di Titti Duimio
Apre domani venerdi 11 Giugno la IV edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma dal titolo ‘Global Change, Anni Venti’.
La mostra, articolata su cinque sedi espositive tra i più prestigiosi spazi della Capitale, indagherà i cambiamenti globali dell’ultimo ventennio.
A quest’edizione parteciperanno oltre duecento artisti italiani con trecento opere esposte confrontandosi su temi come i cambiamenti sociali, ambientali o sanitari e la parmigiana Adele Arati sarà tra gli artisti prescelti a rappresentare la grande trasformazione dei linguaggi post pandemia con la sua opera ‘The end human life – Globali CambiaMenti?’.
Il fil rouge di tutta la rassegna procederà tra la difficoltà a vivere quest’epoca e al contempo la spinta verso una rinascita, un convivere tutti generosamente assieme.
Adele Arati, classe ‘67, ben interpreta questo clima di energia rinnovativa e con la sua composizione artistica tra pittura e fotografia con aggiunta di reale materia, vuole suggerire una riflessione sull’eccessivo uso della tecnologia che ha costretto in tempi di Lockdown, soprattutto i giovani, a un abuso di internet, per esempio, con una conseguente assenza di relazioni umane, una sospensione di scambi vitali di energia creativa
È la vita che le ha insegnato questo, Adele Arati infatti ha sviluppato una grande sensibilità artistica fin da piccola sommata ad un grande interesse per la scienza e la logica matematica da cui trarre regole solide su cui volare con l’immaginazione di un futuro possibile, indispensabile materia creativa che fa la differenza.
Ma quale è la riflessione artistica di Adele Arati che da tempo affronta il tema del cambiamento e dell’innovazione con la capacità visionaria di un’artista contemporanea?
“L’innovazione e la scienza sono sicuramente grandi strumenti per migliorare la qualità della vita e la curiosità per questo mondo informatizzato mi ha sempre affascinato, ma devono rimanere un supporto, seppure indispensabile, al contatto e al dialogo tra le persone, alla creatività del singolo in relazione all’altro.
L’arte è il medium che ha permesso all’essere umano di evolversi, qualche cosa di oltre la quotidianità, ma creazione ed evoluzione sono inscindibili e il dialogo tra arte e scienza saranno il tema dei miei progetti futuri.
La mia stessa vita è da sempre in bilico tra arte e scienza, uno rifugio dell’altra in un percorso a ostacoli che cerca risposte nella perfetta fusione delle due anime che mi compongono”
La commistione tra diverse tecniche quali pittura, fotografia, materia reale, la sperimentazione, i diversi linguaggi accostati e fusi nell’opera ‘The human end- Global CambiaMenti’ esposta a Roma fanno la cifra stilistica di Adele Arati: una ricerca di gesto artistico che non rompe mai con la tradizione della storia dell’arte proseguendola facendo tesoro dei gesti passati, ma la evolve in contemporaneità contaminata di tecnologia e logica realtà che diventano poetiche suggestioni nell’atto creativo.
Non trasgredisce ai codici di rappresentazione ma li ordina esteticamente in nuovi significati che possano suscitare un pensiero attraverso un monito, forse visionario, ma sempre esplicito e senza sottointesi, sicuramente necessario, sulla differenza tra quello che potrebbe essere e quello che sarà senza la consapevolezza collettiva e uno slancio comune oltre il visibile prevedibile.
“Siamo davanti ad un cambiamento epocale ed il futuro è qui, sta a noi decidere di non farci inghiottire e inglobare, re-azione e creAzione, senza strappi o rotture, perché solo attraverso un linguaggio comune e condiviso ben codificato possiamo aggiungere anima e sensibilità artistica e attuare una vera r-evoluzione” prosegue l’artista.
Robotica, medicina, scienza, virtuale..unica soluzione è l’etica? Crede che sia un valore comune o solo una raffinatezza intellettuale?
“Quest’Opera è di forte impatto emotivo, cruda ma efficace e lo deve essere, se vogliamo scuotere le coscienze sul tema della robotizzazione, ormai alle porte.
Come per tutte le grandi scoperte scientifiche e tecnologiche, il problema fondamentale dell’essere Umano è sempre quello del loro abuso e della speculazione.
Un’immagine che unisce Pittura e FotoGrafia, per fare riflettere ogni suo fruitore sui suoi Globali Cambiamenti:
E’ l’essere che trae beneficio dalle sue invenzioni, oppure ne è Vittima con il suo fare ?
Entrambe le soluzioni sono valide, dipenderà da Noi deciderlo …
Quanti posti di lavoro si perderanno e quanti si creeranno con l’avvento della Robotizzazione?
ci recluderemo sempre più nei meandri del Web, oppure l’utilizzeremo per essere più liberi?
Ma Noi abbiamo una dote innata, che esce una volta che capiamo di sbagliare: L’Etica…
Essa ci salverà … ci voleva la reclusione di una Pandemia per comprendere?”
IV edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma dal titolo Global Change, Anni Venti
Per seguire Adele Arati nel suo futuro percorso d’artista
www.adelearati00.com (official site)