Ieri 10 dicembre al Cinema Astra si sono incontrate Lidia Ravera, Cecilia Strada e Maura Gancitano che, insieme alla giornalista Chiara De Carli hanno attraversato i diritti a loro più cari per scandagliare il livello di garanzia dei Diritti Umani.
Nel giorno che celebra in tutto il mondo i diritti umani, una tavola rotonda a cura dell’Assessorato alle Pari Oppure, ha raccontato da Parma Capitale della Cultura esperienze, desideri, impegni e progetti dedicati alle donne e agli uomini che siamo e che saremo.
“Si è trattato di un ponte tra il 25 novembre e questa Giornata Mondiale dei Diritti “ ha detto l’Assessora alle Pari Opportunità e Diritti dei Cittadini Nicoletta Paci “Ecco perché molte delle riflessioni hanno toccato il mondo delle donne, alcuni diritti che non pensiamo vadano difesi ancora sono tornati fragili, di altri non ci rendiamo conto della reale necessità”.
All’inizio dell’appuntamento Lidia Raveraha scelto di condividere con il pubblico il video “Get OLD” realizzato da Emergency che, enfatizzando i segni dell’età di un’anziana elegante signora, denuncia come, il poter invecchiare, sia una possibilità solo in una parte del pianeta, solo per una parte dell’umanità.
Un altro ponte, tra le vite dimenticate che difendono Cecilia e i volontari di Emergency e la battaglia che Lidia Ravera ha scelto attraverso la sua scrittura e il suo impegno politico: “il diritto d’invecchiare nei paesi del benessere è un diritto ambiguo e scivoloso. Abbiamo diritto di invecchiare? Siamo sottoposti ad una grandinata di stereotipi negativi che svalorizzano il terzo tempo della vita umano. Io ho preso a cuore questa battaglia da molti anni, io che lo sto vivendo mi sono allenata e allora, adesso, lavoro per gli altri. Soprattutto per le altre. Le donne crollano diventano trasparenti rovinate da stereotipi che vogliono le donne sempre fresche come insalate quando invecchiano. Gli uomini rimangono affascinanti, procreativi, in un ruolo sociale”.
La giovane filosofa Maura Gancitano ha spiegato come molte ricerche individuino “discriminazioni subdole nelle società ricche, istruite e globalizzate. Dalla metà dell’800 anche per le donne più libere dalle costrizioni materiali, sono stati costruiti degli stereotipi che le costringono in una continua ricerca di bellezza e conformità, che imprigionano il loro tempo e il loro denaro in un’attività che è sostitutiva alla ricerca della loro affermazione del loro spazio nel mondo. Gli stessi stereotipi fanno sì che solo un certo tipo di persone abbiano accesso ai percorsi educativi, che le relazioni sociali si svolgano tra bolle e gruppi sociali omogenei“.
Una società libera dalle barriere tra generazioni, dove si frequentino mondi altri può cominciare a disegnare una visione di società che oggi manca. “Un popolo diviso, di gente sola è un popolo fragile, guardare in faccia diritti calpestati devi darci una spinta per praticarli di più: parliamoci, sediamoci insieme unendo tredicenni a quarantenni, età mature ed anziane, persone di condizioni e paesi diversi: farà bene a tutti” è stato l’invito finale di Lidia Ravera che ha strappato un lungo applauso.