In principio fu il rigore sbagliato da Cerci, il cuore a Firenze, la vittoria col Livorno già in tasca. Doveva essere l’inizio di un sogno targato Europa, ma davvero nessuno immaginava che sarebbe diventato un incubo?
Un mese dopo l’inizio delle grane, l’Irpef non pagata, la licenza Uefa non ottenuta, il Torino avanzato, la coppa intesa come possibilità di giocarla, sottratta dalle mani.
Le dimissioni di Ghirardi, il Parma in vendita. Il “no no vengo anzi ritorno” a fine estate. Le rassicurazioni.
Dopo il danno la beffa: deferimenti, penalizzazioni. Stipendi non pagati che profumano di altri guai, il tutto mentre prima la società sbandierava sanezza economica “non abbiamo problemi e il Parma non è in vendita” mettendoci il faccione serio di Leonardi e quello rubicondo di Ghirardi, nel mentre, si diceva sopra, tornato in sella.
Ora invece, c’è fretta di vendere. Fretta di incassare. Bisogno disperato di liquidità per non ritorvarsi col sedere per terra e la serie D da giocare.
Ma una domanda sorge spontanea: davvero nessuno, nemmeno Leonardi e Ghirardi, non sapevano dei non pagamenti delle pendenze e delle conseguenze?
Non ci crede nemmeno il più solido dei tifosi.
Oramai, serve solo verità. Anche sul futuro: cosa ne sarà senza cessione?
Sarebbe gentile una comunicazione al merito, perchè il teatro dell’assurdo non diverte più nessuno.
(errecicu)