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“SOFFI D’ORIENTE L’arte dei Paraventi tra Cina e Giappone”

Franco Maria Ricci Editore presenta, in collaborazione con la Champalimaud Foundation, SOFFI D’ORIENTE L’arte dei Paraventi tra Cina e Giappone.

Il volume è dedicato appunto alla storia dei paraventi in Cina e Giappone, prima oggetti del quotidiano con funzioni pratiche, poi prodotti artistici ricchi di contenuto identitario ed estetico, e ancora raffinati pezzi di arredamento diffusi in tutto il mondo.

Originari della Cina e introdotti in Giappone già nel VII secolo, i paraventi nel tempo diventano oggetti sulla cui superficie confluiscono idee e motivi ove la rappresentazione pittorica si fondono con suggestioni poetiche, teatrali e narrative (senza scartare i riferimenti storici e il simbolismo religioso). Tuttavia, a seguito dello sbarco dei portoghesi sull’isola di Tanegashima nel 1543, che rappresentò di fatto il primo contatto tra il mondo europeo e il Giappone, l’arte dei paraventi conobbe nuovi sviluppi e la perplessità unita alla curiosità dei giapponesi di fronte a un popolo sconosciuto si diffusero anche sui paraventi stessi, sui quali iniziarono a comparire quelle figure portatrici di usi e costumi del tutto nuovi e inaspettati.

Attraverso un approfondimento della storica dell’arte cinese Hwee Lie Blehaut sullo sviluppo dei paraventi in Cina – dal X secolo, alla magniloquenza del periodo Tang, fino a divenire arredo scenico durante la dinastia Ming – seguito da quelli di Giorgio Antei sui paraventi giapponesi – giunti a costituire un genere artistico fra i più apprezzati, sfociando poi, al momento dell’incontro con gli occidentali, nella così detta “Arte Namban” – e sul loro impatto in Europa, il libro si sviluppa come un racconto prezioso che documenta l’incontro tra due culture, quella orientale e occidentale, evidenziando le trasformazioni che il paravento ha subito nel tempo.

La narrazione dei paraventi offerta in queste pagine, arricchita da numerose fotografie di Massimo Listri che ritraggono i più noti esemplari insieme ad alcuni inediti presenti in collezioni private e rivelano i minuti dettagli delle scene raffigurate, rappresenta dunque un’interessante testimonianza inestimabile dell’interazione e dello scambio reciproco tra due mondi culturali distinti, quello orientale e quello occidentale.

Si tratta anche di una narrazione duale, in cui osservatore e oggetto osservato si scambiano continuamente i ruoli. Prospettive, riflessi e sguardi si intrecciano su un elemento, il paravento, che per sua natura invita a giocare con la percezione, talvolta ingannandola con sorprendenti giochi di profondità, talvolta velandola, stimolando immaginazione e desiderio.

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