Poco dopo aver ottenuto formalmente il patteggiamento, già concordato tra il pm Dal Monte e la sua difesa, nel processo Public Money, Pietro Vignali ha diramato il proprio commento attraverso una nota per la stampa.
L’ex sindaco, che doveva rispondere di dieci capi d’imputazione, otto per peculato e due per corruzione, fa sapere di aver ceduto al comune il proprio appartamento in centro storico oltre ad alcune quote di altri, ereditati dal padre, e dice “sono stato vittima di una gogna mediatica faccio tutto questo per dimostrare che non ho fatto nulla di male”
“La decisione di patteggiare non è dettata da un’ammissione di colpa – scrive l’ex sindaco – ma dall’esigenza per me vitale di voltare pagina, chiudendo un periodo di grande dolore fisico ed emotivo. Avrei voluto affrontare il processo ma questo avrebbe significato ingenti spese legali e ulteriori anni di attesa e sofferenza prima di arrivare alla sentenza finale. In tredici anni di attività politica, prima come assessore e poi come sindaco di Parma, non mi sono intascato nemmeno un euro.
“Sono state dette molte cose non vere su di me e sul mio operato poi tardivamente rettificate, come il buco di 800 milioni che avrei lasciato nelle casse del Comune senza distinguere fra indebitamento del Comune che era di 165 milioni (quando sono diventato Sindaco nel 2007 era già di 151 milioni), una cifra di molto inferiore alla media dei Comuni italiani secondo i dati del Ministero dell’Interno, con una cassa positiva di oltre 55 milioni di euro a cui vanno aggiunti gli oltre 70 milioni di fondi ex metropolitana che ho ottenuto dal Governo e che ho lasciato in eredità alla nuova Amministrazione, e indebitamento delle società partecipate (che per oltre il 90 per cento facevano riferimento a scelte progettuali di società costituite prima del mio arrivo come la Stu Stazione, la Stu authority, la Stu Pasubio, la Stu Metropolitana e la Spip rispetto alle quali mi sono trovato con i cantieri già avviati e con imponenti operazioni immobiliari, come nel caso della Spip già effettuate). Così come è stato comunicato alla stampa un mio presunto tesoretto che poi si è dimostrato non essere mai esistito, e sono stato inoltre ingiustamente costretto agli arresti domiciliari, senza che vi fossero i presupposti di legge, come riconosciuto per ben due volte dal Tribunale del Riesame di Bologna.
Nei quattro anni in cui sono stato sindaco tutta la mia attività è stata dedicata ad affrontare e gestire progetti faraonici ereditati, come il primo progetto della Ghiaia e il primo progetto così detto degli scatoloni del ponte a Nord – scrive ancora l’ex sindaco – a finanziare progetti discutibili già avviati al mio arrivo, ma non completamente finanziati (come per esempio il centro congressi interrato al parco ex Eridania, l’arena estiva del Teatro due, il teatro dei dialetti ecc), a completare opere importanti per la città (come i due sottopassi della tangenziale, la complanare che ha salvato Cibus, la riqualificazione del palazzo del Governatore ecc) e a bloccare inutili e dispendiosi progetti faraonici. L’annullamento del progetto per la metropolitana che ha comportato un saldo positivo per le casse comunali di 200 ml di euro. A tutto questo ho aggiunto una nuova progettualità innovativa, in particolare nel campo della sicurezza (carta di Parma poi adottata dal Governo per farne un decreto legge) che è stata utilizzata da tutti i Sindaci d’Italia, della famiglia (realizzato il quoziente familiare, preso ad esempio in 49 città, compreso Roma), dell’ambiente (dal 64° posto quando sono arrivato al 2° nelle classifiche de Il Sole 24 Ore con una menzione speciale sulla mobilità sostenibile) della cultura con la realizzazione della prima edizione del Festival Verdi nell’ottobre del 2007 e la Mostra del Correggio nel 2008 (la mostra più visitata per mesi in Italia), dello sport (primi in Italia nel 2011 grazie agli imponenti investimenti nell’impiantistica sportiva in tutte le discipline e ai 330 eventi di Parma, Capitale Europea dello Sport) e dei servizi alla persona che hanno portato benefici a Parma e ne hanno fatto un modello a livello nazionale senza mai aumentare le tasse”.
Vignali cita anche le classifiche sulla qualità della vita a Parma: “Nel 2012 con riferimento al 2011 il Sole24 ore si è occupato spesso della nostra città perché Parma guidava le classifiche delle città più vivibili e meglio servite d’Italia; era seconda per offerta di asili davanti alla blasonata Reggio Emilia (grazie agli oltre 20 milioni investiti nell’offerta educativa); era prima per politiche sportive; era la seconda tra le città più Smart d’Italia (intendendo le città con i migliori parametri in termini di governance, ambiente, mobilita, qualità della vita) e ai primi posti per anni nelle politiche ambientali e sulla mobilità sostenibile. Purtroppo – conclude – la gogna mediatica a cui sono stato sottoposto ha messo in secondo piano tutto questo: ciò non fa giustizia né alla verità né alla città”.
LA SODDISFAZIONE DEL COMUNE – “Il Comune di Parma – recita una nota – esprime la massima soddisfazione per il risarcimento del danno previsto nell’accordo raggiunto con l’ex sindaco Pietro Vignali, reso possibile anche per effetto dei tempi celeri di definizione della vicenda giudiziaria. I contenuti dell’atto non sono ora rivelabili, in quanto si resta in attesa della definizione delle procedure in fase esecutiva”.
“Ora possiamo dirlo: siamo di fronte ad una svolta storica per la città – commenta il sindaco Federico Pizzarotti – che, pur non dimenticando la ferita subita nella dignità e nell’immagine, può voltare pagina e guardare al futuro. E’ probabilmente uno dei primi casi in Italia in cui chi ha causato danni economici alla pubblica amministrazione commettendo reati, sarà chiamato a risarcire il Comune, e quindi i cittadini. Da oggi possiamo tornare ad avere più fiducia nelle istituzioni e nella politica”.