Forse era proprio dai tempi del primo mandato di Lippi che la Nazionale italiana non sembrava così solida e temibile. Gli azzurri hanno collezionato numerosi risultati importanti negli ultimi anni e non perdono una partita dal settembre del 2018. Come se non bastasse, alcuni mesi fa è arrivato l’accesso alle “Final four” della Nations League, in cui i ragazzi di Mancini dovranno vedersela con lo Spagna, di certo molto diversa rispetto a quella che macinava successi tra il 2008 e il 2012. Anche quote e calendario delle prossime partite degli Europei stanno indicando l’Italia come protagonista della scena internazionale. Insomma, chi vorrà battere la Nazionale a 4 stelline dovrà darsi un bel da fare.
C’è voluto comunque un po’ prima di tornare ad avere una vera e propria formazione titolare. A lungo il calcio italiano ha attraversato un periodo in cui molti elementi parevano francamente interscambiabili, specie sulle fasce. Oggi, invece, la situazione è molto più definita. Donnarumma si è confermato da subito ad alti livelli e ha evitato l’estenuante ricerca di un nuovo portiere titolare dopo l’addio di Buffon, avvenuto nel 2016. “Gigio” è nel giro della Nazionale già dal 2016 e avrebbe preso parte al Mondiale del 2018 se l’Italia si fosse qualificata. L’Europeo di quest’anno rappresenta dunque la prima competizione ufficiale tra i grandi per un giocatore che non ha ancora disputato nemmeno una partita in Champions League.
In difesa le garanzie sono rappresentate dai soliti Bonucci e Chiellini. Il primo ha conosciuto una storia curiosa in Nazionale, rischiando un paio di volte di uscire dal giro nel 2011 e nel 2017. L’ex Bari, che esordì con Lippi nel 2010, è stato avvantaggiato soprattutto dalle sue doti in fase di impostazione, ma quando non era affiancato da due senatori come Barzagli e lo stesso Chiellini è quasi sempre andato in affanno. Nemmeno “King Kong”, però, può essere considerato il perno principale di questa Nazionale. Dopo l’infortunio al crociato del 2019, Chiellini ha approfittato volentieri del rinvio dell’Europeo per recuperare al meglio, ma con ogni probabilità questa sarà la sua ultima spedizione in azzurro. L’età inizia a farsi sentire e per disputare i Mondiali il buon vecchio Giorgio dovrebbe giocare almeno altre due stagioni, considerando che la kermesse iridata non si terrà alla fine della prossima, ma nel bel mezzo di quella successiva.
Occhio al centrocampo: Jorginho e Verratti sono due capisaldi nel reparto, ma Barella è l’unico che abbina qualità di interdizione ad abilità balistiche. L’ex Cagliari è diventato quasi subito titolare con Mancini, ma a fare la differenza in avanti, incarnando le speranze di tutti i tifosi, è lui: Lorenzo Insigne. Ancora più di Ciro Immobile, vincitore della Scarpa d’oro nel 2020, l’esterno del Napoli ha saputo conquistare la stima dei supporters italiani a furia di prestazioni convincenti, condite da tocchi di classe mai leziosi e sempre funzionali alla manovra.
Mancini ha saputo forgiare una rosa piuttosto completa di recente, assicurandosi ricambi degni di nota in ogni ruolo. Nel caso di Lorenzo Insigne, però, trovare un vice diventa molto complicato. Al momento solo Bernardeschi e Chiesa potrebbero farne le veci, adattandosi sulla fascia sinistra. Nessuno, però, salta l’uomo come il capitano del Napoli, che in Nazionale si esalta ancora più che nel club. Non è un caso se sia proprio Insigne ad avere la numero 10 sulle spalle…