Prosegue il contenzioso infinito tra Teatro delle Briciole e Fondazione Solares.
Oggi è la volta degli addetti ai lavori del teatro cittadino che escono dal silenzio autoimposto per denunciare la loro effettiva esclusione da ogni progetto teatrale di loro competenza.
Andrea Gambetta dichiara ad una nota testata cittadina “La nostra attività teatrale è in preparazione per la prima parte della stagione di novembre e dicembre”.
“Nostra” di chi? – si chiedono gli artisti che l’attività teatrale delle Briciole l’hanno ideata e realizzata con i successi degli anni passati- Di certo non delle persone che fino a poco tempo fa componevano l’organico artistico del Teatro delle Briciole”.
Ecco la lettera arrivata in redazione e firmata dagli storici artisti del Teatro delle Briciole:
“Per noi artisti del Teatro delle Briciole, ma sarebbe meglio dire ex-artisti del Teatro delle Briciole (o forse, meglio ancora, artisti dell’ex-Teatro delle Briciole?) leggere determinate dichiarazioni è davvero triste e sconcertante.
Ci eravamo da tempo imposti il silenzio nell’attesa – piuttosto scettica, a dir la verità – che una qualche forma di giustizia istituzionale riuscisse a porre fine alla vicenda che ancora lega la Fondazione Solares delle Arti a quello che un tempo si identificava con il nome “Teatro delle Briciole”.
Ci permettiamo di derogare a questo silenzio, sia perché vediamo questa fine sempre più lontana e irraggiungibile, sia perché c’è un limite a tutto, anche alla possibilità concessa ad ognuno di mistificare la realtà.
La consigliera Roberti non ha certo bisogno del nostro sostegno, tuttavia Le esprimiamo il nostro sentito ringraziamento per aver cercato di porre all’attenzione della cittadinanza un fatto che, nella sua evidenza, rischia di passare del tutto inosservato.
Il fatto, in breve, è che il CdA della Fondazione Solares delle Arti ha in pratica completamente estromesso dalla propria attività il comparto artistico. La quasi totalità degli artisti che negli ultimi anni hanno contribuito a costruire l’identità di un progetto artistico collettivo, riconosciuto in Italia e all’estero, e hanno dedicato le proprie individuali carriere professionali sotto l’insegna del Teatro delle Briciole, è stata di fatto esclusa, ad oggi, dalla programmazione attuale e futura di ogni attività relativa a questo centro di produzione: dalla creazione degli spettacoli, alle tournée, alla conduzione dei laboratori con le scuole così come con tutti quei gruppi di lavoro (di bambini e di ragazzi, ma non solo) che si erano consolidati in diversi anni di preziosa pratica teatrale.
Non si tratta dunque solo della questione, tanto sbandierata dal CdA della Fondazione, relativa alla sospensione della precedente direzione artistica e organizzativa, avvenuta ormai più di un anno fa. Per noi che ne abbiamo esperienza diretta è scontato capire che se la precedente direzione ha rifiutato di rientrare nella propria posizione era per il semplice motivo che non veniva data alcuna garanzia, da parte del CdA, di rispettare quelle condizioni minime che avrebbero garantito la sopravvivenza del progetto culturale del Teatro delle Briciole.
Come si può con tanta tranquillità lasciar credere ai cittadini che tutto sia come prima?
Leggiamo: “La nostra attività teatrale è in preparazione per la prima parte della stagione di novembre e dicembre”. “Nostra” di chi? Di certo non delle persone che fino a poco tempo fa componevano l’organico artistico del Teatro delle Briciole. Di certo non di tutti i cittadini che hanno firmato l’esposto in procura. Di certo non del Comune, che tramite la voce del sindaco ha chiesto le dimissioni immediate dell’attuale CdA, ottenendone solo una risposta incurante del volere della comunità che un sindaco rappresenta. Di certo non delle scuole, delle Università, di tutte le insegnanti e gli insegnanti che hanno già protestato a gran voce per tutto questo. Di certo non dei teatri italiani, che hanno manifestato la loro solidarietà a tutte quelle persone impegnate a realizzare il progetto “Teatro delle Briciole”.
Un progetto che oggi, per quanto ci riguarda, purtroppo non esiste più.
È un’evidenza molto dura per noi da accettare, ma oggi questa è la realtà, e la realtà va compresa, non può essere illusoriamente negata. Ci sforziamo di scrivere queste righe anche perché ci sentiamo in dovere di chiarire la nostra posizione al pubblico che ha sostenuto insieme a noi questo progetto per così tanto tempo, rendendolo possibile.
A fronte di alcuni (pochi) dipendenti a contratto indeterminato, che hanno avuto la fortuna (tra molte virgolette) di accedere alla tutela della cassa integrazione, nessun artista è stato impiegato dal 23 febbraio ad oggi per alcuna attività di “rilancio” dopo la crisi dell’emergenza sanitaria.
Salvo alcune, rarissime eccezioni, per cui alcuni nostri colleghi si sono trovati e forse si troveranno a collaborare con la Fondazione Solares delle Arti in determinate occasioni, nessun regista e nessun attore è stato contattato in merito alle produzioni già in programma per l’anno 2019/2020 e sospese a causa del Covid.
Non possiamo non chiederci: sospese sì, ma fino a quando? La quasi totalità dei teatri italiani ha ripreso da tempo la produzione di spettacoli.
A quanto apprendiamo dai manifesti (perché nessuno ce lo ha comunicato), la Fondazione stessa riprenderà l’attività di produzione: perché essa non riparte dai progetti già previsti?
È facile omettere la risposta e sostenere che fino ad ora la produzione è stata sospesa a causa del Covid, o che ci sono i lavori in corso (che comunque non impedirebbero l’uso di larga parte del teatro), o che non è stata fatta nessuna attività finora per non ostacolare l’attività estiva di Insolito Festival (che invece quest’anno è stato gestito proprio solo ed esclusivamente da Micro Macro, e la collaborazione, a differenza di tutti gli anni precedenti, si è in pratica limitata a un noleggio di materiali pressoché obbligato, che ora viene invece strumentalizzato).
Allo stato attuale, di quel che era il Teatro delle Briciole non rimangono che pochi dipendenti addetti all’amministrazione, all’organizzazione e al comparto tecnico.
Che cosa rimane del progetto artistico di un gruppo di persone che animava quel teatro? Rimangono solo le scene inutilizzate di spettacoli che non potranno più essere fatti. Opere che erano nostre in quanto rivolte alla collettività, e che ora non sono più di nessuno: morte carcasse di proprietà della Fondazione Solares delle Arti.
Quindi la domanda è legittima, almeno per noi che i fatti, purtroppo, li conosciamo e ne viviamo le conseguenze: come sono stati impiegati, e come verranno impiegati, tutti i finanziamenti pubblici che quest’anno il Teatro riceverà?
Di fronte a molti teatri che li hanno utilizzati per assumere il proprio personale artistico in questo periodo di emergenza, garantendo ai propri professionisti un minimo di stabilità economica in questo momento critico, e al contempo investendo risorse nell’effettiva ripresa dell’attività, cosa ha fatto la Fondazione Solares?
Se non sono state investite nel Teatro le risorse destinate al Teatro, in cos’altro sono state impiegate?
Come artisti ci sentiamo in dovere di difendere la nostra poetica, e nel farlo sentiamo di riconoscerci in una storia teatrale che fino a poco tempo fa abitava un luogo, ma che ora purtroppo non dimora più lì.
Di sicuro di fronte alle tragedie epocali che ci attraversano questi piccoli eventi personali impallidiscono, ma allora appunto, che si abbia almeno il buon gusto di lasciarli alla loro invisibile evidenza.
Grazie.
Beatrice Baruffini
Daniele Bonaiuti
Giulia Canali
Elisa Cuppini
Jessica Graiani
Davide Giordano
Andrea Lopez
Alessandro Maione
Simone Mastrocinque
Savino Paparella
Elisa Pol
Riccardo Reina
Chiara Renzi
Francesca Ruggerini
Emanuela Dall’Aglio