Quadrilegio 2021 riapre i suoi spazi dopo la pausa imposta dall’emergenza sanitaria senza mai essersi realmente fermato.
Molte infatti sono state le iniziative nel corso dell’anno che hanno visto i protagonisti della rassegna cittadina impegnati a raccontare gesti d’arte fuori dai consueti spazi espositivi come la grandiosa installazione We are Plastic- Message in a Bottle dell’artista Elisa Cantarelli che ha coinvolto e incantato migliaia di cittadini sotto i Portici dell’Ospedale Vecchio, inaugurando, di fatto, la nuova stagione dell’arte in città con il patrocinio di Parma Capitale della cultura 2021.
Nella giornata del 29 maggio saranno invece le sedi storiche di Parma Centro che si animeranno con proposte rinnovate di giovani affermati artisti che con diversi linguaggi affrontano e misurano la fragilità umana in perenne dialogo con l’origine e la materia come parte integrante del tempo che la circonda.
Tutti gli spazi saranno aperti nel pieno rispetto delle norme vigenti dal 29 maggio con i seguenti orari:
Sabato 29 maggio: 10.30 – 13.00 16.00 – 22.00
Domenica 30 maggio: 10.30 – 13.00 16.00 – 19.30
Per info: [email protected]
Alla Galleria Alphacentauri di borgo Felino 46 sarà la volta di Giorgio Tentolini con la sua raffinata ricerca del tempo, inteso sia storicamente, come tempo dell’arte, ma anche quale tempo del fare: gli strati di tulle diventano allora metafora di quella indagine di scavo nel passato che ogni artista contemporaneo dovrebbe saper compiere, consapevole di essere figlio della storia e ad essa ribelle e legato al contempo.
L’essenza del tempo restituito.
Dalla studiata sovrapposizione di ritagli su strati di rete metallica o carta pergamena riemergono, con la consistenza di impalpabili visioni, le gradazioni chiaroscurali delle istantanee che lo scatto fotografico dell’artista ha sottratto al frastuono mediatico della contemporaneità.
“..foto impersonali rubate, capacità e intensità di sguardo restituiti; un disegno riconquistato attraverso e oltre la traduzione tecnica e fabbrile delle immagini; un ridare voce e luce a parole e a figure spentesi nel veloce scorrere degli usi e degli abusi; poesia.”
Allo Spazio Manfredi di borgo Riccio 19 sarà il nuovo ciclo post pandemico dal titolo Hunting for Freedom- A caccia di Libertà di Alessandro Casetti a parlare per immagini.
“Oltre ad essere il titolo di questa mostra, rappresenta anche una serie di opere che ho iniziato a realizzare durante il primo Lockdown. Nel tempo il concept ha preso forma e si è modificato assumendo diversi significati e sfumature.
Ho iniziato dipingendo “bambini guerrieri” in un contesto post-apocalittico nel quale è necessario adattarsi e rispettare la natura per potersi guadagnare la libertà e il diritto alla vita. Una generazione di bambini capaci di imprese straordinarie, di entrare in simbiosi con la natura ed allearsi con grossi predatori per riversare su noi adulti tutta l’ira di Madre Natura.
In questa mostra porto in esposizione alcune opere di questo ultimo anno di lavoro. Un anno che ha stravolto la vita di tutti e durante il quale il concetto di libertà è cambiato e mutato numerose volte. Nel mio immaginario il concetto di libertà è diventato qualche cosa che va conquistato, che va cacciato, che va guadagnato e assaporato giorno dopo giorno.”
Giulio Belletti nel suo spazio BLL di piazzale Borri presenta l’elegante drammaticità delle sculture di un’umanità filiforme immaginate e plasmate da Gerald Moroder artista altoatesino.
“La materia scelta dall’artista è composta e plasmata dalle sue mani, è il medium attraverso il quale esprime il suo sentire- scrive dell’artista Laura Orlandi-
La sua montagna è in quelle paste inedite fatte di pietra, di terra, di sabbia, di ferro…
Il passaggio fondamentale tra la “convenienza” di un elemento naturale precostituito in attesa di lavorazione, come il legno, e la “ricercatezza” di un preparato unico, autentico, originale.
Seppur da sempre ciò che è e ciò che appare sono in dissonanza, la scultura di Moroder si afferma per il suo essere.
È presenza e assenza.
È luce e ombra.
È materia e anima.
È movimento e stasi.
È dentro e fuori.”
Giovanna Scapinelli nel suo Studio di borgo Felino 31 presenta una selezione di artisti, tutti scultori dal plexiglass al tufo bianco, dalla ceramica Raku alla terracotta, dal ferro alla plastica e cartapesta.
Saranno presenti opere di Claudio Barabaschi, Gaetano Barbone, Giuseppe Bigliardi, Brunivo Buttarelli, Mariangela Canforini, Narì Caselli, Carmen Coruzzi e Stefano Polastri.
Stefano Polastri artista parmigiano che “…utilizza parti legnose da cui ricava volti e teste umane come partitura di volti da blocchi di marmo o tufo bianco di rara bravura” come dice di lui Mario Salvo.
La mia scultura “fuori a metà” che in senso fisico materiale rappresenta un viso che si mostra solo in parte e si compone per simmetrie, rimanda ad un significato più profondo, metaforico e vuole esprimere a livello plastico i molteplici io e le varie complesse sfaccettature della personalità dell’essere umano sempre in conflitto. Mai mostriamo l’intero ma “parti” a seconda delle situazioni e circostanze.
Lo spazio di Maura Ferrari a Palazzo Pallavicino di borgo Giacomo Tommasini per questa edizione ha preferito fermarsi un giro per raccogliere idee e proposte in vista di nuovi racconti artistici in linea con l’alta qualità e lo stile che lo caratterizza.