“Con il Myanmar, per la democrazia” è il tema della mostra fotografica, allestita dal 12 maggio al 2 giugno sotto i Portici del Grano, a cura dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli”, Medaglia d’oro alla memoria Sant’Ilario 2016.
La mostra, patrocinata dal Comune di Parma e dall’ANPI Provinciale, propone una ricca collezione di fotografie del Myanmar (Birmania), un Paese con cui Parma ha coltivato nel tempo un legame speciale, in gran parte scattate dagli “amici” birmani dell’Associazione: un percorso per raccontare il momento che sta vivendo il popolo nella scelta della democrazia, anche a prezzo della vita, dopo il golpe militare del 1° febbraio scorso.
La mostra racconta l’attuale situazione del popolo del Myanmar che dal 2015, dopo decenni di dittatura, seguiti dalla vittoria elettorale della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), ha visto, sotto la guida di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e cittadina onoraria di Parma dal 2007, l’avvio di un processo di democratizzazione, di pacificazione tra le numerose etnie che compongono il Paese, di ripristino dei diritti civili fondamentali.
“Questa mostra – ha esordito il sindaco Federico Pizzarotti – rappresenta una occasione importante per ricordare la situazione difficile che sta vivendo un Paese a noi caro, il Myanmar. Sotto i Portici del Grano i parmigiani potranno incrociare e interessarsi al tema della lotta del popolo birmano per la democrazia rappresentato anche dalla cittadina onoraria di Parma Aung San Suu Kyi alla quale siamo molto affezionati”.
“L’obiettivo di questa esposizione – ha detto l’assessore alla Cultura Michele Guerra – è sensibilizzare tutti i cittadini di Parma su un tema che non è lontano da noi, la lotta per i diritti civili, e che è importante portare dentro la nostra quotidianità. L’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli” svolge su questo fronte un importante lavoro che sosteniamo con orgoglio”.
“Le frasi esposte insieme alle fotografie in questa mostra – ha sottolineato Rossana Riccò, vicepresidente dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli”- possono essere un monito per noi tutti per riflettere sul valore della lotta per la democrazia, una lotta che riguarda tutti sempre. Attraverso questa esposizione vogliamo dar voce alla battaglia pacifica che il popolo birmano sta portando avanti in questa direzione e testimoniare la loro forza nel loro cammino di resistenza nella quale noi li sosteniamo”.
“Siamo in costante contatto con il Myanmar – ha detto Clelia D’Apice, membro del Direttivo dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli” – per avere notizie da fonti attendibili e poterle diffondere. Gli autori delle foto che compongono la mostra sono nostri “amici” che continuano a manifestare in maniera pacifica ogni giorno per le strade rischiando la loro vita”.
“C’è un filo conduttore importante – ha spiegato Aldo Montermini, presidente Provinciale ANPI – tra l’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli” e ANPI fondato sull’impegno nella lotta per i diritti civili e nella lotta per la democrazia: questa mostra può aiutarci a vincere l’indifferenza”.
“Io sono in contatto con i birmani, il CRPH e il Governo – ha affermato Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Cervi e già Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Birmania” che sostiene da anni – e così alcuni amici dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli. Lavoriamo per loro e con loro, nei modi possibili. Anche noi stiamo sperimentando cosa vuol dire lavorare resistendo”.
L’esposizione fotografica illustra, con foto e didascalie, la condizione attuale del Myanmar e le sue prospettive, nonché la necessità di possibili aiuti umanitari, e termina con la poesia di Attilio Bertolucci, incisa sul Monumento alle Barricate di Parma, “Vincenti per qualche giorno, Vincenti per tutta la vita”, a rimarcare la comunanza di ideali che collega tutti i popoli del mondo che vogliono la libertà, la democrazia e la pace.
Dopo le elezioni dell’8 novembre 2020, vittoriose per Aung San Suu Kyi e il suo partito, i militari, il 1° febbraio 2021, hanno impedito con un golpe l’insediamento del Parlamento eletto dal popolo e hanno preso i pieni poteri, arrestando Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato, e il Presidente della Repubblica U Win Myint, nonché il vertice dell’NLD. Il golpe militare ha riportato indietro il Paese.
Il popolo ha reagito con una disobbedienza civile e pacifica e con numerose manifestazioni di dissenso dando vita al Movimento di Disobbedienza Civile (CDM), che oggi è riconosciuto come la Primavera birmana.
La repressione dei militari è stata immediata e violenta. Quasi 800 i morti e migliaia di arrestati.
Novanta giorni dopo il golpe, il potere è saldamente nelle mani dell’Esercito, ma non il governo del Paese, paralizzato dalla disobbedienza civile.
In queste condizioni, i 378 parlamentari eletti, sfuggiti all’arresto e nascosti, hanno costituito il CRPH (Committee Representing Pyidaungsun Hluttaw), emanazione diretta della volontà del popolo, che ha eletto i suoi rappresentanti l’8 novembre 2020.
Il 16 aprile scorso, primo giorno del nuovo anno birmano, il CRPH ha dato vita al nuovo Governo di Unità Nazionale (NUG), il governo civile formato da Ministri anch’essi in clandestinità, rappresentativi dell’NLD, il partito di Aung San Suu Kyi, e dei gruppi etnici, anche armati. Uniti per la prima volta contro i militari.
A capo del nuovo governo restano il Presidente della Repubblica U Win Myint e il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, agli arresti.
Il governo lavora, come può, per dare fiducia, sicurezza, sostegno al popolo, per parlare con il mondo e chiede di essere riconosciuto sul piano internazionale.