Lo avevano già chiuso due volte: la prima, per somministrazione impropria di bevande alcoliche, dopo che i Nas e Nil vi avevano trovato dentro di tutto.
Poi aveva riaperto, tra la disperazione dei residenti, esasperati da scazzottate, grida, incuria, sporcizia e bande di nigeriani scorrazzanti dentro e fuori dal locale.
Ma dopo l’ennesima segnalazione, ai primi di dicembre, i carabinieri lo avevano fatto richiudere, con la complicità dei vigili del fuoco: lacune all’impianto antincendio, questa volta. Un modo come un altro per ottenere una tregua armata.
Non era autorizzato a fare altre serate, il “Home is home” in Via de Pretis, interna simil industriale di Via Emilia Ovest, ma i gestori hanno pensato bene di guastare il Natale dei residenti, riaprendo. Alcune serate di festa, finite come sempre in risse, grida, bottiglie che volano. Spintoni, strepiti. Odori. Carne che si ammassa in pista prima, in strada poi. Nigeriani con le proprie abitudini così diverse dalle nostre.
Così la sera di Santo Stefano sono intervenute di nuovo una “Gazzella” e una “Volante”: obiettivo, sedare una rissa tra una cinquantina di habitué: solite immagini di ordinaria follia. Ennesima goccia nel vaso di una sopportazione ormai finita in seno a chi abita di fronte, ma la mattina lavora, la notte vorrebbe dormire.
E questa volta è scattato il sequestro preventivo del locale: in attesa di accertare le responsabilità dei titolari, sono stati posti i sigilli. Almeno chi abita di fronte a quel capannone anonimo, squadrato, illuminato solo tra imbrunire e alba dall’insegna “Welcome to Home is Home”, l’ultima notte del 2015 potrà farla…in pace. O quasi.