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Continua l’opposizione dei “no progresso” mascherati da ambientalisti alla Ti-Bre. I sindaci “no” ricevuti al Ministero

Ormai è una battaglia tra progresso e rifiuto, salvaguardia (fine a se stessa, poiché dati certi sui rischi ambientali non se ne hanno) dell’ambiente e possibilità di dare una svolta allo stallo economico.

E’ una battaglia che ne ha più del politico che del logico, ma procede. E i sindaci “no Tibre” hanno spiegato le loro ragioni al ministero delle infrastrutture.

Lo comunica il WWF in una nota. Eccola:

“Evitare che venga avviata la costruzione della bretella autostradale Tirreno-Brennero e concentrare le risorse disponibili sul completamento della ferrovia: è la proposta presentata questa mattina al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da un gruppo di sindaci, insieme a comitati ed associazioni ambientaliste. All’incontro con il capo della segreteria tecnica, Maurizio Battini ed il capo della vigilanza sulle concessionarie autostradali, Mauro Coletta, hanno partecipato sindaci, consiglieri e consulenti dei Comuni di Parma, Sissa-Trecasali e Torre de’ Picenardi, in rappresentanza anche di altri sei Comuni (Mezzani, Colorno, San Secondo Parmense, Vescovato, Sabbioneta, Martignana di Po).
L’infrastruttura contestata avrebbe una lunghezza complessiva di 85 chilometri e collegherebbe l’Autostrada Parma-La Spezia A15 all’Autostrada del Brennero A22, ma al momento stanno per partire i lavori di realizzazione dei soli primi dieci chilometri, mentre gli altri 75 resterebbero non finanziati, così come il completamento del Ti-Bre ferroviario da La Spezia a Verona, solo in parte realizzato. Il primo lotto dell’autostrada avrebbe un forte impatto ambientale e sarebbe destinato a restare inutilizzato; per questo si chiede di dirottare i 513 milioni sulla ferrovia, in coerenza con quanto dichiarato in varie occasioni dal Ministro Delrio, riguardo alla necessità di far fronte alla crisi ambientale e all’emergenza smog con interventi strutturali: la “cura del ferro”.

L’incontro ha riguardato molto concretamente la proposta operativa per abbandonare definitivamente la costruzione del primo lotto e quindi del progetto autostradale complessivo, a beneficio della ferrovia. Una road-map che prevederebbe i seguenti passaggi: sospensione di qualsiasi attività riguardante il primo lotto, avvio di una trattativa con la Commissione Europea per sostituire il progetto autostradale con quello del Ti-Bre ferroviario, emanazione di un’apposita legge per autorizzare Autocisa spa a finanziare la ferrovia con i maggiori introiti dei pedaggi autorizzati e stipula di un accordo transattivo con la ditta Pizzarotti spa per convertire i lavori dell’autostrada con lavori da individuare all’interno del progetto ferroviario del Ti-Bre, ad esempio il raddoppio della tratta Parma-Vicofertile.

In attesa delle valutazioni che il Ministero si è impegnato ad effettuare sulla proposta definita “suggestiva”, si dice parzialmente soddisfatta la delegazione, formata anche da vari esponenti delle associazioni ambientaliste, fra cui Stefano Lenzi, Responsabile rapporti istituzionali del WWF Italia, Edoardo Zanchini, Vice Presidente nazionale di Legambiente, Danilo Selvaggi, Direttore generale della Lipu-BirdLife Italia e due parlamentari della Commissione Trasporti della Camera: gli onorevoli Franco Bordo e Diego De Lorenzis. Per il comune di Parma ha partecipato, in rappresentanza del Sindaco Pizzarotti, la consigliera Patrizia Ageno.

Sul fronte dell’iter autorizzativo del primo lotto, il Ministero ha dichiarato di essere ancora in attesa dei pareri del Ministero dei Beni Culturali e del Ministero dell’Ambiente, al quale le associazioni ambientaliste hanno fatto presente le violazioni della norme comunitarie che comporterebbe la realizzazione del progetto.

Secondo Cesare Vacchelli, del Coordinamento delle associazioni ambientaliste del casalasco e del parmense “la realizzazione di questo moncone di autostrada serve solo a giustificare la concessione dell’A15 ad Autocisa fino al 2031, ma non risolverà il problema del collegamento tra Tirreno e Brennero, che invece potrebbe trovare una risposta ambientalmente sostenibile, moderna, più rapida e molto meno costosa nel completamento della ferrovia”.

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