Troppi soldi in contanti, e concentrati in un breve periodo, inviati col «money transfer» che dovrebbe agevolare i migranti senza conto in banca quando vogliono mandare i risparmi alle famiglie nei paesi d’origine.
Soldi spediti da Reggio e Parma agli Emirati Arabi – non si sa perchè – nel 2014: dai 41mila euro dell’anno prima, infatti, a Reggio, si è passati a ben 448 mila. Da Parma ne sono partiti 280mila.
Trasferimenti decuplicati da un anno all’altro, eppure a Reggio di immigrati degli Emirati Arabi non se n’è mai visto uno. Il dato, esplosivo, figura nella circostanziata tabella statistica delle rimesse verso l’estero degli immigrati a Reggio, consultabile da ottobre nel sito della Banca d’Italia. Lo ha segnalato, l’altra sera su RaiTre, «Report».
Con una considerazione della conduttrice, Milena Gabanelli: «In questi giorni il Governo ha chiesto di rafforzare la sorveglianza su queste operazioni perchè sono considerate un canale privilegiato per il finanziamento del terrorismo internazionale. Come dire: bisogna sempre arrivare all’emergenza per accendere dei fari».
Il servizio tv dimostra in un «blitz» a Reggio e Parma quanto sia facile superare con uno stratagemma il tetto massimo di mille euro stabilito per legge per il trasferimento di denaro all’estero – in questo caso a Dubai, capitale di uno dei sette Emirati Arabi Uniti – la procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti per violazione delle norme antiriciclaggio.
L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani. Lunedì la polizia giudiziaria ha lavorato tutta la giornata per individuare l’uomo (col volto pixelato nel servizio) che in un negozio di Reggio – alla parete appeso un quadro con l’immagine di una colossale moschea piena di mirareti – «veniva incontro» a Giorgio Mottola, il giornalista in incognito con telecamerina nascosta. Ecco cosa si è visto nel bel servizio di Report, nel corso del quale, peraltro, è stato detto che aggirare la regola dei mille euro è cosa che si fa in tutta Italia, non solo a Reggio.
Mottola entra in un negozio reggiano e si rivolge all’uomo dietro il banco. «Dovrei mandare cinquemila euro a Dubai – dice – Negli Emirati Arabi. Si può fare tramite money transfer?».I
l negoziante: «Non si può cinquemila euro in una volta».
Mottola: «Ah no? Grazie». E fa cenno di andarsene.
Il negoziante: «Cerchiamo cinque persone? Ti do io carta d’identità per cinque persone, però mi dai qualcosa».
Mottola: «Perchè non vorrei risultare neanche io. Vorrei cinque persone diverse anche da me. Riesci a trovarle?»
Negoziante: «Sì, uno te e altri quattro».
Mottola: «Quanto me le fai pagare queste cinque persone?»
Negoziante: «Forse 15, 20 euro».
Mottola: «Venti euro a persona. Quindi sono cento euro in tutto».
Negoziante: «Sì»
Mottola: «Mi verrebbe a costare tanto».
Negoziante: «Sì».
Poi l’inchiesta si è spostata in Oltretorrente, un un Money transfer: con la telecamera nascosta, è stato registrato il gestore che suggeriva il modo per aggirare il tetto dei 999 euro trasferibili a settimana. Si vogliono spedire 5mila euro? Basta portare i documenti di cinque persone diverse e il gioco e fatto. Il gestore chiuderà volentieri gli occhi sull’obbligo della presenza fisica dei cinque che risulteranno aver spedito il denaro.
E Giorgio Mottola di fronte a quel dato di 280 mila euro spediti da Parma agli Emirates, ha chiesto all’assessore al Welfare Laura Rossi: “Quanti cittadini provenienti dagli Emirati Arabi vivono qui a Parma?”. “A noi non risulta da dati statistici nessuno”- risponde l’assessora. Che ammette poi di non essere a conoscenza dei trasferimenti di denaro.
E, secondo osservatori, privati cittadini dei paesi arabi sunniti del Golfo Persico (non i governi), e tra questi Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, finanzierebbero gruppi che combattono contro il regime sciita di Assad. L’Isis è uno di quelli.