Si è tenuta questa mattina in Strada San Donato 4F la conferenza stampa di inizio raccolta firme referendaria Eutanasia Legale.
La prima raccolta firme risale al 1979 e la prima proposta di legge, grazie al socialista Loris Fortuna è del 1984.
“Credo sia importante partire da alcune considerazioni politiche e del perché si è arrivati alla decisione di depositare nel mese di aprile scorso il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia cominciando proprio dall’anno 1984 quando fu presentata la prima proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia- spiega Marco Maria Freddi radicale, militante dell’Associazione Luca Coscioni e Eumans e Consigliere Comunale del gruppo misto- Il firmatario era Loris Fortuna, nome caro alla storia socialista e radicale, e a trentasette anni di distanza il Parlamento italiano non ha mai affrontato la questione e che con ogni probabilità non affronterà ed è proprio per questo che chiediamo a tutti i cittadini di dare una mano, di entrare a far parte della rete di raccolta delle cinquecento mila firme registrandosi sul sito referendum.eutanasialegale.it
Che cosa chiede il referendum?
Il referendum propone l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale cioè l’articolo che punisce da sei a quindici anni di reclusione il cosiddetto omicidio del consenziente.
Il quesito opera un’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale mantenendo l’aggravante dell’omicidio del consenziente quando la persona è un minore, è inferma di mente o non in condizioni di efficienza psichica, o una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia, suggestione o inganno, in tutti questi casi rimane il reato.
Nel caso invece di persone adulte pienamente in grado di intendere e di volere si depenalizza questo reato aprendo quindi la strada a una legge che regoli l’eutanasia sul modello olandese o belga o come in Spagna che l’ha legalizzata nelle ultime settimane.
Cosa fa il Parlamento?
La Corte costituzionale per due volte ha chiesto al Parlamento italiano di legiferare sulla materia e il Parlamento non l’ha fatto, la richiesta della Corte costituzionale è avvenuta in occasione delle azioni di disobbedienza civile e dei processi a carico di Marco Cappato e Mina Welby per aver aiutato alcune persone ad andare in Svizzera per ottenere l’aiuto alla morte volontaria.
Da otto anni giace in Parlamento una legge di iniziativa popolare depositata dall’Associazione Luca Coscioni, Radicali Italiani, UAAR ed altre organizzazioni e movimenti, proposta di legge che non è mai stata discussa e che mai lo sarà perché, di tutta evidenza, si è già entrati nella ultima parte della legislatura, la quale potrebbe addirittura finire anticipatamente tra un anno.
A questo punto credo si debba chiarire ciò che si può fare e ciò che non si può fare in tema di fine vita oggi in Italia e quindi la necessità di un referendum di fronte alla paralisi del Parlamento.
Che cosa si può fare?
In Italia è riconosciuto dalla Costituzione e dalla legge sul consenso informato, l’interruzione delle terapie, è possibile rinunciare o sospendere qualsiasi trattamento sanitario, si ha diritto a essere sedati o di ricevere cure palliative nel sospendere qualsiasi trattamento sanitario e si ha diritto a rinunciare a qualsiasi trattamento anche attraverso il testamento biologico designando un fiduciario che si faccia carico di far rispettare le nostre volontà.
Tutto questo è già legale in Italia e la pronuncia della sentenza della Corte costituzionale ha reso legale, anche se di fatto non ancora applicato, l’aiuto al suicidio nel caso in cui la persona aiutata si trovi nelle condizioni di Fabiano Antoniani, quindi sia una persona che soffre di una patologia irreversibile, che gli provochi una sofferenza insopportabile e sia una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Quindi quella persona, quel tipo di paziente, può essere aiutato a morire ma in assenza di una legge di attuazione della sentenza della Corte costituzionale, in oltre un anno e mezzo non è mai successo nemmeno una volta che in Italia un paziente sia stato aiutato a morire.
Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni, sta seguendo alcuni casi di pazienti che sono nelle stesse condizioni di Fabiano Antoniani e che si sono visti opporre il rifiuto da parte del sistema sanitario alla richiesta di essere aiutati a morire, un diritto, quello a essere aiutati morire, che in assenza di una legge che obblighi il sistema sanitario rimane un diritto teorico senza possibilità di attuazione.
Cosa non è legale oggi in Italia?
Innanzitutto, non è legale l’intervento attivo del medico, quella che in altri termini si definisce Eutanasia attiva, anche laddove viene riconosciuto il diritto a morire questo viene riconosciuto solo in termini passivi come suicidio del malato che si toglie la vita da solo con l’aiuto di una sostanza eutanasia.
L’eutanasia attiva rientra nell’articolo 579 del Codice penale circa l’omicidio del consenziente che è esattamente quello che il nostro referendum vuole abrogare.
Oltre al problema dell’intervento o meno del medico, è preclusa la possibilità di ottenere l’eutanasia a tutti quei malati che non sono tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale, per esempio i pazienti oncologici, i malati di cancro non sono attaccati ad una macchina, non sono solitamente dipendenti da una cura farmacologica che li tengano in vita, sono solitamente seguiti attraverso le cure palliative e per la legge italiana, quei pazienti non possono interrompere volontariamente le proprie sofferenze attraverso un’eutanasia, porre fine alla propria vita.
Il referendum, abrogando parzialmente l’articolo 579 del Codice penale interviene proprio su questo punto passando dal paradigma della indisponibilità della vita al paradigma della disponibilità della vita, cioè della possibilità per la persona di scegliere per sé stesso.
Tutti i sondaggi in modo convergente ci dicono che i cittadini italiani, tra il settanta e addirittura un novantadue per cento, sono favorevoli alla legalizzazione dell’eutanasia e questo consolidamento di opinione pubblica è avvenuto nell’avere riconosciuto nel proprio vissuto i casi come quello di Piergiorgio Welby di Eluana Englaro, di Fabiano Antoniani o di Davide Trentini o di Dominique Velati.
Non è una novità, la società, il Paese è più avanti della classe politica, c’è un sondaggio che viene fatto ogni anno dal Gazzettino del nord est che dice che le percentuali di adesione alla legalizzazione dell’Eutanasia tra gli elettori della Lega Nord e di Fratelli d’Italia sono superiori alla media nazionale, pertanto se questi temi non vengono discussi in Parlamento è semplicemente perché non si prestano alle manovre tra le coalizioni di partito o delle maggioranze e opposizioni, sono temi trasversali su quali solitamente il parlamentare risponde alla propria coscienza e al rapporto con i propri elettori ed è questa la ragione per la quale il ceto politico è così in ritardo.
La società italiana è pienamente consapevole dell’urgenza e dell’importanza di poter decidere sulle fasi finali della propria vita che ormai possono durare anni all’interno di malattie degenerative sempre più diffuse, spesso certe situazioni di malattia possono essere molto lunghe e più sono lunghe più è importante che la persona sia libera di decidere.
Il termine ultimo per firmare è il trenta settembre ed è l’ ultima occasione per depositare un referendum in questa legislatura poiché non si possono depositare referendum nell’anno precedente alla scadenza elettorale, non si possono quindi presentare referendum nel 2022, il trenta settembre è il termine ultimo del cosiddetto anno referendario o riusciremo a consegnare in Corte di Cassazione cinquecento mila firme autenticate e certificate entro il trenta settembre oppure se ne riparla nella prossima legislatura e comunque non prima di tre anni.
Di fronte all’inerzia del Parlamento non ci rimane che avviare la raccolta firme sul referendum Eutanasia Legale chiunque voglia farsi promotore e partecipare, si registri sul sito referendum.eutanasialegale.it
I tavoli della raccolta referendaria sono tutti i fine settimana in via Mazzini 2 e via D’Azeglio 10 fino al 30 Settembre 2021.
Il Referendum per l’Eutanasia Legale è promossa da:
Associazione Luca Coscioni, ArciAtea, Associazione Rolando Cecchi Pandolfini, Consulta di Bioetica Onlus, Libera Uscita, MGA – Sindacato Nazionale Forense, Eumans
Federazione dei Verdi – Europa Verde, Lista Civica Milano Concreta, Più Europa, Partito Socialista Italiano, Possibile, Radicali Italiani, Rete Dem, Sinistra Italiana, Volt