di Irene Toscani
Dopo la chiusura forzata a causa dell’emergenza Covid, dal primo weekend di settembre tornano ad essere nuovamente visitabili al pubblico le magnifiche sale affrescate della Rocca dei Rossi di San Secondo, un gioiello dell’arte tardorinascimentale inserito nel circuito dei Castelli del Ducato.
Proprio in occasione della riapertura, ad impreziosire la visita gli ospiti troveranno le opere di Antonella De Nisco, fiber artist di origini reggiane, disseminate durante tutto il percorso di visita e in dialogo costante con il luogo e le raffigurazioni preesistenti.
La mostra, inaugurata con un grande successo di pubblico sabato 5 settembre alla presenza del vice Sindaco Ketty Pellegrini e intitolata “Ferite, Vizi&Virtù”, rappresenta la prima iniziativacurata da QuadrilegioLab, una serie di progetti culturali proposti da Quadrilegio che esulano dal quartiere del centro storico parmigiano di origine.
Le opere esposte si sviluppano attorno alla tecnica dell’intreccio di tessuti e di materiali “poveri”, quali la juta, lo spago, il midollino, per creare oggetti dalla forte carica poetica capaci di evocare nel visitatore ricordi passati e di stimolarne la fantasia.
L’opera che accoglie i visitatori e ne filtra la visuale sul cortile d’onore è “Ferita/feritoia”, una grande opera tessile che allude al concetto di passaggio/spiraglio che si può creare da una ferita: un significato simbolico positivo molto potente che ben si presta ad essere letto in questo luogo le cui ferite sono vive e tangibili, segnilasciati dal terremoto del 2012 e da tanti anni di parziale abbandono ed incuria.
Lo stesso messaggio lo si percepisce attraverso “Ascolti”, piccole orecchie/imbuti intrecciati con midollino, come fossero delicati organi sensoriali del palazzo, che chiede di essere ascoltato, tutelato, valorizzato.
L’attenzione dell’artista al luogo inteso come Bene Culturale, come opera d’arte che necessita di essere tutelata come tale, si intuisce attraverso ciascuna delle opere disposte lungo il percorso;ogni sala è caratterizzata da un pezzo che richiama la tematica degli affreschi o invita il visitatore ad interagire con essi: tra i tanti un esempio è “Inginocchiatoio d’arte”, ma anche “SpiaFavole”, una leggera struttura circolare intrecciata attraverso il quale il visitatore può ammirare le vicende de “L’asino d’oro” di Apuleio concentrando lo sguardo nel punto incorniciato dall’oggetto suggerito dall’artista.
La mostra si conclude all’interno del Salone delle Gesta Rossiane, una sala di imponente grandezza che lascia il visitatore stupito per la raffinatezza degli affreschi che ricoprono totalmente le pareti e l’alto soffitto raffiguranti le imprese eroiche e virtuose che la famiglia Rossi ha compiuto durante i secoli.
Anche qui l’artista non manca di invitare alla riflessione attraverso il dialogo del preesistente con il contemporaneo: la sua installazione “Vizi&Virtù” consistente in 7 tavole rappresenta, con un linguaggio moderno e a tratti pop, come ogni virtù, portata all’eccesso, possa trasformarsi in vizio.
Una imperdibile occasione di visitare un gioiello poco conosciuto del nostro territorio, finalmente valorizzato da un’artista di alto livello come Antonella De Nisco che con la sua sensibilità artistica è stata in grado di impreziosire le sale vuote dell’edificio lasciando nei visitatori un senso di meraviglia costante.
La mostra sarà visitabile tutti i weekend fino all’8 dicembre con orario continuato 10-18 oppure in settimana previa prenotazione.
Tutte le informazioni sul sito del Comune di San Secondo.
Ph. Credits Silvia Sirea Convertini
L’artista
Antonella De Nisco è nata a Bassano del Grappa (VI), vive e lavora a Reggio Emilia. Laureata in Storia dell’Arte presso l’Università di Parma, diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Alta Formazione Universitaria in Didattica Laboratoriale presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
L’artista affianca alle attività espositive collaborazioni in progetti, installazioni, eventi, lezioni, pubblicazioni e docenza di storia dell’arte.
È autrice di articoli/ricerche sulla didattica dell’arte, con l’architetto Giorgio Teggi ha teorizzato “Per un’arte clandestina”, continuando a praticarla nell’ideazione di progetti sperimentali e di ricerca artistica, insieme hanno fondato l’Associazione LAAI (Laboratorio di Arte Ambientale Itinerante) che interviene negli spazi della quotidianità attraverso installazioni territoriali a creare “luoghi di sosta” capaci di segnalare, creare riposo, riparo e cura, indurre fruizioni simboliche/poetiche e dal 2014 cura Arte Fluviale presso il LidoPO di Guastalla (RE).
Da molti anni collabora con scuole, comuni, musei, teatri, intervenendo con mostre e installazioni site-specific in luoghi naturali, giardini, parchi, aree urbane, museali o di margine.