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Regolamento Murales-Fabrizio Maci di McLuc Culture: ‘un bel pacchetto infiocchettato di puro marketing’

 
“I nostri soci e io siamo rimasti ammutoliti dopo aver letto l’articolo celebrativo sul maggior quotidiano della città. Incommentabile. Ovviamente ce l’aspettavamo prima o poi questo articolo in pompamagna. Che ha il chiaro sapore di propaganda”
Cosi’ Fabrizio Maci responsabile dell’associazione McLuc Culture, che da anni si occupa in città di arte urbana, commenta la notizia degli 85 spazi concessi dal regolamento comunale approvato a dicembre alle cosiddette opere di ‘street art’.
“Persone che non hanno mai frequentato l’arte urbana si prendono il diritto di spiegare e di scegliere come farla. Non mi sembra che parlino di arte, di contenuti, di cultura, di socialità, di educazione al bello, di partecipazione, di coinvolgimento. Come da copione è stato calato dall’alto un bel pacchetto infiocchettato per utilizzarlo come veicolo promozionale e di puro marketing.
Pensiamo che gli spazi di aggregazione dove possa esserci condivisione, fermento culturale, sperimentazione artistica, libera espressione a Parma non debba avere spazio. Perchè tutto deve apparire come un meraviglioso salotto, come uno scenario promozionale, come set cinematografico, come vetrina-continua Maci.
Ma sono stati i CCV a suggerire gli spazi..
”I CCV è vero che la maggior parte hanno aderito proponendo dei muri, non tutti per la verità, ma hanno ricevuto un regolamento già approvato a Dicembre e ai quali è stato dato  un tempo molto breve entro cui rispondere.

Per 16 anni la nostra associazione si è impegnata, anche con grandi difficoltà, a promuovere l’arte urbana e diffonderla nel modo corretto. In alcuni casi non siamo stati favoriti.

L’arte dei graffiti non aveva una grande considerazione a Parma, ritenuta sempre arte passatempo per adolescenti. L’amministrazione ha realizzato il regolamento murales sulla base del nostro progetto Freewall presentato nel 2016. Per anni è stato ignorato nonostante l’interesse dimostrato in giunta nel 2017.
Nel 2020 è iniziato l’iter per la stesura e approvazione del regolamento. Nessun tavolo di lavoro, nessun coinvolgimento di chi ha competenza in materia .
Associazioni e artisti non sono stati coinvolti.
Non è stata resa possibile la partecipazione.
Inspiegabile, per noi, tutta questa fretta nel farlo approvare a tutti i costi ed entro breve tempo. Siamo una associazione no profit con un seguito internazionale ma non abbastanza forti da riuscire a sensibilizzare la comunità a Parma
Abbiamo ricevuto molta più solidarietà e richieste di collaborazione fuori Parma e all’estero che in questa città dove abbiamo operato in modo volontaristico e riuscendo a far apprezzare l’arte dei graffiti. Coinvolgendo artisti di alto livello che per noi hanno lasciato opere gratuitamente per generosità e voglia di esprimersi.

85 luoghi sono troppi?

Condivido le critiche provenienti da alcuni consiglieri sulla quantità enorme di siti individuati. Una esagerazione egoica. Una magia, quando sino a due anni fa dovevamo scalare le montagne per ottenere attenzione e spazi.
C’è differenza tra murales e graffiti?

L’assessore Guerra ha risposto che c’è differenza tra murales e graffiti e che i primi sono vere opere d’arte. Con tutto il rispetto che ho per l’Assessore  sono tutti graffiti anche quelli che definiscono murales. E’ l’arte dei graffiti che include tutto e chi fa murales viene dalla pratica dei graffiti.

Il graffitismo è un movimento artistico che in parte proviene del movimento hip hop. e che ha generato, nostro malgrado, ciò che viene impropriamente chiamato street art o murales. Non può esserci distinzione. La  distinzione è giusto per dare una spiegazione a quello che non si può spiegare.
I Graffiti sono opere d’Arte e non lo decide nessuno se non il fermento artistico generatosi dal basso in modo naturale in 50 anni.
L’Arte Urbana gestita dall’alto, con opere decise da una commissione di cui non si conosce la competenza servirà a promuovere Parma come una bella vetrina aperta ai graffiti ma ha limitato le porte alla libera espressione. Sono i fermenti culturali spontanei che evolvono la società. Restituiscono dignità alle persone, stimolano il pensiero critico e creativo. Non la strumentalizzazione della creatività.
Sono da 25 anni in questa città e a Parma non è mai stata data la possibilità ai fermenti culturali di generare novità. Questa città ha perso e sta perdendo molte occasioni. Non è così che si può concretizzare una città d’avanguardia.I fermenti vengono spesso soffocati. Ma l’Italia in genere ha questi blocchi. Cosa che non avviene in Spagna, in Francia, nei paesi nordici, in sud America, in Giappone. Anzi vengono soccorsi e protetti.
In ultimo credo che in tutto questo ci sia un sottile inespresso pregiudizio nei confronti dei graffiti e la errata interpretazione che graffiti sia uguale a tag sui muri o il lettering. Mentre sono accettabili solo le opere figurative immaginandole come dei quadri urbani da esporre.
I graffiti non sono le tag o gli atti vandalici, ormai l’ho detto in tutte le salse e qui non c’è lo spazio per spiegarlo in quanto meriterebbe un discorso a parte. C’è un’ampia letteratura su questo, a portata di mano e a disposizione di tutti. Bisogna informarsi e studiarla e praticarla una disciplina per conoscerla.
E’ come se si dicesse che “al movimento punk il nome è stato dato dalla Regina Elisabetta. O che il movimento Hip Hop sia stato coniato dal dipartimento della cultura americano insieme alla Nike. O che il rap è distinto dall’Hip Hop, il primo è una vera e propria opera d’Arte”. L’Hip Hop è il movimento culturale diffusosi in tutto il mondo, il rap ne è parte.
La foto pubblicata dal quotidiano di Blu che cancella le sue opere a Bologna per evitare che venissero usate e abusate senza il suo consenso è molto significativa. E conferma  quel che dico. Adesso siamo nel bel mezzo di una operazione che non si può spiegare.
Immergersi nelle polemiche annullerebbe il valore di ciò che si dice. Ma la storia è più potente e prima o poi restituirà una panoramica più reale, coerente e obiettiva di ciò che accade oggi. Il centro del mondo è ovunque le trasformazioni avvengono in modo naturale”.

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