di Titti Duimio
In vista delle elezioni comunali del 12 giugno e al netto delle urgenze sociali, urbanistiche e ambientali che lasciamo al confronto diretto e quotidiano tra i vari candidat* abbiamo pensato di chiedere ai possibili sindac* la loro visione culturale di città intesa come sistema di valori identitari per un ipotetico nuovo racconto. Quale sarà la Parma dei prossimi anni?
Un racconto vosionario che parta da una precisa ‘immaginazione’ politica tradotta nella concretezza di una proposta adatta alla vocazione e alla realtà della città.
La cultura vista quindi come una prospettiva e non come una soluzione: è la visione di una città che si ha in testa, un percorso a lunga gittata al di là dei singoli eventi. Una rete di sapere e competenze in perenne movimento che costruisce un tessuto sociale e aspira al benessere consapevole dei cittadini.
Valorizzare una città non significa costruire un prodotto da vendere.
Enrico Ottolini candidato sindaco di Europa Verde parla della sua Parma immaginata attraverso un video.
“La mia visione per il futuro è una città fatta di relazioni tra persone e solo la cultura può essere uno strumento adatto per connettere le diversità ma dev’essere accessibili a tutti.
In questo momento a Parma solo la scuola riesce a tenere insieme gruppi di persone diverse, ma alla fine del percorso scolastico avviene una separazione e l’accesso alla cultura diventa elitario e noi di Europa Verde crediamo che il Comune debba intervenire per permettere un’offerta più inclusiva”
Ottolini chiude con un appello per la cultura cittadina che deve tornare a essere partecipata e condivisa, con grande attenzione alla vocazione scientifica della città sottolineata dalla presenza di Efsa, vero esempio di raccolta di dati scientifici al servizio della politica