E’ Gianni Infantino il nuovo presidente della FIFA. L’ex segretario generale dell’Uefa ha ottenuto 115 voti, 11 in più della maggioranza assoluta del congresso al secondo ballottaggio mentre il rivale Salman Al Kalifa, si è fermato a 88. Solo quattro preferenze per il principe Alì di Giordania, zero per Jerome Champagne mentre il quinto candidato Tokyo Sexwale, si era ritirato prima della prima votazione.
Gianni Infantino adesso avrà il compito risollevare le sorti di una Federazione che negli ultimi tempi è stata colpita da numerosi scandali.
Ecco chi è Gianni Infantino
Nato in Svizzera, Infantino ha la doppia cittadinanza svizzera e italiana. Dopo essersi laureato in legge ed essere diventato avvocato, si è occupato di diritto sportivo, nel 2000 inizia a lavorare per la UEFA e dal 2009 è diventato segretario generale della UEFA. 45 anni, volto dei sorteggi della Champions League, idolo degli “Infantiners” ma scudiero di Platini e vera e propria eminenza grigia del calcio europeo (è uno dei teorici del fair-play finanziario), nonostante l’immagine ed il tono da uomo della porta accanto. Quello che di fatto era un candidato di riserva (senza la squalifica di Le Roi Michel il suo posto sarebbe stato a capo della Uefa), sostenuto da tutta l’Europa – Italia compresa – ha vinto col suo modo di fare affabile, le battute, i sorrisi.
E le promesse: una gestione più democratica, l’allargamento a 40 squadre dei Mondiali, decisiva per accattivarsi le simpatie di Africa e Asia, confederazioni che avrebbero dovuto votare per Al Khalifa e alla fine si sono disgregate.
Eletto al termine di una giornata tesa e lunghissima, ha promesso il controllo di tutti i flussi finanziari, e la pubblicazione di redditi e stipendi dei dirigenti. Quasi certo, a questo punto, l’allargamento dei Mondiali (anche se proprio l’Europa che l’ha sostenuto si è detta contraria).
Da decidere anche il destino del suo ex “capo” Platini, che spera nella grazia per restare presidente dell’Uefa. Raccoglie in eredità un’organizzazione ancora ricca e potente, ma in evidente crisi di immagine e governance. “Il calcio ha attraversato brutti momenti. Ma appartengono al passato: ci riguadagneremo il rispetto perduto”, ha detto al momento della proclamazione. Il mondo del pallone se lo augura, anche se non tutti ci credono.
Ancor prima di essere eletto, Infantino è subito diventato oggetto degli attacchi di Maradona, proprio come il suo predecessore: “È un traditore, in tutto questo tempo ha continuato a lavorare come se nulla fosse e per poco non è finito dietro le sbarre anche lui”, ha detto Maradona, storico antagonista della Fifa che fu di Blatter. Almeno da questo punto di vista, non è cambiato nulla.