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13 giugno- ‘Sanguina ancora- L’incredibile vita di Dostoevskij’: Paolo Nori all’Arena Shakespeare

Da adolescente nella casa di campagna dei nonni a Basilicanova, Paolo Nori inizia a leggere un libro senza copertina, è Delitto e castigo di Dostoevskij, pagine che subito lo rapiscono.

Si tratta di una autentica folgorazione che da un lato farà esplodere la sua passione per la letteratura russa e dall’altro aprirà in lui una ferita che non avrebbe smesso tanto presto di sanguinare.

Lunedì 13 giugno alle ore 21.15 Paolo Nori aprirà l’attività di Teatro Due in Arena Shakespeare con Sanguina ancora, una lectio che parte dal suo ultimo romanzo scritto per Mondadori durante il lockdown e che attraverso il racconto dell’incredibile vita di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, prova semplicemente a rispondere a quella domanda: perché? Perché sanguina ancora?

Partendo da una rilettura delle opere di Dostoevskij, Nori, scrittore, traduttore e autore saggi e romanzi, ricostruisce la storia editoriale dei romanzi dell’autore russo e ripercorre le tappe principali della sua vita romanzesca ingegnere senza vocazione, traduttore umiliato dai propri editori, genio precoce della letteratura russa, nuovo Gogol’, meglio di Gogol’, aspirante rivoluzionario miseramente scoperto e condannato a morte, graziato e mandato per dieci anni in Siberia a scontare la sua colpa, riammesso poi nella capitale, quella Pietroburgo il cui mito, con le sue opere, contribuirà a costruire, «la più astratta e premeditata città del globo terracqueo», secondo una celebre definizione del suo uomo del sottosuolo, giocatore incapace e disperato, scrittore spiantato vittima di editori cattivi, marito innamoratissimo di una stenografa di venticinque anni più giovane di lui, padre incredulo che scrive a un amico: «Abbiate dei figli! Non c’è al mondo felicità più grande», pazzo benedetto che mette per iscritto le domande che tutti noi ci facciamo e che non osiamo confessare a nessuno, uomo dall’aspetto insignificante, goffo, calvo, un po’ gobbo, vecchio fin da quando è giovane, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi, che riesce a morire nel momento del suo più grande successo

Paolo Nori si è laureato in letteratura Russa, ha curato e tradotto le opere di molti autori tra cui, ovviamente, Dostoevskij, ma anche Puškin, Gogol’, Turgenev, Tolstòj, Cechov e ha scritto saggi e romanzi tra i quali Bassotuba non c’è (1999), Si chiama Francesca, questo romanzo (2002), Noi la faremvendetta (2006), I malcontenti (2010), I russi sono matti (2019), Che dispiacere (2020).

Informazioni e biglietteria: [email protected] – Tel.0521.230242 – www.teatrodue.org

 

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