Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale della Pilotta del Ministero della Cultura, annuncia che grazie al finanziamento del Lions Club Parma Host, attualmente presieduto da Andrea Cattabiani, è stato restaurato uno dei tesori assoluti della Biblioteca Palatina, oggi parte della Grande Pilotta di Parma. Si tratta del “Ms. Parm. 3285”, manoscritto miniato della Divina Commedia, uscito dalla prestigiosa bottega fiorentina del miniatore noto come il Maestro delle Effigi Domenicane, appena quindici anni dopo la morte di Dante Alighieri.
Si tratta quindi di una delle più antiche, oltre che preziose, versioni miniate della Commedia esistenti al mondo. Nell’illustrare questo meraviglioso codice, il Maestro delle Effigi Domenicane (artista fiorentino attivo in pittura e nell’illustrazione libraria nella prima metà del Trecento, documentato tra il 1328 e il 1350 circa) si prende delle libertà rispetto al testo dantesco.
“Il sistema delle immagini che segnano l’inizio delle tre cantiche – afferma la professoressa Giusi Zanichelli – non costituisce una fedele illustrazione del testo, ma una sua interpretazione, come rivela la pagina incipitaria dell’Inferno, ove l’episodio dell’incontro tra Dante e Virgilio è collegato alla iniziale della pagina, mentre nei margini si svolge una lotta tra vizi e virtù che interpreta l’incontro con le tre fiere secondo il modello narrativo della Psycomachia di Prudenzio. Analogamente all’inizio del Purgatorio domina il tema della purificazione attraverso l’acqua e il fuoco, mentre nel Paradiso trionfa la visione apocalittica della Gerusalemme celeste accessibile solo alle anime dei beati, che premono alle sue porte guidati da San Pietro”.
“Alcuni elementi presenti nelle miniature inducono a ritenere – sottolinea la professoressa Zanichelli – che il programma iconografico dell’opera sia stato suggerito al miniatore da un dotto prelato, forse il committente dell’opera”.
“Questo nostro tesoro – annuncia il Direttore Verde – si potrà ammirare nella grande mostra ‘Un splendor mi squarciò ‘l velo. Dante illustrato dal codice 3285 a Scaramuzza’ in programma nel Complesso monumentale della Pilotta. La mostra, evidenzia il Direttore Verde, è uno dei momenti forti del progetto espositivo diffuso Dante e la Divina Commedia in Emilia-Romagna. Testimonianze dantesche negli archivi e nelle biblioteche: un percorso espositivo e un video in occasione del settimo centenario della morte”.
Anticipando i contenuti della imminente grande mostra parmense, Verde annuncia che in essa saranno esposte le tavole commissionate dal Governo Ducale a Francesco Scaramuzza per illustrare una nuova edizione della Commedia. “In una seconda sezione si potranno ammirare i tesori danteschi della Palatina, manoscritti ed incunaboli tra i più antichi e, tra essi, il codice appena restaurato”.
“In occasione del restauro – annuncia ancora il Direttore- le singole pagine in pergamena sono state digitalizzate, azione che consentirà a chiunque di ammirare, e virtualmente sfogliare, questo tesoro parmense”.
“La Biblioteca Palatina è in questo periodo oggetto di numerosi interventi di riqualificazione e di investimenti. Sono in dirittura di arrivo il nuovo ingresso, la sala polifunzionale e un Museo Bodoniano completamente rinnovato.
Interventi, tra i numerosi che stanno coinvolgendo l’intero Complesso della Pilotta, sostenuti con importanti investimenti del Ministero della Cultura ma anche da generosi interventi di diverse realtà parmensi che, come il Lions Club Parma Host, che ringrazio, condividono il nostro progetto di offrire una Pilotta completamente rinnovata, in grado di accogliere, dialogare e conquistare anche i nuovi pubblici”.
Paola Cirani, direttrice della Biblioteca Palatina osserva che “il manoscritto restaurato fa parte del Fondo Parmense, raccolta che comprende le collezioni acquisite negli anni dai vari bibliotecari che si sono succeduti nella prestigiosa istituzione emiliana. Alla direzione di Angelo Pezzana si deve l’importantissima libreria messa a punto dall’orientalista Giovanni Bernardo De Rossi, eclettico studioso chiamato a Parma dal primo bibliotecario della Palatina, Paolo Maria Paciaudi. Il De Rossi riuscì ad accaparrarsi negli anni preziosissime raccolte di testi – manoscritti e a stampa – in primis molti testi in lingua ebraica. Tra i tesori acquisiti, figura pure lo splendido Ms. Parm. 3285. La collezione fu venduta nel 1816 a Maria Luigia che ne fece dono alla Biblioteca Palatina, allora retta da Angelo Pezzana”.
“L’intervento di restauro di questo prezioso codice – annotano le restauratrici Anna Bianchi e Ilaria Vezzosi di Cartantica e Lorena Tireni di Aurea Charta – è stato preceduto da una analisi approfondita dell’opera e del suo stato di conservazione, dall’osservazione codicologica e archeologica delle diverse fasi di vita del manufatto; passando per lo stato di conservazione di tutti gli elementi costitutivi. Fino ad arrivare al momento operativo vero e proprio che ha riportato il manoscritto alla sua funzionalità ed al suo originario splendore. È un intervento che ci ha emozionato, non solo per l’importanza e la bellezza del codice, ma per il fatto che ci era affidata una delle Commedie più vicine agli anni in cui quel capolavoro è stato scritto dal Sommo Poeta”.
Infine interviene Andrea Cattabiani, presidente del Lions Club Parma Host, che si complimenta con le restauratrici per l’eccellente lavoro svolto e sottolinea come “il Club, sul finire della scorsa annata lionistica, dopo doverosi e rilevanti interventi a favore della sanità pubblica, ha indirizzato importanti risorse verso la cultura per la nostra comunità. La collaborazione con il Dottor Verde ed il Complesso Monumentale della Pilotta ha riguardato non solo il restauro del manoscritto e di numerose statue romane, ma anche, in questi giorni, l’allestimento nel Teatro Farnese di uno spettacolo di letture ed interpretazioni di Dante riservato gratuitamente agli studenti liceali di Parma”.