”L’alternativa esiste- così Nicola Dall’Olio, ex capogruppo PD in consiglio comunale nella precedente amministrazione, in una nota stampa arrivata in redazione- Condivido le ragioni di contrarietà al progetto dello stadio del Comitato Tardini Sostenibile. E ritengo che se l’intervento deve essere la realizzazione di un nuovo impianto, e non una semplice riqualificazione dell’esistente, si debba ricercare una collocazione in altro luogo.
Per dare forza e credibilità a questa proposta occorre però trovare un’area alternativa al Tardini funzionale, facilmente accessibile, sostenibile sul piano del consumo suolo e della vivibilità urbana e praticabile su quello finanziario. Un’area quindi di rigenerazione urbana, non troppo periferica, possibilmente già di proprietà del Comune che potrebbe così compartecipare all’intervento mettendola in concessione.
Di aree del genere, già urbanizzate ma in stato di abbandono o di sottoutilizzo, ne esistono diverse a Parma e avrebbero tutte bisogno di un grande progetto di riqualificazione che si stenta a vedere. Fra queste, la più idonea ad ospitare un nuovo stadio, mi pare quella dell’ex mercato bestiame situata tra Strada dei Mercati e Via del Taglio.
E’ un’area di proprietà del Comune di superficie quasi doppia a quella dell’attuale Tardini, caratterizzata da grandi piazzali asfaltati, pensiline e capannoni, per lo più con coperture in Eternit, attualmente utilizzati solo in minima parte come rimessa per i veicoli e i mezzi di alcune cooperative sociali che si occupano di raccolta differenziata.
Dal punto di vista dell’accessibilità è difficile trovare una collocazione migliore: si trova accanto ad una uscita della tangenziale, vicina all’autostrada e alla stazione, con già una discreta dotazione di parcheggi. I tifosi che arrivano da fuori non dovrebbero attraversare la città per recarsi allo stadio mentre i parmigiani potrebbero continuare ad andarci in bicicletta. Si potrebbe anche pensare di realizzare una fermata per i treni sfruttando il sedime del binario che fino a qualche decennio fa portava i convogli al mercato ortofrutticolo.
Le interferenze con il tessuto residenziale sarebbero minime se non nulle, posto che nelle vicinanze non vi sono abitazioni. Il Comune avrebbe dei proventi dalla concessione per un’area che attualmente è solo un costo. E l’intervento sarebbe una grande opportunità di rigenerazione urbana di una zona di fatto degradata, con la possibilità anche di de-impermeabilizzare una parte delle superfici cementate, di bonificare l’amianto e di incrementare la dotazione di verde.
Il polo delle cooperative sociali dedite alla raccolta differenziata che lì si intendeva realizzare potrebbe essere ricollocato al Cornocchio, che già presenta questa destinazione di uso. Mentre l’area Tardini, non solo manterrebbe il suo nome, ma potrebbe essere restituita ai cittadini sette giorni su sette come parco verde con funzioni sportive in continuità con il Parco Ferrari.
Sta all’amministrazione comunale, e non ai privati, decidere dove devono essere collocate le infrastrutture sportive e in generale le trasformazioni del tessuto urbano. Perché, prima di fare scelte controverse e affrettate, il Comune non conduce un serio studio di fattibilità per l’area dell’ex mercato bestiame?”