Prima nazionale a Lenz Teatro a Parma, dal 19 al 22 ottobre (ore 21) per La Creazione di Lenz Fondazione: Maria Federica Maestri e Francesco Pititto con Valentina Barbarini e il soprano Debora Tresanini, scrittura sonora di Andrea Azzali, in rifrazioni di pensiero sul mistero del Principio, dall‘opera di Franz Joseph Haydn Die Schöpfung a Paradiso perduto di Milton, fino alla singolarità gravitazionale.
«Antiche eloquenze oscure, evocazioni romantiche di una natura perduta, folgorazioni scientifiche contemporanee, compongono il grande affresco di pitture e stati sensitivi de La Creazione, scrittura performativa, sonora e per immagini ispirata ai testi della Genesi, dei Salmi e al poema Paradiso perduto di John Milton» spiegano gli artisti in merito all’opera che debutterà nell’ambito del Festival Natura Dèi Teatri #25 «Visioni e parole che procedono per lampi di memoria rovesciata: dal versetto 27 che conclude il primo racconto della Genesi biblica ‘E Dio creò l’uomo a sua immagine’ al primo versetto ‘In principio Dio creò il cielo e la terra’. Un back movement interpretato da due figurazioni sceniche, la Teologa e la Scienziata, chiamate a provare l’esistenza dell’Uno iniziale e a trovarne tracce residue nel presente creativo».
«Creare è verbo che appartiene all’arte, dove tutto si crea dal vuoto che tutto contiene, dove ogni atto umano si aggancia al pensiero e insieme proiettano nello spazio dei segni infinite variabili di senso e relazioni a distanza» riflette Maria Federica Maestri, autrice di installazione, regia e costumi «Il forte impatto visivo, quasi cinematografico della partitura di Haydn, che tra recitativi, arie, pezzi d’insieme e cori porta a esplosioni orchestrali originarie, all’apparire della prima luce, alla precisa descrizione della Natura e degli animali, ai poetici duetti amorosi di Adamo ed Eva fino al ringraziamento finale a Dio, tutto questo Caos linguistico, compresi gli effetti potenti beethoveniani e le raffinatezze mozartiane rende La Creazione di Haydn un’opera assolutamente contemporanea».
Aggiunge Francesco Pititto che per La Creazione -progetto risultato tra i vincitori del bando Vivere all’italiana sul palcoscenico promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale– ha curato scrittura, drammaturgia e imagoturgia: «Le immagini riportano un tempo che implode, come l’angelo che ci guarda precipitando all’indietro o cadendo verso l’alto, come le galassie che si mostrano com’erano un tempo di miliardi di anni fa, come un capovolgersi della linearità che procede verso l’apparire del primo volto, dal caos del primo giorno. Prima il volto, poi un’alba capovolta che è già tramonto, la prima materia filiforme, i primi vegetali, i primi vertebrati, la vita che inizia a volare, la creazione del primo uomo e della prima donna, il volo degli angeli beati e quello degli angeli caduti. Poi il ritorno, la ricaduta nel liquido amniotico, dentro una pancia calda e nutriente di uno spazio materno che tutto risucchia, riduce, concentra. Fino a quel punto nero, sempre presente in ogni macro o microcosmo di atomi cadenti, in ogni istante vitale, fino alla dimensione incalcolabile prima del nuovo inizio».
Negli stessi giorni, altri appuntamenti del Festival Natura Dèi Teatri accompagnano il debutto de La Creazione.
Martedì 19 ottobre alle ore 22 Gloria Dorliguzzo presenterà Folk Tales, spettacolo che «allestisce un campo di battaglia e una meditazione sul conflitto, inteso come incontro con l’alterità» racconta la coreografa e danzatrice, in scena insieme a Francesca Ugolini «Nel 1722 De Moivre, matematico interessato allo studio della probabilità e giocatore di scacchi, trovò una sequenza di mosse che permette alla pedina del cavallo di visitare tutta la scacchiera, passando in tutte le caselle una volta e una volta sola. Il cavallo è una figura peculiare, simbolo di ogni dualismo e dell’eterna alleanza degli opposti; concetti rielaborati nei costumi, uno bianco e uno nero, effigi che invitano sin da subito alla percezione di una divisione. Questa follia, la passeggiata del cavallo non belligerante, viene assunta dalla coreografia come una traiettoria da seguire, inesorabile, atta a esaurire lo spazio entro cui la partita avviene». Dopo lo spettacolo, dialogo tra artiste e spettatori.
Giovedì 21 ottobre alle ore 22 è in programma, a ingresso gratuito, l’opera video Bartleby di Claudia Sorace | Muta Imago: «Bartleby è il secondo capitolo della trilogia dei Racconti Americani: un racconto per suono e immagini ispirato al celeberrimo racconto omonimo di Herman Melville» spiega l’artista romana «Il racconto è narrato in prima persona da un anziano avvocato che presenta la storia dell’uomo più strano che egli abbia mai incontrato: Bartleby, uno scrivano da lui assunto che lentamente finisce per cambiare il suo mondo. Dopo Fare un fuoco di Jack London, che metteva in scena il conflitto tra l’uomo e la natura, con Bartleby abbiamo deciso di raccontare il tema del conflitto tra l’uomo e la società. Abbiamo scelto questa storia ambientata all’inizio del ventesimo secolo spinti dal desiderio di investigare il profondo significato che si nasconde dietro al semplice gesto del protagonista, curiosi di capire come tradurne il senso e l’emozione in un’installazione visivo-sonora».
Venerdì 22 ottobre, dopo La Creazione di Lenz, dialogo tra artisti, spettatori ed il filosofo Enrico Piergiacomi.
Il Festival Natura Dèi Teatri #25 proseguirà fino al 26 novembre.
Programma completo: https://lenzfondazione.it/natura-dei-teatri/2021-2/programma/.
Lenz Teatro è in via Pasubio 3/e a Parma. Info e prenotazione obbligatoria: 0521 270141, 335 6096220, [email protected], www.lenzfondazione.it.