COMUNICATO STAMPA COMITATO CITTADELLA FUTURA
Martedì 12 gennaio alle 17.30 sei rappresentanti dei quasi 4000 firmatari della Petizione promossa dal Comitato Cittadella futura per fermare il progetto di restyling del parco cittadino hanno incontrato in un Tavolo tecnico l’Assessore Alinovi, il progettista Arch. Pavarani e alcuni tecnici degli uffici comunali, oltre al Presidente del Consiglio comunale Tassi Carboni. L’obiettivo era quello di confrontarsi rispetto alle modifiche che l’Amministrazione ha deciso di apportare al progetto del 2017 accogliendo alcune delle osservazioni dei firmatari.
Pu riconoscendo all’assessore e ai tecnici disponibilità al dialogo e al confronto, le posizioni restano assai distanti.
Innanzitutto, con grande rammarico dobbiamo constatare che la nostra amministrazione ha una strana concezione dei processi partecipativi: abbiamo infatti chiesto di poter registrare l’incontro, dato che lo streaming era stato escluso a priori, ma abbiamo ricevuto un reciso rifiuto. Non ci è parso corretto nei confronti della città, ed in particolare dei firmatari che abbiamo rappresentato. Tuttavia abbiamo ritenuto più importante accettare comunque il confronto, perché l’obiettivo prioritario era e rimane la salvaguardia della Cittadella.
Veniamo alle modifiche che sono state apportate al progetto: sono stati effettivamente eliminati diversi interventi come da noi richiesto, ma il consumo di suolo resta molto alto (circa 720 mq in più di impermeabilizzazione del suolo), così come restano lo spostamento dei giochi liberi per i bambini (ai quali è stato riservato uno spazio leggermente ampliato rispetto al progetto del2017), che verrebbero posizionati a fianco dell’ex ostello al posto dei campi da basket, che a loro volta verrebbero spostati nel prato ora libero dove è stato fatto il flashmob (quello a lato dell’ex ostello); ai campi da basket saranno affiancate le giostre e i tappeti elastici oltre ai giochi liberi per i bambini più grandi, andando a disegnare con viali, vialetti, alberelli e controvialetti uno spazio attualmente aperto, libero e naturale.
Riteniamo che questa non sia una soluzione adeguata né dal punto di vista ambientale né dal punto di vista sociale: dispiace lo spostamento del gioco bimbi dai due prati ai lati della porta monumentale, carta d’identità del luogo fin dal primo impatto, per creare una sorta di ingresso di rappresentanza; consideriamo assai poco attenta alle necessità delle famiglie la conseguente nuova sistemazione dei giochi bimbi, che sarebbero frammentati in due aree distinte (area piccoli e disabili davanti all’ex-Ostello e area bimbi più grandi e giochi a pagamento nel prato successivo) eccessivamente lontane e separate dalla salita ai bastioni; appare incomprensibile e pericoloso lo spostamento dei campi da basket dall’attuale sistemazione, dal momento che la posizione attuale consente non solo un eventuale futuro utilizzo degli spogliatoi previsti al piano ora al grezzo dell’ex ostello, ma anche una “contaminazione” assai proficua fra funzioni e generazioni consolidata dal tempo; consideriamo inadeguata la scelta di riempire spazi liberi in uno dei 5 spicchi pentagonali attuali rimarcando zone che ora seguono certo un andamento più ordinato e conforme al disegno della fortezza e dei bastioni rispetto a quello del 2017, ma che appaiono ancora inutili ed eccessivi.
Ma la cosa più grave che resta è senza dubbio l’allargamento/ispessimento dell’anello centrale su tre dei lati; all’attuale percorso asfaltato sarà infatti affiancata una corsia incubetti di pietra di Luserna, inutilizzabile in bicicletta o con passeggini, la cui unica giustificazione è creare uno spazio per future bancarelle e mercatini. Ci pare che ciò comporterà un triplo danno: artistico e paesaggistico, visto che la corsia non sarà della medesima ampiezza su tutto l’anello (da 3 metri a 1,5) e interromperà in modo non consono la simmetria delle forme della fortezza; culturale, poichè questo ispessimento non ha alcuna ragione d’essere se non ospitare bancarelle per 35 giorni all’anno (più allestimento e smontaggio, nei mesi più propizi per usare il parco) e dunque asseconda una destinazione d’uso del parco afunzioni mercantili che non gli sono affatto proprie e che anzi andrebbero scoraggiate (perché non tornare piuttosto ad abitare il Parco ex Eridania, già attrezzato da anni allo scopo e che tanto bene ne potrebbe trarre dal punto di vista sociale e della sicurezza?); ambientale, perché una grande parte del prato scomparirà e sarà impermeabilizzata con materiali inerti, e perché qualunque agronomo o botanico accorto confermerebbe che le radici degli alberi secolari che segnano l’anello centrale ne risentiranno enormemente (ancor più se si predisporrà il cablaggio sottotraccia) e questi danni saranno visibili in un futuro prossimo, quando ci si stupirà di fronte alle malattie da cui gli alberi saranno attaccati e come sempre si darà una sola risposta: abbattere.
Siamo consapevoli di avere già ottenuto una considerevole riduzione del progetto originario: non si parla più di terza porta, si sono notevolmente ridotti i segni antropici ed il disciplinamento lezioso degli spazi liberi. Ma resta troppo: il “com’era-dov’era” non è cieco conservatorismo o una visione passatista, perché il futuro è ragionare piuttosto in un’ottica di reale cambiamento nel trattare i beni comuni, ed in particolare l’ambiente, e farne un usorispettoso, consono ed ottimizzato. Ci chiediamo infatti, dal momento che la Cittadella è il parco più frequentato ed amato dai parmigiani, ma anche il più sicuro: che conseguenze sociali porteranno questi dislocamenti? Quali effetti produrrà rompere un equilibrio che ha finora garantito una positiva promiscuità tra le generazioni e le funzioni? Per quale motivo la nostra amministrazione non riesce a tenere conto dei cambiamenti che il mondo ha vissuto in questi ultimi 4 anni, restando vincolata ad una visione inaccettabile dopo il riconoscimento dell’emergenza climatica e l’esperienza della pandemia? Come si può pensare di accendere un mutuo a carico dei cittadini di quasi due milioni di euro per un intervento tanto contestato e soprattutto non necessario né urgente, in una situazione di crisi economica come l’attuale?
La Cittadella è e deve restare un parco pubblico, come del resto il contratto con il demanio prevede. Non si può fare un intervento di riqualificazione senza avere le idee ben chiare sulla sua destinazione d’uso, non è nemmeno immaginabile che un progetto su un bene comune di questa importanza e sotto tutela possa essere realizzato senza una visione. E se c’è una visione dietro a questa proposta, resta quella di modificare la funzione del parco, forse non più per realizzarci grandi concerti, ma sicuramente per farlo diventare un contenitore commerciale di manifestazioni e fiere, dalle quali tra le altre cose, impensabile dopo averci speso tutto questo denaro pubblico, il parco esce regolarmente in condizioni inaccettabili.
Dubitiamo inoltre che l’invarianza idraulica sia rispettata e che l’aumento così consistente di superficie impermeabilizzata possa essere in contrasto non solo con le normative europee, ma con quelle regionali.
La Cittadella non ha bisogno che le sia conferita una dignità: la possiede già, eccome, e ciò che la caratterizza ora è ciò che la valorizza. Ci è parso che da questo punto di vista, almeno una parte dei nostri interlocutori abbia compreso le nostre ragioni ed in qualche modo abbia intenzione di accoglierle, ma che permangano intenzioni differenti sulle future funzioni del parco. Chiediamo pertanto al più presto possibile di incontrare come comitato Cittadella Futura l’Assessore Casa.
Auspichiamo inoltre che dal confronto di ieri e dalle commissioni consiliari a breve programmate possano scaturire positive conseguenze e che il nostro impegno per salvaguardare la Cittadella possa risultare vincente.