«Rocco ci ha lasciato. È un dolore che non permette molte parole. La sua vita, le sue azioni, le sue idee, la sua morale, le sue lotte, la sua sensibilità, le sue passioni continueranno a irradiare forza e amore» Maria Federica Maestri riflette sulla scomparsa di Rocco Caccavari, avvenuta a Parma il 22 gennaio 2021
«La Fondazione di cui è stato attivissimo Presidente onorario troverà un modo ‘eretico’ e vitale per ricordarlo e continuare il suo cammino».
«Appena il 22 dicembre scorso ha compiuto gli anni e così abbiamo scritto» aggiunge Francesco Pititto «Oggi compie gli anni il Presidente di Lenz Fondazione, Rocco Caccavari. È Presidente onorario in una accezione diversa dal solito, non perché non abbia compiti effettivi ma perché ci onora della sua presenza al nostro fianco, praticamente da sempre. L’ho conosciuto io ventenne e, nel corso del tempo, il suo specialissimo impegno nei confronti della sensibilità e fragilità delle persone si è incrociato con l’attenzione altrettanto specialissima che Lenz stava dedicando allo stesso tema, dal punto di vista artistico; e si sa che non c’è arte senza l’uomo, se poi è debole e indifeso è capace di poesia più di ogni altro grande artista. Anche da uomo politico, cioè da sempre, ha sempre agito in questa direzione, la sola politica possibile”.
E per sempre sottoscriviamo ancora».
Rocco Francesco Caccavari, nato a Girifalco (Catanzaro), il 22 dicembre 1938 e morto a Parma il 22 gennaio 2021, è stato Presidente onorario di Lenz Fondazione. Per molti anni ha ricoperto la presidenza di Natura Dèi Teatri, Associazione Culturale che dal 1995 ha organizzato, tra l’altro, un importante Festival internazionale di arti performative con spettacoli interpretati da attrici e attori sensibili con vissuti difficili per disagi fisici e psichici. Come performer ha debuttato nel 2015 all’interno del Festival Verdi di Parma nello spettacolo Verdi Re Lear, produzione Lenz Fondazione per la regia di Francesco Pititto e musiche originali di Robin Rimbaud aka Scanner. Nel 2020, per Parma Capitale Italiana della Cultura, avrebbe dovuto interpretare Asilo, parte della tetralogia di soli che Lenz ha dedicato ai testi dell’autore barocco spagnolo Pedro Calderón de la Barca.