Si muovono gli ingranaggi della Procura di Parma, senza sosta. E pare si stia muovendo nella direzione di farla pagare a chi ha causato il profondo rosso nel quale è sprofondato Parma Fc.
Dopo la sentenza di fallimento emessa il 19 marzo del 2015 (leggi), ed alla maxi relazione redatta dai curatori Anedda e Guiotto e consegnata al Tribunale di Parma (leggi), il debito risultava pari, euro più euro meno, a 218 milioni di euro.
Ora la Procura avrebbe richiesto un maxisequestro conservativo in capo agli ex amministratori del club Parma Fc. Si parla di poco meno di 400 milioni di euro, misura ritenuta idonea a garantire i vari “rientri” nei confronti dei creditori.
Secondo indiscrezioni, circa 80 milioni di euro penderebbero sulla testa dell’ex presidente di Parma Fc Tommaso Ghirardi, poco meno su quella di Pietro Leonardi.
Il restante andrebbe diviso tra sindaci, revisori dei conti, chi approvò il bilancio senza far menzione della sua illusorietà.
Facile immaginare i nomi siano tra quelli già contenuti nella relazione di settembre: http://www.ilcaffequotidiano.com/2015/09/22/crac-parma-fc-la-procura-indaga-su-sindaci-e-societa-di-revisione/ per rileggerla.
Particolarmente discussa l’operazione di “maquillage contabile”: la vendita del marchio Parma Fc effettuata nel 2013 e vota a mascherare il buco.
In tutto si parla di oltre dieci persone: per loro decideranno i giudici del Tribunale civile di Bologna. Rideranno un po meno questi due?