“Ho perdonato chi mi ha fatto arrestare- dice Oreste Galli, partigiano arrestato dalle brigate nere nel febbraio del ‘45 per ‘appartenenza a bande armate’- era un piccolo uomo insignificante che ha ceduto alle torture fasciste e ha fatto il mio nome”.
Perdono in nome di una comprensibile umanità nei confronti di chi per debolezza e per paura ha ceduto alla violenza. O forse un perdono che c’entra con la pace fatta con la pagina di storia orribile che Oreste ha vissuto, salvandosi la vita per caso, in nome della democrazia che ci hanno regalato uomini e donne come lui.
Classe ‘26, nato a Salsomaggiore, meno che ventenne Galli si schiera dalla parte giusta della storia scegliendo di combattere la dittatura fascista a Bardi nella 31° Brigata Garibaldi “Forni” col nome di battaglia ‘Pipetta’ dall’ottobre del ‘44 come si legge nel database dell’Istituto Storico della Resistenza di Parma
“Vivo il futuro con grande ottimismo anche se vedo in giro tante storture e poca volontà di fare gruppo che alla mia età suona come una grande perdita di tempo, ma grazie ai miei nipoti che studiano continuo a sperare nel meglio. Io credo nelle regole, nel proprio dovere e nel rispetto, sono stato e sempre sarò un vecchio repubblicano” conclude Oreste Galli.
Liberato grazie a cambio prigionieri il 17 aprile del 1945, Oreste è un sopravvissuto della barbarie nazi-fascista nella nostra città e ha voluto partecipare alla cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, massimo esponente di quella democrazia per cui tanti come Oreste hanno combattuto, augurandogli lunga vita.