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Da lunedì in piazza Garibaldi arriva la Panchina Post Pandemica: natura e relazioni al centro della città


Da lunedì 12 aprile dieci moduli di Panchina Post Pandemica verranno posizionati in Piazza Garibaldi insieme ad otto alberi per comporre un’installazione architettonica e artistica frutto di un percorso di ricerca e progettazione partito un anno fa durante il primo Lockdown.

L’opera abiterà piazza Garibaldi per sei mesi, fino ad ottobre 2021, duranti i quali cambierà conformazione secondo il pensiero artistico delle tre creatrici Francesca De Angelis, Francesca Giannini e Alice Giroldini, e ospiterà attività sociali e culturali progettate ad hoc.

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“Importante sarà anche la partecipazione dei cittadini- sottolinea Francesca De Angelis-che invitiamo a compiere attività all’interno del ‘monumento’ con l’obiettivo primario di riflettere sul presente per immaginare un nuovo futuro”

Questa mattina 8 aprile si è tenuta al Palazzo del Governatore la conferenza di presentazione della Panchina Post Pandemica, un’installazione architettonica e artistica che sarà ospitata in piazza Garibaldi dal 12 aprile all’11 ottobre, frutto di un percorso di progettazione partito un anno fa, durante il lockdown, risultata tra i vincitori della seconda edizione del bando ThinkBig di Fondazione Cariparma e Ludec.

Quando l’incontro diventa possibile anche in condizioni di limitazioni e distanziamenti.

 


Panchine a moduli variabili permettono alle persone di tornare a vivere, nel rispetto delle regole, le piazze e i luoghi di incontro.

Il tutto abbellito dall’inserimento di piante e di incursioni artistiche e teatrali, per aprire le menti e gli orizzonti futuri e evitare che le regole da rispettare si trasformino in gabbie. L’installazione ospiterà anche un percorso educativo per bambini, volto all’elaborazione dell’evento quarantena attraverso il gioco.

“Abbiamo provato ad immaginare il giorno in cui usciremo di casa e ricominceremo a vivere la Città- dicono le ideatrici sul sito della call ThinkBig- Di cosa avremo bisogno? Sarà necessario ricordare l’esperienza che abbiamo appena passato? Esisteranno delle strutture che permettano l’aggregazione mantenendo il famoso droplet?

Il nostro progetto è un’Allegoria della Quarantena, una seduta che sostituisca la classica panchina e che vada a raffigurare simbolicamente l’habitat che abbiamo vissuto nelle settimane di isolamento: il nostro salotto. La statua di un divano come monumento per ricordare, una Panchina Post-Pandemica che permetta l’incontro tra i cittadini rispettando quella distanza di sicurezza che sarà obbligatoria per molto tempo.

Il nostro progetto di Panchina Post-Pandemica permetterebbe di sedersi uno accanto all’altro rispettando quella distanza, perché verrebbe riempita da un elemento naturale: l’Albero. Immaginiamo sedute ad hoc per il droplet, che siano modificabili nel tempo tramite l’utilizzo di moduli mobili, per seguire le varie fasi della Pandemia.

Si potrà cambiare la conformazione della struttura una volta che la distanza non sarà più obbligatoria e l’Albero andrà a posizionarsi attorno alle sedute piuttosto che al centro. La Panchina Post-Pandemica cambierà conformazione in base alle diverse fasi che attraverseremo. Un salotto a cielo aperto per ripopolare le nostre strade in cui ci si potrà rincontrare, per ricordare, immaginare e giocare.

Un luogo in cui vorremmo organizzare anche una serie di incontri con delle attività guidate: piantare i semi delle piante che arrederanno il nostro salotto ripopolando la nostra città di verde. Incontri in cui verranno recitati versi ad uno spettatore alla volta; l’attore potrebbe avere come postazione il salotto stesso e uno alla volta il pubblico potrà sedersi accanto a lui e ascoltare un breve testo, magari scritto ad hoc. Un pomeriggio dei ricordi: in cui chiunque potrà raccontare un proprio ricordo della quarantena, riprendendo la tradizione dei nostri nonni di raccontarci le storie, per tramandarle e per creare un atto catartico di questa Pandemia, che volenti o nolenti ci avrà cambiato.

Un progetto che punta a ricreare l’incontro e il ricordo, ricostituendo quel senso di comunità che abbiamo scoperto essere necessario.

Un monumento cittadino alla portata di tutti in memoria della quarantena e della Pandemia.”

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