Si è svolto in Aula Magna dell’Università di Parma l’evento dal titolo “Agenda 2030, cultura e governance per un benessere sociale all’insegna della sostenibilità” cui hanno partecipato varie figure istituzionali rappresentati dal mondo delle fondazioni, del Comune e dell’Università di Parma, di ASviS e della politica, che hanno dato una visione d’insieme sull’importanza del ruolo della cultura in un difficile momento come quello post pandemia.
Tra le figure di maggior rilievo che sono intervenute ha preso parola Elly Schlein, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, che ha ricordato come l’Agenda Onu 2030 sfidi il mondo della politica a lavorare con lungimiranza e complessità, per superare la sfida di governance attuale.
La Vicepresidente ha aggiunto inoltre che tutte le strutture delle giunte della Regione stanno lavorando per elaborare una completa strategia di sviluppo sostenibile declinata sui 17 Obiettivi dell’Agenda2030 grazie a un accordo fissato con ASviS.
La Schlein ha affermato che sicuramente l’intreccio tra ambiente e lavoro è cruciale in questa sfida globale, riportando che “E’ stato innovato il Patto del lavoro, siglato nel 2015 in Patto del lavoro e del clima che punta a decarbonizzare la Regione entro il 2050 e a realizzare al 100% energie rinnovabili entro il 2035” ma pone un accento incalzante su quanto sia fondamentale il tema della cultura che tocca trasversalmente tutti gli Obiettivi dell’Agenda. E conclude asserendo che: “La priorità è la coesione sociale: non si può avere inclusione sociale senza dare accesso alla cultura”.
La cultura e il ruolo che gioca per tutte le parti sociali è il perno dell’evento su cui tutti i relatori si sono confrontati, incalzati dalle domande del moderatore Samir de Chadaverian (Gist), che prendendo tra le mani il cubo di Rubik paragona i suoi piccoli quadrati colorati agli Obiettivi dell’Agenda asserendo che: “se non si ha uno sguardo sistemico tra tutti e 17 non si riuscirà a comprenderli tutti” e prosegue “propongo di introdurre l’Obiettivo Zero: è invisibile ma c’è. Dobbiamo rendere visibile la complessità per abilitare l’agire sistemico-generativo della Governance per connettere gli Obiettivi e dar vita all’Agenda2030”.
Quale luogo migliore per parlare di governance e cultura se non Parma che fino al 2021 sarà la capitale della Cultura italiana? La parola passa così a Francesca Velani, Coordinatrice di Parma 2020+21, che fa notare la differenza di dati tra la quantità di eventi che erano stati registrarti in pre pandemia (1650 in totale tra concerti, mostre, convegni, degustazioni e moto altro) e il post emergenza (400 eventi registrati) per dire chiaramente con soddisfazione che: “Questa è la dimostrazione che il territorio non si ferma e che la cultura è fondamentale per resistere e superare dei momenti difficili. La cultura nel lockdown ci ha mostrato come si prende cura delle persone, nonostante sia stato uno dei settori più colpiti, ma ha aiutato le persone a rimanere legati alla vita”. Il messaggio del Comune di Parma è chiaro: portare la cultura sul territorio affinchè si sviluppino progetti di cultura sostenibile che coinvolgano tutte le fasce. A questo proposito l’intervento di Federico Olivieri (ASviS), che ha reso noto il lavoro svolto congiuntamente tra ASviS e il Comune di Parma sulla rendicontazione degli indicatori dell’Agenda declinandoli sul territorio e mettendo in luce gli aspetti carenti su cui il Comune deve lavorare per raggiungere i Target riportati nel documento dell’Onu.
Non si è parlato solo di progetti locali ma anche i lavori che si stanno facendo al Governo, alla Cabina di Regia Benessere Italia, presieduta da Filomena Maggino, che ha spiegato la complessità della sfida di governance che il Governo attuale ha accettato di affrontare iniziando dalla costituzione di una Cabina addetta ai lavori per lavorare, sia in verticale che in orizzontale, per coordinare le attività dei vari Ministeri e rendere gli operati coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030. “Dobbiamo capire quali sono innanzitutto le fragilità da superare e la pandemia ce l’ha fatto capire – asserisce la Maggino e rilascia in ultima battuta un suggerimento – bisogna saper gestire i saperi nuovi: gestire in modo sano il tempo, legarsi alla cultura, saper imparare a dare e cercare di essere empatici. Se impareremo questo, affiancati dalla cultura, potremo costruire un nuovo paradigma per una nuova società”.
Non è mancata la presenza dell’Università di Parma, con la presenza di Katia Furlotti (in rappresentanza del gruppo Ateneo Sostenibile) che ha ricordato che anche l’Ateneo sta facendo la sua parte: “Nel 2015 è nato il gruppo di lavoro Strategie di sostenibilità per l’Ateneo di Parma, successivamente si è costituito il gruppo Ateneo sostenibile e nel 2016 si è inserito nell’art.1 comma 9 dello Statuto la parola Sostenibilità come mission dell’Università e nel 2019 si è reddato il primo Report di sostenibilità”.
La cultura è riuscita a svolgere il suo compito quando riesce a trasformare il benessere sociale,quando “lascia spazio e valore ai cittadini – ha affermato Carola Carazzone di Assifero – e riesce a coinvolgere le giovani generazioni a partecipare a questo processo di trasformazione”. Dello stesso avviso sono anche gli ultimi due relatori Michele Fasano (che da anni si occupa della divulgazione della cultura imprenditoriale di Adriano Olivetti): “La cultura si realizza quando c’è attenzione agli spazi, al design d’interno, al lavoro, all’educazione e alla società ovvero quando nei luoghi nasce la cultura perché le persone si incontrano”. Ha concluso Eva Campi con un buon auspicio: “Cultura è anche come si fanno le cose all’interno di un gruppo: fare rete è l’unico modo per affrontare la complessità e dar valore alle persone in tutti gli ambienti”.