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Problemi di pressione dell’acqua a casa? Le soluzioni

Può capitare in ogni abitazione di avere problemi di pressione dell’acqua. A volte, è un problema che può dipendere dall’azienda locale che distribuisce l’acqua in città. Altre volte potrebbe trattarsi di un accumulo di detriti nelle tubature dell’impianto.

In linea di massima la pressione dell’acqua della rete pubblica è sufficiente a far sì che questa raggiunga tranquillamente, senza intoppi, tutte le forniture domestiche, perfino gli attici dei palazzi più alti.

Prova ne è il fatto che a monte della rete privata, in genere, viene installato un riduttore di pressione. In alcuni casi, però, la diminuzione della pressione dell’acqua si manifesta a seguito di un importante intervento di ristrutturazione. Infatti, l’introduzione di erogatori particolari e di alto design, come possono essere grandi soffioni per la doccia o bocche a cascata, può creare non pochi problemi se associata ad un vecchio impianto. Questi oggetti necessitano di ben precise caratteristiche di pressione e portata, lontane da quelle che contraddistinguono i vecchi impianti.

Può capitare, poi, che depositi calcarei o di ruggine possano intasare le tubazioni. Verificate che non sia questo il vostro caso, altrimenti per ripristinare una normale erogazione dell’acqua vi basterà sostituire il tubo usurato.

Le soluzioni

Per risolvere il problema della poca pressione dell’acqua bisogna controllare se il problema si presenta in tutte le sorgenti d’acqua: se è circoscritto a un solo rubinetto, con ogni probabilità la causa sarà da ricercarsi in quest’ultimo. Se la poca pressione dell’acqua riguarda più rubinetti, allora la causa andrà cercata altrove. Utilizzando, ad esempio, una pompa di pressurizzazione.

L’autoclave, infatti, è utile a far aumentare la pressione dell’acqua potabile, in modo tale che sia superiore a quella presente all’interno della distribuzione locale. Così, per esempio, anche coloro che abitano ai piani alti di un palazzo possono soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero di acqua. Per rendere più semplice la comprensione del funzionamento dell’autoclave, è importante individuare i componenti della sua struttura.

La pompa di pressurizzazione è caratterizzata dalla presenza di serbatoi chiusi che al loro interno contengono aria in pressione. La pompa elettrica, una volta accesa, invia l’acqua in modo tale da farla entrare nel serbatoio. In questa fase l’aria presente viene compressa, incrementando notevolmente la pressione. Nel momento in cui viene raggiunta la pressione massima standardizzata, la pompa elettrica si spegne in modo automatico.

Tutte le volte che viene aperto un rubinetto collegato con il serbatoio, il volume dell’aria compressa tende ad incrementarsi, determinando anche una lieve riduzione della pressione. Qualche istante dopo fuoriesce l’acqua dal rubinetto.  Se la pressione raggiunge il valore minimo fissato in sede di taratura, la pompa viene accesa di nuovo e il ciclo si riavvia. Gli impianti di autoclave di ultima generazione sono dotati di una membrana elastica che sostituisce l’aria compressa, consentendo la realizzazione di serbatoi di piccole dimensioni.

 

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