota delle imprese attive in agricoltura, silvicoltura e pesca è solo leggermente diminuita (-0,1 punti percentuali), ma è marginale (1,5 per cento). Mentre il peso dell’industria in senso stretto è sceso di un punto percentuale al 10,5 per cento e il rilievo delle costruzioni è caduto di oltre un decimo (-4,5 punti percentuali) al 37,4 per cento, anche se il settore resta il secondo più importante per le imprese estere.