A Torino il Parma aveva dato segnali incoraggianti, che nella notte del dentro o fuori sono diventati realtà. Servivano punti, per la classifica, per la serenità, per stringersi intorno a una dirigenza deferita in settimana ancora per quella maledetta e pesantissima licenza Uefa negata per un pugno di Irpef. Serviva una dimostrazione, ed è arrivata. Il Parma malato, guidato da un Cassano super e da un de Ceglie finalmente alla propria altezza ha battuto un’Inter piccolina, non brava ad approfittare delle sbavature gialloblù (poche, rispetto al solito), pasticciona e inconsistente, dimostrandosi sulla via del miglioramento. Ci sono nei, alcuni errori, alcuni infortuni da valutare (Coda e Felipe). C’è da dire che l’Inter ha fatto paura solo a sprazzi, quindici minuti per tempo, forse meno a spanne. Che Mazzarri è uscito tra i fischi, che la fortuna stasera non vestiva nerazzurro. Ma c’è un Lodi in crescita, una difesa che chiude, un Mirante di nuovo al range della scorsa stagione. E a volte, deve girare anche in casa Parma. Come stanotte, timbrando sedici vittorie contro la squadra milanese, tingendo la notte di gialloblù. Come un tempo, stanotte non più lontano come ieri.
MODULI SPECULARI – Donadoni ha una sola scelta: vincere. Possibilmente con una prestazione di carattere che lo incolli a una panchina traballante. Per farlo sceglie il consueto 3-5-2 confermando Rispoli, convincente a Torino, esterno di destra. A sinistra, de Ceglie, in avanti il tandem Cassano – Coda.
Mazzarri risponde con un modulo analogo: non recupera Hernanes, dentro allora Kuzmanovic, decisivo mercoledì. Confermato Obi, seppur non al meglio, davanti Icardi e Palacio.
PARMA SUBITO IN VANTAGGIO – Passano quattro minuti e mezzo, e Rispoli scappa via sulla sua fascia, si fa il campo di corsa e crossa in mezzo. Coda non ci arriva, De Ceglie invece si ed insacca. Uno a zero Parma, a freddo, talmente tanto che il Tardini sgrana gli occhi e si chiede se sia solo un sogno.
Al nono ancora Parma, sempre in contropiede dalla stessa parte: Cassano fa velo, al tiro va Acquah che di un metro non inquadra la porta. Ma l’Inter non ci sta, e prova a ripartire. Va via Icardi, e a Costa tocca il fallo da ammonizione per fermarlo. Poi, giusto per ricordare a Donadoni che è in emergenza, Coda fa tutto da solo: correndo mette male una caviglia, il ginocchio si gira, l’attaccante frana a terra. Esce, no prova a tenere duro dopo alcuni minuti di cure. Ma non ce la fa. E crolla a terra, e l’Inter continua a giocare. Il Parma rischia, Mirante fa un miracolo su Obi, ma gli animi si scaldano per la palla non gettata fuori (giustamente, diciamo noi), dai nerazzurri. Ne fa le spese Lucarelli, che si prende un giallo per proteste.
Esco Coda ed entra Ghezzal ma il Parma continua a giocare. Al 25’ Medel intercetta un diagonale di Ghezzal, quattro minuti dopo uno di Cassano non prende l’angolo di un soffio. La gara si intesisce, al calcio lasciano spazio i calcioni e colpi proibiti, l’Inter si fa vedere con maggiore convinzione ma in modo disordinato, il Parma risponde con falli e interventi al limite del regolamento. Ma sono i gialloblù a chiudere i tre minuti di recupero come hanno iniziato l’incontro: attaccando.
VIA COI CAMBI – Si riparte, e dopo sei minuti Mazzari cambia. Fuori Obi, dentro Hernanes. Donadoni è invece costretto al secondo avvicendamento obbligato: fuori Felipe, claudicante, dentro Santacroce. L’Inter prova a spingere, ma lo fa con disordine, tanto che le occasioni migliori le colleziona il Parma. Prima è Mauri che solo in area non centra il sette, poi tocca a De Ceglie, di testa, farsi murare da Kuzmanovic.
I nerazzurri spingono, il Parma va in sofferenza. Dodò lancia Palacio, Santacroce stecca, fortunatamente per i gialloblù anche l’argentino. Ma Kovacic è ispiratissimo, e lancia perle in area: al 9’ lancia Kuzmanovic, chiuso all’ultimo, un minuto dopo serve Icardi ma il tiro viene sporcato da De Ceglie e Mirante para.
BUON MOMENTO DEI NERAZZURRI – E’ il momento migliore dell’Inter, i giallolù provano a spezzarlo con un buono spunto di Acquah per De Ceglie rimediato da Juan Jesus in qualche modo, ma è la squadra ospite a far tremare il Tardini. Prima Hernanes mette una palla deliziosa sui piedi di Palacio che calcia in curva, po Kovacic prende in pieno il palo a chiusura di una triangolazione con Hernanes. E’ il 25’, i ducali soffrono, Mirante si fa ammonire per un rinvio al rallenty, mentre Mazzarri butta in mischia il baby Bonazzoli. Ma il Parma nel miglior momento degli ospiti trova il raddoppio: Cassano è genio e talento puro, al limite dell’area riceve, temporeggia, poi tira, Handanovic non trattiene e da due passi De Ceglie insacca il raddoppio. E’ il trentunesimo, e Parma tocca il cielo con un dito.
Seguono minuti confusionari, l’Inter allarga le maglie per spingere e porge il fianco, dove i gialloblù si insinuano per provare a far male. E ci riuscirebbero se al 39’ Ghezzal avesse maggior fortuna, e tre minuti dopo Handanovic non si superasse murando Rispoli. Entra Camara per Medel negli ospiti, Gobbi per uno sfinito De Ceglie nel Parma. Ma quattro minuti non bastano per cambiare le sorti della gara: finisce due a zero per il Parma, la prima vittoria stagionale al Tardini è una gioia senza eguali, la serata profuma di autunno e salvezza. Dalla tribuna si innalzano un “Mazzarri vattene” e un timido cartello “W Mancini”. Perdere a casa dell’ultima della classe non è stato gradito.