Referendum asili, si, no, forse. Se ne parla ancora, dopo tutto (leggi), nonostante tutto (leggi).
Il Comitato AttivarSi per l’Infanzia, in data 8 gennaio 2016, in risposta alla comunicazione inviata dal Comune il 30 dicembre 2015, nella quale si fa riferimento alla messa a disposizione dei moduli per la raccolta firme, ha inviato all’Amministrazione una mail.
Eccola:
“Ad oggi non è pervenuta al Comitato risposta alcuna, così come non è pervenuta una risposta alle richieste di chiarimenti, sulla materia del referendum, sollevate dal Comitato stesso, nella conferenza stampa del 19 dicembre 2015.
“Sottolineiamo innanzitutto che la Presidente del Comitato Attivarsi per l’Infanzia, come riscontrabile negli atti da oltre otto mesi a Vostre mani, è la dott. ssa Marilena Caramazza e non, come erroneamente da Voi indicato, la dott. ssa Miriam Fusco.
Ciò precisato, rileviamo che nelle scorse settimane l’assessore Ferretti, successivamente alla dichiarazione di ammissibilità del referendum da noi proposto, ha affermato che lo stesso ‘Non è abrogativo e vincolante, è consultivo. E’ impensabile abrogare la gara di Parmainfanzia’.
Alla luce di tale dichiarazione questo Comitato ha richiesto, in occasione di una conferenza stampa svoltasi nella sala stampa del Comune di Parma lo scorso 19 dicembre, all’Amministrazione ‘l’emanazione di un provvedimento giuridicamente vincolante da parte del Consiglio, prima dell’inizio della raccolta firme’ che disponesse la reinternalizzazione di quei servizi che erano a gestione diretta da parte del Comune anteriormente alla aggiudicazione del bando Parmainfanzia in caso di vittoria del ‘SI’. Senza l’approvazione di un simile provvedimento lo svolgimento del referendum costituirebbe infatti un inutile spreco di tempo e di risorse economiche per i cittadini di Parma, essendo palese l’insensatezza rebus sic stantibus della celebrazione di un referendum consultivo a fronte di una decisione già presa dalla Amministrazione e, per di più, in presenza della esplicita dichiarazione sopra richiamata da parte dell’assessore al Bilancio.
Ad oggi né il sindaco né gli assessori competenti hanno ritenuto di fornire risposta né, a quanto ci consta, è stata calendarizzata alcuna delibera al riguardo. Da ultimo si evidenzia come in considerazione della circostanza che codesta Amministrazione in forza dell’art. 5 del ‘Regolamento per lo svolgimento dei Referendum consultivi’ e dell’art. 2 della legge n. 241/90 avrebbe dovuto rispondere circa l’ammissibilità della proposta referendaria da noi presentata nel termine di 30 giorni dal deposito della istanza avvenuta in data 4 maggio 2015, mentre la decisione è stata assunta solo dopo ben 212 giorni (vale a dire con un ritardo di 182 giorni rispetto alla suddetta scadenza), il termine per la raccolta delle firme, qualora le stesse fossero raccolte in caso di verificazione della condizione sopra richiamata, non potrà essere in ogni caso inferiore a giorni 272 (90 + 182)”.