«I militari ieri hanno preso il potere in Myanmar dopo aver dichiarato lo stato di emergenza.
Aung San Suu Kyi è agli arresti domiciliari a Naypyidaw.
Molti altri arresti, ancora in corso: il Presidente della Repubblica, il Governo e il Parlamento, chief minister degli Stati Etnici, collaboratori di Aung San Suu Kyi, Min Ko Naing e Ko Ko Gyi, leaders di Generazione 88, attivisti dell’NLD, capi del movimento degli studenti. Cari amici,
un golpe in piena pandemia.
I militari dicono che è per un anno.
Il nuovo Presidente del Myanmar è il capo dell’Esercito Generale Min Aung Hlaing.
Il popolo è come sequestrato: bloccati i telefoni, le tv salvo quella dei militari, internet, chiuse le banche, eccetera. In molte zone del Myanmar la gente non sa nulla.
Siamo in contatto con i nostri amici, come si può.
Vogliamo che questa storia dolorosa e drammatica finisca al più presto.
La comunità internazionale sta reagendo, si chiede il rilascio degli arrestati.
E noi? Prestiamo la nostra voce ad Aung San Suu Kyi e al popolo birmano. Dicono che lei ha inviato una lettera al popolo. Non appena l’avremo ve la mando.
In qualsiasi modo facciamo sapere a tutti:
Sia liberata subito Aung San Suu Kyi
Siano liberati subito tutti gli arrestati
Sia liberato il popolo birmano
Hanno scelto la democrazia
Hanno il diritto di viverla
Noi siamo con loro.
Ci aggiorneremo presto per azioni concrete, a cominciare da una diffusa e costante informazione.
Dovrebbe essere finito il tempo dei talloni di ferro sulla testa dei popoli, sul futuro dei giovani.
La democrazia è in difficoltà nel mondo. Quando si svegliano energie nuove e un bisogno più forte di libertà e di giustizia, il male reagisce.
Questo è il tempo delle coscienze forti, ovunque nel mondo.
Ieri avevo preparato una mia lettera per voi, con allegato l’Appello del Card. Charles Bo. È sul sito dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania.
Poi sono arrivate le notizie del golpe, e abbiamo vegliato nella notte. Vi mando comunque la mia lettera precedente.
Con l’abbraccio più grande ad Aung San Suu Kyi, al popolo birmano e a voi»
Albertina Soliani