“La strada Romea” è una fondamentale ricerca di Arturo Carlo Quintavalle sul cammino dei pellegrini che confluivano a Parma dalle terre francigene, attraverso il Moncenisio ed il Gran San Bernardo, o dalle province lombarde lungo la via Emilia o ancora dai territori germanici tramite il Brennero, per poi riprendere il loro viaggio sull’antica strada che, attraverso San Pancrazio, Collecchio e Fornovo di Taro portava al passo della Cisa, l’antico passo di Monte Bardone (Mons Longobardorum).
I Comuni di Parma, Collecchio e Fornovo di Taro, in collaborazione con l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale,si sono fatti oggi promotori di una variante alla moderna Via Francigena che riconnette Parma e Collecchio alla già nota tappa 19, la quale, ricalcando il cammino raccontato dall’arcivescovo di Canterbury Sigerico, di ritorno da Roma, collega Fidenza a Fornovo di Taro passando per Medesano e Felegara.
La variante che ora si propone segue, in linea di massima, l’asse individuato da Quintavalle, sulla sponda orientale del fiume Taro, che lega Parma, Collecchio, Fornovo di Taro, e trova nelle ricerche di Ubaldo Delsante, quello che doveva essere, tra le tante strade di quel reticolo di vie che portavano a Roma o addirittura a Gerusalemme, uno dei cammini più seguiti dai pellegrini.
Uscendo da Parma, da porta Santa Croce, i pellegrini lasciavano la via Clodia (via Emilia) in corrispondenza della chiesa di San Pancrazio, raggiungevano la chiesa di Vicofertile e poi, seguendo in parte i tracciati residui della centuriazione romana, Madregolo, con la sua pieve e il suo ospizio, importante punto di sosta anche per i pellegrini che provenivano dal vicino guado del Taro.
E di qui si avviavano all’ospizio di Collecchiello e lungo la sponda orientale del Taro fino alla Corte di Giarola, e al monastero di Oppiano, a Qualatica (Ozzano) e infine alla pieve di Fornovo di Taro nella buona stagione; oppure durante i mesi invernali, quando il fondovalle risultava impraticabile, verso la pieve di Collecchio per giungere all’ospizio di Talignano e alla sua pieve, e poi su verso la strada della Costa fino a Fornovo di Taro.
Un itinerario dettato dalla stagione, dalle condizioni delle strade e dei sentieri, dall’esigenza della vicinanza dell’acqua, dalla presenza di pievi, ospizi, di luoghi sicuri dove passare la notte.
Il percorso che riportiamo oggi in vita ricalca nelle sue linee essenziali tale tracciato. E’ un itinerario di indiscutibile valenza storica, artistica e religiosa: la Piazza del Duomo cuore religioso e medievale della città, su cui si affacciano la Cattedrale, il Battistero, rivestito di marmo rosa di Verona, una tra le più alte espressioni dell’arte in Italia, ed il Palazzo Vescovile, costituiscono uno spazio di emozionante bellezza; la chiesa di Santa Croce, le chiese di San Pancrazio, di Vicofertile, le pievi di Collecchio e di Madregolo (raggiungibili queste ultime due con una breve deviazione), e gli insediamenti di proprietà monastica di Giarola e di Oppiano scandivano, allora come oggi, il cammino dei pellegrini.
E attualmente la Corte di Giarola, complesso architettonicamente affascinante nella sua austera e antica semplicità, rappresenta un importante polo museale sul cibo, ospitando al suo interno il museo della pasta ed il museo del pomodoro.
Percorso di notevole valore naturalistico poiché, a partire da Madregolo, costeggia il Parco fluviale del Taro permettendone la visita in corrispondenza della località “Le Chiesuole”, una delle zone umide più importanti d’Italia, dotata di percorsi e attrezzature dedicati all’osservazione della ricchissima avifauna che vi nidifica; mentre già poco prima di Collecchiello, a metà percorso, il sentiero entra nel Parco vero e proprio e prosegue all’interno di esso fino a Fornovo di Taro e alla splendida pieve dove spicca il bassorilievo che racconta il martirio di Santa Margherita.
E’ un cammino che si svolge tutto su terreno pianeggiante per circa 28 km. con un dislivello di 60 mt. circa; la prima parte, dopo la ciclopedonale che costeggia la via Emilia fino a S. Pancrazio, si snoda per vie minori, asfaltate e quasi senza traffico (eccetto i brevi tratti di via Roma e di strada Mulattiera trafficate a inizio e fine giornata), in parte alberate e in parte già ricomprese nei frequentati circuiti cicloturistici di Collecchio.
La seconda parte è più avventurosa e segue i sentieri del Parco, attraverso il bosco o la macchia; percorribili a piedi, in mountain bike e in buona parte anche con carrozzine per disabili tipo Triride, progettate per spostarsi su percorsi “fuori pista”. Infine è quasi superfluo sottolineare il valore enogastronomico di tale tappa, ricca di quelle eccellenze produttive e gastronomiche che rendono famoso il territorio che attraversa, a cui è possibile attingere direttamente presso gli spacci delle aziende agricole e casearie che si incontrano lungo il percorso o facendo sosta presso le trattorie che custodiscono con orgoglio la tradizione culinaria dei luoghi
Fondazione Cariparma contribuisce allo svolgimento delle due giornate “I Love Francigena. Scoprire i territori a piedi lungo gli Itinerari culturali“, alla loro promozione online e alla realizzazione di due pannelli informativi del tracciato della Variante della Via Francigena “Lungo Taro”, da Parma a Collecchio, fino a Fornovo di Taro.
“Nell’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura riscoprire e rendere fruibile ai ‘nuovi’ pellegrini, agli appassionati della storia, o a coloro che amano la natura e la bellezza dei paesaggi, questo tratto storico all’interno dell’ampio percorso della Via Francigena dà un valore aggiunto alla città, al territorio e all’intera provincia – ha detto il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti -. Essere tappa dell’itinerario storico che dal nord Europa portava alla città eterna ci riempie di orgoglio. I pellegrini potranno contemplare passo dopo passo i luoghi storici della nostra città il Battistero, il Duomo e tutto il territorio in tutte le stagioni”.
Grande soddisfazione per la Sindaca di Collecchio Maristella Galli: “Via Francigena, via Romea, Cammino di Santiago: percorsi tra bellezze naturali ed architettoniche che rappresentano occasioni uniche per riflessioni interiori ricche di spiritualità. Con questa consapevolezza si è voluto riscoprire un sentiero così significativo che si snoda vicino a casa nostra, un sentiero che nei secoli ha visto il passaggio di pellegrini diretti a Roma, disposti a superare valichi e montagne alternati ad un tratto pianeggiante punteggiato di luci e di ombre, di riflessi nell’acqua e canti di uccelli, di pietre romaniche e luoghi di ristoro. Sono infatti cinquanta i metri di dislivello che caratterizzano la variante 19 bis lungo il Taro che parte da Parma e arriva a Fornovo attraversando San Pancrazio, Madregolo e il Parco del Taro con la Corte di Giarola. Nell’insieme ventotto chilometri di cammino adatti a tutti, da percorrere a piedi come in bicicletta, a cavallo o parzialmente in carrozzina, che si tratti di tenaci pellegrini o famiglie in relax. Lungo la strada, ci aspettano il Battistero e il Duomo di Parma, tramonti di fuoco sul fiume Taro, una corte medievale immersa in una pace ristoratrice e pievi romaniche di spettacolare bellezza”.
“Questo nuovo percorso, caratterizzato da una particolare dolcezza del paesaggio e da importanti testimonianze culturali, rappresenta un significativo arricchimento della Via Francigena ponendo la giusta attenzione su di una nuova via di fiume – ha dichiarato Michela Zanetti Sindaca di Fornovo di Taro – ; una nuova via che si muove all’interno della realtà tutelata del Parco del Taro, e che mette in comunicazione la città con Fornovo, contribuirà ad accrescere il valore del percorso Francigeno che sempre più negli ultimi anni ha determinato la riscoperta dei nostri territori sia dal punto di vista culturale e che naturalistico.
La Via Francigena è via di luoghi e paesaggi ma anche, e soprattutto, di persone: non solo viaggiatori ma anche tanti intellettuali e amministratori o semplici cittadini che, come in questo caso, hanno contribuito alla realizzazione della variante che andremo ad inaugurare a breve. Un bellissimo progetto nato dalla passione e dall’impegno di tanti diventa ancora più prezioso ed è dimostrazione che dalla convinta condivisione di un obiettivo possano scaturire risultati importanti come questo”.