“”E’ morto il teatro, è morta l’ironia, la dolcezza .
La vita ci ha dato un cazzotto da ko.
Come i grandi del palcoscenico Gigi Dall’Aglio è morto in scena.
E’ morto in ospedale perché in questi tempi schiodati, con ministri della cultura insensibili, hanno richiuso i teatri , proprio alla vigilia del debutto del suo ultimo lavoro che non a caso si intitolava “A teatro non si muore”.
Mi piace pensarlo come nel ruolo di Antigone col suo sguardo beffardo e altero, a lottare contro queste assurde chiusure dei teatri, contro questo morire soli su quale troppi hanno taciuto.
E’ stata, purtroppo , la sua ultima prova, di teatrante, quelli che dalla parte del torto ci obbligano a praticare la ragione.
Le persone muoiono ma l’attore Gigi Dall’Aglio resterà immortale in questa città e non solo.
Centinaia di giovani devono a lui se hanno scelto regia e recitazione. Gigi era un gigante.
Sessanta anni di teatro di discussioni e anche di delusioni.
Era il più attrezzato culturalmente e teatralmente di quelli che hanno creato Collettivo e poi il Due.
Aveva nel sangue la lezione della commedia dell’arte, una infinita curiosità e una vena politica con la P maiuscola.
Aveva una etica di servizio , la convinzione che il teatro potesse migliorare tutti noi e l’ha praticata per tutta la vita regalando lezioni gratuite a tutti.
Nell’anno della Cultura se ne va uno dei bastioni veramente solidi di questa città, troppo spesso vuota e parolaia.
Era il prof che avremmo dovuto rendere obbligatorio a tutti.
Un pozzo pieno che continuava a riempirsi di sapere e umanità e lo riversava sugli altri, come fossero, fossimo, pianticelle da curare, riparare, fare crescere.
Addio amico di una vita, costruttore di una Parma migliore,
Grazie delle risate, dei pianti , delle avventure, degli appofondimenti in giro per il mondo (ci sarà modo per sottolineare più ampiamente quanto hai fatto).
Un abbraccio a Nice e ai “ragazzi del Paradiso” del Due che lasci dannatamente soli”.