Grazie alle sue competenze nell’analisi dei processi aziendali e nella progettazione di soluzioni digitali, l’analista funzionale consente alle imprese di efficientare il proprio business ed ottimizzare la gestione dei flussi documentali.
In particolare, nell’attuale contesto normativo caratterizzato dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati, il ruolo dell’analista funzionale risulta determinante. Essendo una figura che conosce a fondo sia i processi aziendali che le potenzialità delle nuove tecnologie, l’analista funzionale è in grado di progettare soluzioni digitali integrate per l’emissione, ricezione e conservazione delle fatture elettroniche.
Ad esempio, può valutare per l’azienda l’implementazione di una piattaforma come FatturaPRO.click https://fatturapro.click/, che consente di gestire in modo semplice e completo l’intero ciclo delle fatture elettroniche, diminuendo sensibilmente i tempi amministrativi e riducendo il rischio di errori.
Analista funzionale, grazie alle sue competenze trasversali, ricopre pertanto un ruolo di primo piano nel supportare le imprese ad affrontare con successo le sfide poste dalla trasformazione digitale in atto. Solo valorizzando tale figura, le aziende possono efficacemente innovare i processi aziendali sfruttando tutte le potenzialità delle nuove tecnologie.
Analista funzionale cosa fa e quale ruolo svolge all’interno di un’azienda
Il compito principale di questa figura professionale è identificare e comprendere in maniera puntuale i requisiti funzionali di un sistema informativo, ossia le funzioni che lo stesso deve svolgere e i dati che deve gestire al fine di supportare i processi aziendali. L’analista funzionale (Analista funzionale) deve essere in grado di entrare nei dettagli delle procedure operative aziendali e deve saper acquisire tali conoscenze attraverso interviste mirate al personale chiave, analizzando la documentazione esistente, osservando direttamente alcuni processi chiave (“job shadowing”).
Sulla base della puntuale comprensione dei requisiti funzionali, l’analista deve poi essere in grado di formalizzarli attraverso specifici documenti analitici da trasmettere al team di sviluppo dell’applicativo. In particolare, l’analista redige con precisione i Documenti di Analisi dei Requisiti (“RD”), definendo in maniera non ambigua e quanto più possibile completa ed esaustiva ciascuna funzione richiesta dai processi aziendali. Parallelamente, provvede alla modellazione dei dati coinvolti attraverso schemi concettuali (“ERD”).
Un altro ruolo chiave dell’analista funzionale è quello di assicurare comunicazione bidirezionale tra i diversi stakeholder aziendali e il team IT. Mantenendo un rapporto diretto con gli utenti finali e il management, l’analista ha il compito di validare che il prodotto sviluppato dall’area tecnica sia effettivamente aderente ai requisiti definiti in fase analitica e valutarne, laddove necessario, eventuali evoluzioni o ridefinizioni. L’analista svolge dunque un ruolo di “ponte” tra esigenze di business e soluzioni tecnologiche.
Grazie alle sue competenze di business analysis e capacità relazionali, l’analista funzionale ricopre una funzione tipicamente trasversale ma nevralgica al fine di garantire all’azienda sistemi informativi pienamente rispondenti alle reali necessità operative e in grado di generare il massimo valore per il business.
Analista funzionale: aspetti formativi e competenze necessarie per intraprendere questo percorso professionale
La figura professionale dell’Analista funzionale riveste un ruolo chiave nell’ambito della progettazione e dell’analisi dei sistemi informativi aziendali.
Il primo passo per intraprendere questo percorso è conseguire una laurea in discipline giuridico-economiche, ingegneristiche o informatiche. Particolare rilevanza hanno i corsi di laurea in Informatica, Ingegneria Gestionale ed Economia Aziendale che forniscono basi solide in ambito analisi dei sistemi, processi aziendali e tecnologie digitali. Ad un titolo accademico di primo livello è consigliabile affiancare master universitari o certificazioni specialistiche in Business Analysis e analisi e progettazione dei sistemi informativi.
Fondamentali sono anche le conoscenze tecnico-funzionali relative ai principali strumenti e metodologie di Analisi funzionale come il BPM, il metodo Kaizen, le interviste strutturate e tecniche di process mining. Abilità trasversali come il problem solving, il lavoro in team e capacità comunicative e relazionali sono altresì richieste per gestire proficuamente i rapporti con i diversi stakeholder aziendali. Esperienze lavorative pregresse in ruoli affini come consulenti di processo o sistemisti consentono di apprendere sul campo le dinamiche aziendali e gestionali tipiche dell’incarico di Analista funzionale.