‘Priorità alla scuola Parma’ ha organizzato oggi pomeriggio alle 16 in piazza Garibaldi un flashmob statico per chiedere al governo la riapertura in sicurezza al più presto delle scuole e risorse adeguate per l’istruzione nel Recovery plan.
Un incontro nel pieno rispetto delle norme anti Covid che ha visto la partecipazione di insegnanti, studenti e genitori che hanno posato a terra ciascuno un paio di scarpe simboli dei bambin* e dei ragazz* pers* durante la Dad.
“Le scuole sono di nuovo tutte chiuse e senza nessuno scenario certo sulla riapertura-dice Roberta Roberti, consigliera comunale, ma qui in veste di insegnante e genitore-
Per l’ennesima volta di scuola si parla solo come luogo pericoloso.
Per l’ennesima volta i giovani e le giovani sono additat* come responsabili delle mancanze della nostra classe dirigente.
Per l’ennesima volta i genitori, ed in particolare le mamme, si trovano a dover organizzare l’impossibile gestione contemporanea di lavoro e didattica a distanza, mentre le case si trasformano in scuole e i bambini e i ragazzi soffrono nella loro solitudine di fronte allo schermo di un cellulare o di un tablet.
Non si parla di quando la scuola riaprirà. Si è promesso il 6 aprile, ma subito dopo nei discorsi del ministro Bianchi è apparsa la preoccupante affermazione che riapriremo “alla fine dell’emergenza”.
E purtroppo nonostante i tanti bambini e ragazzi “dimenticati a distanza”, nonostante gli appelli dei Pediatri e degli Psicologi, abbiamo segnali allarmanti di come il Governo sta immaginando la scuola del futuro.
Una scuola in cui la DAD diventa strutturale e non più emergenziale.
È una scuola in cui si mantengono le classi pollaio.
È una scuola che non è inclusiva.
Torniamo in piazza, per il presente e per il futuro.
Per una riapertura della scuola, ma anche per un diverso investimento del Recovery Fund.
Perché la scuola viene chiusa perché non la si ritiene importante.
Perché viene trasformata in un verifichicio in cui i processi di apprendimento e l’insegnamento di qualità non hanno rilevanza.
Per chiedere l’abolizione delle classi-pollaio.
Per chiedere un adeguato incremento degli organici e la stabilizzazione di docenti ed educatori, al fine di garantire la continuità didattica e la sicurezza nei processi educativi.
Per un’edilizia scolastica che renda la scuola un luogo decente e non pericoloso..
Perché le scuole siano le prime a riaprire in sicurezza per tutti e tutte.”
Alla fine degli interventi di un genitore e di uno studente che hanno ribadito l’importanza e l’esigenza delle relazioni e di una scuola inclusiva e partecipata che le favorisca, è stato rilanciato l’appuntamento per il prossimo 26 marzo che vedrà una nuova manifestazione a livello nazionale in difesa della scuola in presenza.