Poesia di Maria Grazia Nano
Aprile repentino invade i miei occhi brillando di sfacciata gaiezza in un tripudio di piccoli selvatici fiori, che accarezzano i miei sensi ancora freddi dal recente inverno
Un dolce tepore mi prende per mano e piano mi guida su vie assolate, mostrandomi lo straziante azzurro del cielo
Dalle case esce un sentore di pulito, mentre i prati vengono tagliati e l’erba riempie l’aria dei suoi amarognoli effluvi
Fiumi di luce invadono i miei spazi, li accolgo con gratitudine infinita mentre mi offro al sole per togliere quella grigia stanchezza che grava su di me sempre un poco di più dopo ogni fredda stagione
Con abiti ed anni più leggeri vago senza una precisa meta, assaporo la semplice bellezza di un’altra primavera, vedo la terra che rinasce, mentre le viole del pensiero si pavoneggiano fra le crepe dell’asfalto, senza regole né logica alcuna, perché i miracoli esistono per chi riesce a vederli
I nuovi nati fanno le loro prime uscite fra le braccia di giovani madri orgogliose del ciclo della vita, accompagnate dai padri e dai loro impacciati sorrisi
Gli adolescenti escono a frotte, riempiendo le vie di risate e richiami, disturbando chi ha perduto la spensieratezza e non conserva più memoria alcuna di quell’età
Le coppiette si baciano sulle panchine dei parchi, sotto le rosee magnolie, con la struggente dolcezza dei giovani amori, che purissimi si credono eterni
Aprile così pieno di dolci promesse, subito te ne dimentichi, richiami le nuvole per oscurare tutto e la tua pioggerellina gelata ricopre dispettosa le meraviglie da te ricamate
Solo una breve attesa, ed un raggio di sole fa breccia nella fragilità del tuo gelo e nel cuore mio, sciogliendo entrambi con mute speranze che l’anima non sa più cogliere