di Titti Duimio
“Non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”
Luigi Pintor
Presentato questa mattina il progetto sociale Corte dei Miracoli ‘che già qualche miracolo lo ha fatto’ come ci tengono a sottolineare i soci fondatori dell’associazione di via Toscana 46.
Un’iniziativa autofinanziata di Nadia Buetto che vive, per ora, dei soli contributi dei volontari e degli ospiti ‘dopo anni di ascolto degli invisibili e senso di impotenza dovevo fare qualcosa’ ci dice-Un’associazione nata ufficialmente ad agosto ma già attiva da un anno sul territorio ispirata al modello di accoglienza di Svoltare di Simone Strozzi, dal quale tanto ho imparato in questo delicato settore, che prende in considerazione anche quelli ‘per cui non ne vale la pena’. Esempio su tutti i gemelli Di Pierno considerati disturbatori irrecuperabili di un intero quartiere e condannati all’indifferenza o peggio all’esclusione totale e invece pienamente restituiti ad una vita accettabile attraverso l’ascolto senza imposizioni. Le regole vanno rispettate, intendiamoci, ma non è con la punizione che si risolve il problema”.
Progetti dedicati, dunque, con grande rispetto del singolo caso per riportare nei confini del vivere civile anche persone che tra mille errori e disagi se ne sono posti fuori.
Questa la formula della Corte dei Miracoli proposta e attuata privatamente da Nadia Buetto&soci che fra tante difficoltà e poco appoggio dalle strutture del territorio riesce a dare un servizio di grande utilità sociale alla città.
Consigliera di maggioranza del Comune di Parma, presidentessa della commissione Cultura e Pari Opportunità, da sempre impegnata nel sociale, oggi presenta la sua Corte dei Miracoli, una nuova realtà di accoglienza e ascolto rivolta a chi si trova fuori dai margini concessi da un sistema codificato e omologato che tende ad accettare solo chi gli assomiglia.
“La nostra iniziativa vuole essere un modello per rispondere alle esigenze di tutte quelle persone che si trovano in un disagio psicologico, economico e sociale che le costringono all’invisibilità- spiega Nadia Buetto- Essere invisibili agli occhi di una comunità li porta alla drammatica convinzione di sentirsi veramente invisibili e inutili come esseri umani e a reagire spesso contro il sistema che li ha espulsi.
Con la Corte dei Miracoli vogliamo provare a costruire una rete di salvataggio fatta di micro sistemi alternativi dedicati ad ogni nostro ospite per eliminare una volta per tutte il concetto di normalità che discrimina e condanna ogni possibile diversità. Per fare questo c’è bisogno di tante figure professionali qualificate con un progetto sociale ben preciso che non lasci margini a improvvisazioni o a facili soluzioni di puro assistenzialismo. Il volontariato per quanto encomiabile non può sostituire una visione di società inclusiva studiata da professionisti del settore”
E Nadia insieme a 6 soci fondatori lo fanno senza aiuti, né fondi, né bandi accessibili per ora, in una casa di via Toscana con 22 posti disponibili di cui una ventina già occupati: metà da persone senza tetto ma forse meglio dire ‘senza tutto’, con disagi psichici, considerati estranei dalla propria comunità e spesso per questo in ribellione verso ogni regola fino a diventare dannosi, l’altra metà riguarda lavoratori spesso con normali contratti di lavoro che non trovano alloggi nella nostra città, spesso per la loro provenienza, ma che hanno creato un ambiente quasi di famiglia, un meraviglioso gruppo di diverse origini con scambi culturali e reciproco rispetto.
Nella Parma fiore all’occhiello dell’Italia intera per politiche sociali innovative in anni passati che sembrano secoli, poche sono le strutture pubbliche in grado di affrontare i disagi diffusi che vengono espulsi, puniti o ancor peggio nascosti.
“Dopo il grande gesto di civiltà che ha visto chiudere i manicomi nel nostro paese la nostra città aveva cominciato a proporre e costruire alternative ma la politica non ha saputo colmare un vuoto legislativo con strutture adeguate e ci troviamo ancora in una terra di mezzo in cui i disagi psichici non sono accolti e compresi ma espulsi e puniti dal sistema di presunta ‘normalità’. Non tutto è ‘guaribile’, a volte basta solo conoscere e accettare le diversità”
Nessun gesto di beneficenza improvvisata o carità fine a se stessa in questa iniziativa di Nadia Buetto e soci, ma la proposta privata di un nuovo sistema riconosciuto, un modello inclusivo nel quale riconoscere l’altro da sé come parte integrante di una società moderna, inclusiva e tollerante. Un vero gesto politico nel senso puro del termine di cui si sentiva la necessità ultimamente, un atto civile che da soluzioni a problemi reali, oltre le polemiche e le strumentalizzazioni.
I soci fondatori presentati da Nadia Buetto:
Bonfanti Doranna per la sua innata abilità commerciale, fondamentale per ottenere contributi e sostegni;
Cusi Barbara Counselor, volontaria dell’odv Rete Carcere di Parma;
D’Aloia Silvia Presidente della Ronda dei cuori amici di Joe, l’associazione che serve te colazioni in stazione, tanti anni di esperienza e conoscenza della vita di strada;
Freddi Marco Maria mission della sua vita lottare per la libertà e i diritti delle persone, tutti gli abitanti della Corte hanno bisogno di qualcuno che lotti per loro;
Medioli Andrea la persona che più rappresenta la risposta alla classica domanda “cosa posso fare?” dimostrando che ognuno di noi può e deve fare, saggio e riflessivo che riporta equilibrio alla Corte.
Ronchini Valeria tagesmutter la prima montessoriana a Parma, di grande sostegno nell’aspetto educativo del percorso di reinserimento sociale delle persone che accogliamo.
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