Giovedì mattina Fiamme Gialle nuovamente in visita all’Università di Parma, questa volta in Piazzale delle Orsoline: secondo indiscrezioni sarebbero stati esaminati e prelevati documenti, fotocopie, incartamenti.
Il tutto la visita è durata un paio d’ore.
Secondo indiscrezioni anticipate dal settimanale l’Espresso, l’ennesimo pasticcio in salsa parmigiana che ha attivato gli ingranaggi della caserma di Via Torelli un esposto trasmesso ai Nas dei carabinieri e poi girato alla Guardia di finanza.
Esposto che contesta al rettore dell’ateneo Loris Borghi la nomina della convivente Tiziana Meschi alla guida di due strutture create tra il febbraio e l’aprile del 2014: l’unità operativa complessa di medicina interna e lungodegenza critica e il dipartimento geriatrico-riabilitativo dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma.
Ma sulla Meschi e l’Università ha messo gli occhi anche la Procura di Parma: le indagini, per un presunto abuso d’ufficio per il concorso che ha consentito alla donna, entrata in università come ricercatrice nel novembre 2000, di passare da ricercatore a professore associato di medicina interna.
La procedura è stata bandita dal rettore Borghi nel giugno del 2014, dopo che Meschi aveva ricevuto gli incarichi per l’unità operativa complessa e per il dipartimento assistenziale integrato.
Oltre alla Procura della repubblica, una relazione sulla vicenda è stata girata all’Anac, l’autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.
LE REAZIONI – Nonostante il materiale raccolto dagli investigatori, i due interessati smentiscono la convivenza, Meschi parla di “conoscenza trentennale” e Borghi la butta sulla politica: “Mi accusano di essere vicino a Pizzarotti e ai 5Stelle, ma io voglio solo rendere un servizio alla città e all’università”.