di Titti Duimio
“Nel 1923 nel centro della città viene inaugurato Palazzo Barolo, l’edificio che all’epoca era il più alto di Buenos Aires e di tutta l’America del Sud e che doveva essere il cenotafio di Dante” così inizia il lungo racconto di Alessandro Masi segretario generale della Società Dante Alighieri che ieri sera, 20 luglio, ha inaugurato la rassegna di concerti-spettacolo Musica In-Chiostro alla Pergola della Corale Verdi a cura dell’Associazione Rinascimento 2.0 nell’ambito del Festival della Parola 2021 e trasmessa via web in tutto il mondo grazie alla piattaforma Dante Global.
Nel 700esimo anno dalla morte del Sommo Poeta, Manlio Maggio di Rinascimento 2.0 ha voluto portare a Parma in prima nazionale “Il genio e l’Argentina. Da Piazzolla a Dante” un inedito incontro tra la musica del grande interprete del tango argentino Astor Piazzolla magistralmente eseguita da I Filarmonici dell’Opera Italiana, e le parole di Alessandro Masi che fanno rivivere Dante attraverso gli scritti di Jorge Luis Borges, legato a Parma dal suo rapporto con l’editore Franco Maria Ricci e il suo Labirinto, da sempre affascinato dalla scrittura magica dell’infinito della parola che trova nella Divina Commedia ‘che si può leggere solo in italiano perché Dante è l’italiano e l’italiano è Dante’.
E il grande amore per la parola e il suo utilizzo, per le storie che spiegano la storia, per il dettaglio quasi maniacale della perfezione simbolica che aveva portato Borges all’amore per Dante, conduce lo scrittore argentino a ricostruire, in un ciclo di quattro conferenze raccolte in una recente pubblicazione Adelphi, la storia del Tango argentino nella sua incessante ricerca di racconto e di significati nei meandri dell’agire umano, di viaggio curioso nell’’altro’ e quindi in se stessi.
“Il Tango, forse derivato dalla Milonga africana degli schiavi importati, originariamente era un ballo indecente, quasi volgare, una simulazione di atto sessuale -spiega Masi-e per questo si faceva tra uomini perché per qualsiasi donna sarebbe risultato inopportuno”
Un ballo tra uomini, un dialogo intimo, Dante e Borges che nelle parole trovano l’intreccio perfetto tra il racconto di una vita che si lega indissolubilmente alla vita di altri e di altre mille possibili vite, nelle note di Piazzolla ritrovano lo sfondo ideale di un arcobaleno di possibili emozioni, inno alle relazioni e alle fantasie che parlano di viaggi psicologici interiori, che iniziano ma poi sprofondano nell’infinito dell’io più nascosto oltre lo spazio e il tempo in un sistema circolare che tutto comprende. Come nella Biblioteca Infinita, nella Divina Commedia e nel Tango argentino.
I Filarmonici dell’Opera Italiana è un ensemble composto da quattro clarinetti (Davide Braco, Stefano Borghi, Stefano Bergamini, Cosimo Linoci), con Lorenzo Gambarati alle percussioni.
Ph.Credits Francesca Bocchia
Nelle due date del 21 luglio – nel Cortile d’Onore della Casa della Musica in piazzale San Francesco a Parma – e del 22 luglio – nella piazzetta del Centro Civico di Sorbolo-Mezzani – un’altra produzione in prima nazionale commissionata dal Festival della Parola: “Fuori di testi. Dai Gironi Infernali ai Paradisi Aritificiali”.
Il concerto-spettacolo presenta la lettura dei testi di alcuni tra i brani più famosi della cultura pop e rock, seguita dall’esecuzione musicale degli stessi. Al pubblico la sorpresa di scoprire cosa raccontano brani iconici che tanti hanno ascoltato e amato, spesso senza soffermarsi sulla dirompente, sfacciata, visionaria follia delle loro parole.
Le canzoni così svelate dall’esecuzione di Francesco Bonacini e Davide Gaspari (violini), Erica Alberti (viola), Marco Ferri (violoncello), Marco Forti (contrabbasso e voce), Giancarlo Bianchetti (chitarra e percussioni ), Elisa Drei (voce), sono tratte dal repertorio di Bob Dylan (It’s all over now Baby Blue), Cream (White room), Beatles (Norwegian wood), Rolling Stones (Sympathy for the Devil), R.E.M. (Losing my religion), Bob Marley (Redemption song) ed altri. Gli arrangiamenti musicali e la lettura dei testi sono di Marco Forti.