Dietro le sbarre per 100 giorni e costretto ai domiciliari per 8 mesi fino a quando i giudici, in primo grado, non lo assolvono perché estraneo ai fatti. Ovvero estraneo alle accuse mosse dalla Procura di Roma nel 2010 per la nota inchiesta di frode fiscale da due miliardi di euro ai danni di Fastweb e Telecom Sparkle. Laureato in Economia, 51 anni, padre di tre bambini, un master ad Harvard ed esperienze professionali anche al Banco di Roma, Benetton e Omnitel, Mario Rossetti, ex direttore amministrativo e finanziario proprio di Fastweb fino al 2005, ha raccontato il suo incubo a Parma grazie ad un evento seguitissimo all’Oratorio Novo della Biblioteca Civica, organizzato lo scorso 7 maggio, nell’ambito della rassegna “Incontro alla Cultura”, dall’associazione Intesa San Martino.
<Certe cose non dovrebbero succedere. Io ho sempre detto che se ci sono dei dubbi è giusto chiarirli, però dopo un anno di custodia cautelare prima della condanna non c’è alcun risarcimento economico che tenga> spiega Rossetti, autore del libro “Io non avevo l’avvocato” (Ed. Mondadori) e in attesa, il 25 maggio, della decisione dei giudici in appello. I pm, infatti, hanno impugnato la sentenza di primo grado e <ancora oggi mi devo preoccupare di cosa potrà succedere>.
L’incubo di Rossetti è iniziato il 23 febbraio 2010. Le Fiamme Gialle fanno irruzione in casa e portano via tutto. Lui finisce in manette, la moglie e i tre figli restano senza un euro. <Amici e gente per bene ci ha aiutati> racconta Rossetti, che a proposito del titolo scelto aggiunge: <Se sei una persona tranquilla, che non ha problemi con la legge, non pensi minimamente di aver bisogno di un avvocato per difenderti>. Dopo la detenzione prima a San Vittore e poi a Rebibbia, Rossetti continua ancore a fare i conti col processo mediatico intorno al suo caso e alle tracce indelebili sul web che infangano il suo nome. <È un peso spiegare il tutto a chi non mi conosce -prosegue-. I giornali hanno una grande responsabilità ma le buone notizie non trovano sempre lo stesso spazio di quelle brutte. Il libro mi ha aiutato molto -conclude- e da un anno mi sta consentendo anche di conoscere altre persone che hanno avuto problemi simili con la giustizia>.
<Nessuno ti può restituire la sofferenza che si prova in certe situazioni: dopo il carcere, ai domiciliari ci è finita in pratica anche tutta la mia famiglia. La nostra vita è cambiata> prosegue Rossetti, naturale portavoce di numerose vittime di malagiustizia in Italia. Vittime di un sistema cautelare e di carcerazione preventiva che troppo spesso mostra delle lacune che andrebbero assolutamente colmate.
All’incontro, patrocinato da Comune di Parma, Cappella universitaria, Mondadori, Biblioteca Civica, Aiga Parma e Vita e accreditato dall’Ordine degli Avvocati, hanno preso parte anche l’avvocato Domenico Patete, direttore del carcere di Reggio Emilia dal 1991 al 2003 e autore del “Manuale di Diritto Penitenziario”, l’avvocato Cosimo Zaccaria, penalista del Foro di Modena, e il dott. Andrea Coppola, responsabile organizzativo e socio Intesa San Martino. All’avvocato Giuseppe Rosafio, responsabile area legale e socio Intesa San Martino, il compito di moderatore.