Quando un individuo accusa i sintomi di una malattia del corpo il primo rimedio è quello di ricorrere al medico per una visita. Diverso è il discorso quando un individuo accusa i sintomi di una malattia dell’anima o della mente.
In questo caso qualcuno tende a nascondere la testa nella sabbia, a chiudersi nella propria sofferenza senza avere il coraggio, la forza o la volontà di chiedere aiuto. Così però il rischio è che le voragini che il dolore scava diventino profondissime.
La diffidenza: i motivi del rifiuto
Ancora esistono reticenze, pregiudizi, vergogna verso la possibilità di ricorrere a uno psicologo , per diversi fattori fra cui anche la difficoltà di sceglierne uno con cui ci si senta a proprio agio. O ancora i costi elevati delle sedute e la diffidenza ad aprirsi con un estraneo, la presunzione di sapere già che non si verrà capiti.
Gli accorgimenti da mettere in atto sono diversi, come affidarsi a conoscenze, al famoso passaparola, o al proprio istinto, o meglio, all’istinto di un familiare che scelga per chi sta male; perché il soggetto ammalato, ovviamente, non sempre ha la lucidità per farlo, o attraverso Google cercando Psicologo .
In cosa consiste un percorso di psicoterapia
Secondo Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo, esoterista e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico, (1875-1961), l’incontro che si viene a creare tra terapeuta e paziente è “intimo”, cioè vi è una prossimità e vicinanza tali, per cui i mondi emozionali di entrambi si incontrano e si scontrano.
Nello spazio immaginario “tra” il terapeuta e il paziente si viene a creare così un luogo dove le emozioni e le riflessioni di entrambi possono “transitare”, ed è questo “passaggio” che fa iniziare il viaggio, che crea la strada da percorrere insieme. Per dove? Verso la guarigione.
Lo scopo della psicoterapia è, quindi, promuovere un cambiamento tale da alleviare in modo stabile alcune forme di sofferenza emotiva.
Come si svolge una seduta di psicoterapia
Le parole d’ordine della psicoterapia sono dialogo e ascolto, oltre a condivisione.
Per la psicoterapia è fondamentale, dunque, la relazione e si fa nella relazione, partendo da delle domande preliminari per conoscere la persona.
La fase di consulenza è inoltre fondamentale per il professionista perché gli permette di raccogliere più informazioni possibili sulla storia di vita della persona, di sintonizzarsi sui suoi vissuti emotivi e capire i significati nei quali la persona si muove.
Quando ci si rivolge ad uno psicoterapeuta, descrivere la propria storia crea un racconto che “genera emozioni” nel professionista, il quale inizia a fare ipotesi che via via confronterà con il paziente.
Gli obiettivi saranno concordati insieme, per poter attuare un progetto di lavoro. Questo processo crea una cornice dove il quadro apparentemente caotico della situazione iniziale si trasforma, ed emergono figure più definite, dettagli e significati che entrano a far parte della consapevolezza del paziente. Si mette dunque, ordine nella confusione.
In cammino con gli strumenti giusti
La strada a questo punto è spianata e nella fiducia verso il terapeuta, che il paziente mette in gioco durante le sedute, risiede la risoluzione dei problemi. Il professionista guida il soggetto verso la comprensione dei perché e fornisce gli strumenti per riprendere in mano le emozioni, mal gestite fino a quel momento. A volte bastano poche sedute, altre volte invece ci vorrà più pazienza, ma se lo specialista è preparato e oculato negli interventi, il recupero non è impossibile; anzi, diventa possibilità di crescita nella consapevolezza di sé. Ognuno di noi è un capolavoro assoluto e unico, senza perfezioni, ma con la gioia di amarsi così come si è.