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“L’Area Vasta riguarda tutti noi. Nessun Dorma”

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Riceviamo e pubblichiamo dall’associazione Millecolori

Il tema della cd AREA VASTA riguarda la vita dei territori nei prossimi 20-30 anni. Non è questione solo per gli addetti ai lavori ma riguarda tutti noi.
Millecolori cercherà quindi di incalzare i nostri rappresentanti nelle istituzioni affinchè il nostro territorio non venga penalizzato per i prossimi 20-30 anni.

C’è però bisogno del contributo di tutti.

Oggi e con i prossimi interventi cercheremo di spiegare cos’è l’area vasta e la sua importanza.
AREA VASTA: con la prossima abrogazione delle Provincie (che spariranno solo dopo la definitiva approvazione della legge costituzionale che le elimina dalla Carta costituzionale) i territori saranno articolati tra Regioni e Comuni.

Non è previsto ente intermedio (il che, tra l’altro, comporterà, in particolare per i piccoli Comuni, grandi difficoltà nel rappresentare e far valere le necessità dei diversi territori).

Occorre tenerlo presente perché lo Stato e la Regione finanziano anche i territori, e ciò fanno con le somme che tutti noi cittadini versiamo con le tasse.

Siccome i territori, per fortuna, non sono isolati e le questioni vanno viste in una dimensione più ampia rispetto a quella comunale, è necessario individuare ambiti territoriali ampi dove concentrare i finanziamenti per promuovere lo sviluppo economico di quei territori.

Territori ampi possono promuovere iniziative rilevanti e su quelle far convergere i finanziamenti statali, regionali ed ancor più europei.

Più il territorio è piccolo minori sono le possibilità di pensare e proporre iniziative interessanti per la collettività e quindi minori sono le possibilità di ottenere finanziamenti.

 

QUALE AREA VASTA PER PARMA?

Tra gli addetti ai lavori si stà discutendo su quali sono le aree vaste più idonee a livello regionale.
Si stà ipotizzando per Parma l’area vasta unitamente a Piacenza.
Ma questo sarebbe un grave danno perché Piacenza ha un sistema relazionale prettamente lombardo e, pertanto, è più orientata a dialogare con quella realtà rispetto a quella emiliana.

La conseguenza sarebbe che le proposte sarebbero più rivolte al territorio lombardo e, ovviamente, minori sarebbero le risorse finanziarie di provenienza dalla Regione Emilia Romagna, salvo intese tra le 2 regioni (Lombardia ed Emilia), il che però complicherebbe il percorso.

E’ quindi necessario che l’area vasta includa anche Reggio Emilia e, se possibile, anche Modena.

Con questi territori molte sono le possibilità di interagire nei diversi settori quali: agroalimentare, meccanica, università e ricerca, reti infrastrutturali, poli logistici, sistema fieristico, sistema teatrale.
Le proposte e le iniziative potrebbero essere molteplici e le possibilità di finanziarli aumenterebbero notevolmente. Si tratta di lavorare per questo!

D’altronde già adesso per i servizi pubblici il territorio comprende Piacenza, Parma, Reggio Emilia.
Sarebbe difficilmente spiegabile perché per quei servizi va bene un certo territorio mentre per il resto NO.

Sarebbe un caso di “geometria variabile” ben difficilmente giustificabile!!!

E’ invece necessario “ricentralizzare” Parma ed il suo territorio all’interno di un’area vasta che sia in grado, contemporaneamente, di costituirne bacino di utenza e sistema relazionale efficace per affrontare la competitività territoriale con i sistemi più avanzati a scala europea.

Se c’è una cosa infatti che, come città, non possiamo permetterci è quella di rinunciare a produrre “attrattività” nei confronti dell’esterno.

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare che ci collochiamo in un quadro di competizione territoriale con altri sistemi che può essere vincente solo se non perdiamo qualità urbana e non abbassiamo le nostre capacità “ricettive” di funzioni rare e qualificate.

In altri termini se non rinunciamo a “modernizzarci”, anche valorizzando le caratteristiche più distintive del nostro modello sociale, culturale e territoriale.

Ovvio che in questo contesto (nazionale ed internazionale) dobbiamo fare operazioni di selezione di opere ed interventi che in un recente passato non si è ritenuto necessario fare, ma il posizionamento che il territorio di Parma ha oggi nel sistema medio-padano, regionale ed interregionale non deve scendere di livello, ma anzi restare saldamente ancorato a quella “banana” di sviluppo disegnata sulle cartografie geo-economiche europee che si estende da Bologna a noi.

Ci può aiutare, in questo senso, anche il recupero di una maggiore integrazione di funzioni e servizi con alcune città ed aree urbane limitrofe (Reggio Emilia, Piacenza, ma anche Modena a livello regionale, Mantova, Spezia, Cremona a livello interregionale) con le quali abbiamo la possibilità di dividerci bacino di utenza per servizi di alto livello (aeroporto, fermata medio-padana, intersezione asse viario e ferroviario nord-sud ed est ovest a livello nazionale, università, sistema sanitario etc.) e specializzazioni produttive con bassi tempi e costi di spostamento.

Un discorso a parte merita l’Università.

Fiore all’occhiello di Parma, con appendici di pregio come la Scuola Europea, completata con una ricca infrastrutturazione al Campus, oggi deve probabilmente pensare ad un’integrazione se non accorpamento con Università vicine che ne privilegi la specializzazione, anche selezionando facoltà ed indirizzi, verso un più elevato livello qualitativo dei corsi piuttosto che ad una generalizzata espansione orizzontale degli insediamenti.

Questa è la strada migliore anche per potersi garantire una seria competitività a livello europeo come area medio-padana. Come ci insegna anche la nostra storia infatti, le maggiori occasioni di acquisizioni di finanziamenti comunitari a favore dello sviluppo del nostro territorio sono arrivate attraverso la proposizione di progettualità di ampio respiro, in cui siamo riusciti ad ottenere, sulla base della nostra centralità geografica e relazionale, sedi di prestigio ed infrastrutture di rilievo grazie alla baricentricità della nostra localizzazione rispetto al bacino di utenza potenziale di riferimento di queste progettualità.

Quando invece siamo stati relegati in un ruolo “periferico” le occasioni di finanziamento si sono perse o irrimediabilmente rarefatte .

Iniziamo a parlarne a voce alta e non nei ristretti salotti, tanto più che, purtroppo, la città di Parma non ha al suo vertice persone adeguate al ruolo.

Lavoriamoci tutti insieme per assicurare il futuro del nostro territorio.

Non dormiamoci sopra!!!”

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