di Titti Duimio
Si e tenuto ieri sera 20 aprile all’Auditorium Paganini il primo confronto pubblico tra i candidati/e sindaco/che in corsa per le elezioni comunali del prossimo 12 giugno organizzato da Associazione Amici della Biblioteca San Leonardo, Manifesto per San Leonardo e Gruppo Medaglie d’Oro della Vetreria Bormioli Rocco.
Presenti Marco Adorni di L’altra Parma, Andrea Bui di Potere al Popolo+RC+PCI, Michela Canova per Parma Democratica, Dario Costi di Ora, Giampaolo Lavagetto Per Parma 2032, Michele Guerra di Uniti VinceParma, Enrico Ottolini di Europa Verde, Pietro Vignali centro destra, Roberta Roberti con Parma Città Pubblica.
In una sala gremita 9 degli 11 sfidanti (assenti Gaetano Vilnó e Luca Galardi) hanno risposto alle domande del presidente Ass.Amici della Biblioteca S.Leonardo Giovanni Galli sul progetto socioculturale, associato al Museo del Vetro e alla Casa della Comunità nell’ area ex Bormioli, e quali strumenti da sindaco metterà in campo per realizzare questo progetto di uso pubblico dello spazio Bormioli.
Una visione di città che valorizza la memoria di un luogo storico industriale parte del racconto di un quartiere che ha bisogno di ritrovare un’identità condivisa nella cura delle relazioni.
Visione che ha raccolto il Sì di tutti i candidati presenti con il solo distinguo di Pietro Vignali che ha sottolineato la proprietà privata della zona ex Bormioli proponendo di spostare il centro socioculturale negli spazi pubblici circostanti (ex Manzini ex CSAC) e una Casa della Salute in via Verona con diverse specializzazioni.
Ogni candidato ha motivato il suo sì con una visione di città e del quartiere che rientra nella propria proposta elettorale.
Marco Adorni ha rivendicato le sue ricerche storiche e sociologiche con il Centro Studi Movimenti e le sue pubblicazioni sulla vetreria con il coinvolgimento della Soprintendenza. “Si è fatta tabula rasa della memoria industriale e popolare della città che ora va recuperata. Questa proposta mi trova a favore anche solo per l’idea di incontro sociale e aggregazione che promuove. Impegniamoci per una città diversa”
Andrea Bui: ‘Una necessità per questo quartiere che è rimasto ferito da un progetto sconsiderato di cemento e acciaio. Quindi un progetto di questo tipo restituisce un luogo con una funzione pubblica determinante che è mancata regalandola al privato e a piccoli interessi di pochi”
Michela Canova ‘Guardando la foto aerea di questa zona si vede chiaramente l’estensione di in area un tempo una vera e propria città nella città. Ci sono esempi vicino a noi come le Reggiane a Reggio Emilia che hanno unito pubblico, privato e università dando un senso all’area. Si potrebbe unire l’asse est ovest a quella nord sud che creerebbe un vero e proprio centro del quartiere come luogo di socialità spezzando la traiettoria che porta fuori dalla città relegando la zona al solo transito veloce”
Dario Costi gioca in casa e riprende un suo vecchio progetto partecipato che già proponeva una soluzione urbanistica in dialogo con le diverse vocazioni del quartiere.
‘Una storia straordinaria di socialità e di relazioni che si è persa. In realtà una rete sociale che animava e univa l’intero quartiere. Restituire una piazza a un quartiere che non ce l’ha: un luogo di incontro con una via pedonalizzata che permette di ospitare le persone e farle incontrare. Una tradizione, quella della vetreria, che ripercorre la cultura scientifica e produttiva della città che tocca anche la Borsari e la sua riapertura’
Michele Guerra “In San Leonardo in questi anni si è creata una biblioteca e attività culturali anche senza luoghi per la volontà dei cittadini che hanno messo a disposizione le proprie forze per riannodare i fili della cultura industriale e sociale. Il progetto quindi completerà e darà concretezza agli sforzi delle tante associazioni che sono a disposizione, insieme alle istituzione, di tutti i cittadini.
Come assessore alla cultura ho parlato alla proprietà nell’interesse della città”
Giampaolo Lavagetto ribadisce la criticità dei cittadini non italofoni che caratterizza la sua campagna, scegliendo forse il luogo sbagliato per parlare di ‘autoctoni’ nel quartiere più inclusivo e accogliente dell’intera città “Il ruolo di un sindaco è quello di capire qual è l’impatto di un luogo importante come questo. Capire la trasformazione di questa parte della città che ha visto l’aumento del 12% dei cittadini stranieri a discapito della loro occasione di integrazione senza precise politiche dedicate da parte dell’amministrazione. Voglio che ci sia la giusta integrazione per chi viene nella nostra città”
Enrico Ottolini rinnova le scelte ambientaliste fulcro della sua proposta elettorale “Mi piace vedere una proposta partecipata in un quartiere che ha visto dedicare troppo del suo spazio a merci e veicoli rispetto alla qualità della vita. Un amministrazione che sappia ascoltare quello che di buono viene dagli abitanti in una direzione di scelta del verde e della pedonalizzazione. Per quanto riguarda il Museo del Vetro ben venga un percorso culturale che raccoglie la storia di un materiale privilegiato per la possibilità di riciclo e la cultura scientifica che ci sta dietro è un’eccellenza di cui Parma deve andare orgogliosa”
Roberta Roberti, che della partecipazione ha fatto il suo slogan elettorale, ha voluto uscire dal luogo comune che vede San Leonardo emblema del degrado sottolineando le grandi eccellenze umane e intellettuali che il quartiere fornisce attraverso le sue scuole eccellenti
“Sono d’accordo con chi mi ha preceduto San Leonardo merita tutta la nostra attenzione. Un bellissimo progetto il vostro che vede la socialità al centro della prospettiva futura. Un progetto partecipato che deve essere ascoltato perché esprime le esigenza di chi ci vive e che dovrà viverlo. Bisogna sedersi a un tavolo con la proprietà dell’area per un progetto che deve essere ridiscusso con la voce dei cittadini. Un polo scientifico sarebbe indispensabile anche per le scuole della città che devono conoscere la memoria di tutta la comunità. Un occasione da non perdere!”
Pietro Vignali cita sé stesso e elogia il suo operato di sindaco dei tempi passati come già fatto in altre occasioni pubbliche premettendo il suo NI al progetto in tutela degli spazi privati coinvolti “Condivido il progetto ma ho alcune osservazioni da fare. Certamente un centro socio culturale e una Casa della Salute ma bisogna sempre tener presente che è un luogo privato. Ex CSAC era già previsto un polo della cultura. Mi sembra che il progetto sia difforme dal progetto della Comunità Solidale originario che prevedeva un luogo diverso in via Verona più ampio e con diverse specializzazioni.
Perché non utilizzare il Padiglione Nervi?”
Un primo assaggio di campagna elettorale, dunque, su un tema concreto e urgente che, al netto dei contenuti, ha visto la dialettica e la comunicazione al centro.
Un incontro di 9 singoli senza dibattito né confronto fra i candidati per ora, ma solo un’idea sulle visioni di città futura dei nostri partecipanti alla gara per guidare l’amministrazione cittadina. Ma c’è tempo.
Ph.Credits Sandro Capatti