Home » Cultura&Spettacoli » Teatro Due: il programma per riavvicinarsi, per incontrarsi, per pensare insieme

Teatro Due: il programma per riavvicinarsi, per incontrarsi, per pensare insieme


Se il Teatro è il luogo in cui per eccellenza la “crisi” è opportunità di trasformare il presente in materiale vivo, questo più che mai è il momento in cui un’Istituzione come Teatro Due deve essere vitale, per rielaborare i temi urgenti dell’oggi, conservare la memoria, immaginare il futuro nel segno del coraggio, della sorpresa e della meraviglia.

Cogliere le pur difficili possibilità di cambiamento insite nella situazione in cui ci siamo trovati, non significa solo adattarsi ai dettami imposti dalla legge – e quindi predisporre lo spazio come se fosse nuovo e disporsi ad imparare un nuovo modo di abitarlo – ma riaffermare con consapevolezza le funzioni che il Teatro esercita, prima fra tutte la socialità.

Il distanziamento fisico non può tradursi in distanziamento sociale.

Più volte lo scorso anno abbiamo citato un brano dell’artista francesce Olivier Py dal titolo Disarmare le solitudini, lo abbiamo scelto perché era un discorso che ribadiva la funzione politica del Teatro, ma il riferimento a quel “disarmo” è stato quasi profetico; ora più che mai il Teatro non è solo uno spazio fisico, ma uno strumento della società civile per riavvicinarsi, per incontrarsi, per pensare insieme.

A febbraio abbiamo interrotto un’intensissima attività ed è stato come frenare un treno in corsa.

Ora Teatro Due riapre e il programma che propone al pubblico, nella consapevolezza della funzione pubblica, civile e politica che un’Istituzione come la nostra è chiamata a svolgere, cercherà di condividere una “nuova intensità”; il pubblico, dopo lo spaesamento che ha colpito tutti individualmente e collettivamente, potrà trovare nel teatro innanzitutto un luogo per le domande più universali.

Il silenzio, il raccoglimento, il bello che serve per ricollocare i pezzi frantumati da un momento doloroso, il rito dell’addio a chi non c’è più, la catarsi collettiva di cui abbiamo bisogno come comunità, saranno offerti attraverso l’esempio potente delle storie e dei miti, l’incontrastata forza della musica, la delicatezza della poesia, l’insegnamento della Storia.

Per adeguarsi alla imprevedibilità della situazione che stiamo vivendo, d’accordo con molti altri teatri italiani, presenteremo l’attività di tre mesi in tre mesi, iniziando a settembre all’Arena Shakespeare per proseguire negli spazi interni del Teatro Due da ottobre fino a dicembre.

L’attività di Fondazione Teatro Due è realizzata con il sostegno istituzionale di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Monteparma e Fondazione Cariparma.

Affidiamo a immaginazione e poesia, portentosi strumenti per curare e nutrire lo spirito, il preludio della ripresa: nei Racconti di una notte d’estate le più belle storie mai scritte da William Shakespeare saranno interpretate dagli Attori dell’Ensemble Stabile in tre serate negli splendidi spazi di un angolo poco conosciuto della città, l’ex Chiostro di San Cristoforo, in collaborazione con la Fondazione Pizzarotti, il 21, 22 e 23 luglio a partire dalle ore 19.15.

 

Per scacciare il diavolo della paura, in settembre in Arena Shakespeare ne suoneranno cinque di diavoli, i virtuosi The 5 DeViles guidati dal violinista svizzero di origini unghero-ucraine Geza Hosszu Legocky, balzato all’attenzione del pubblico nel 2002 invitato al primo Martha Argerich Project Festival, a Lugano.
Speciale per la capacità di trasferire il suo talento inimitabile dalla musica classica ad altri generi (fra cui folk, gypsy, ebraica, jazz e anche pop), Geza ha una sorprendente abilità nel trasmettere la musica fino al cuore degli ascoltatori, suonando un repertorio che spazia dalle miniature di Paganini o Boulanger ai toni sfolgoranti della tradizione folk ungherese, rumena e balcanica, fino al seducente swing di Django Reinhardt (10 settembre).

È la scrittura dei grandi autori a tracciare un percorso tra la spiritualità dell’Antico e la carnalità del Presente, tra la forza tragica di un viaggio mitico e la graffiante disperazione del viaggio odierno per la sopravvivenza. Le voci che ci portano queste storie sono quelle di interpreti d’eccezione della scena contemporanea: Luca Zingaretti in La Sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti (12 e 13 settembre) e Massimo Popolizio che interpreterà La caduta di Troia dal Libro II dell’Eneide di Virgilio con le musiche composte ed eseguite da Stefano Saletti e Barbara Eramo (19 settembre).

Musica e Teatro Civile anche per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente: Senza Confini – Ebrei e Zingari di Moni Ovadia è un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che in tempi più vicini a noi si fa solitaria, si carica di un’assenza che sollecita un ritorno, un’adesione, una passione, una responsabilità urgenti, improcrastinabili.  

Nel modo leggero, svaporato e ironico di una vecchia “commedia all’italiana” l’Ensemble Attori di Teatro Due accoglie un testo scritto da Gigi Dall’Aglio per il Cinema, utilizzandolo come canovaccio libero e scombinato su cui applicarsi, con divertimento, per riflettere sui principi fondanti del Teatro, nella creazione In teatro non si muore…


In Tre dialoghi sul potere si ragiona sulla natura maligna o benigna del potere, l’infelicità dei tiranni, la democrazia, la res publica, a partire da Ierone o della tirannide di Senofonte, Dialogo sul potere di Carl Schmitt, La cena di Jean-Claude Brisville: tre congegni analitici a cura di Walter Le Moli per comprendere e magari intervenire nella complessa, apparentemente caotica situazione in atto.

Le grandi possibilità evocative offerte dalla tensione permanente fra teatro classico, Commedia dell’Arte, teatro di marionette e movimento coreografico, in contesti scenici che si avvalgono di poche parole, sono esplorate dalla pluripremiata compagnia Belgo-cilena Belova-Iacobelli in Tchaïka (5 e 6 dicembre) – liberamente ispirato al Gabbiano di Cechov – che racconta il tentativo eroico e decadente di un’attrice che dà l’addio alla scena di continuare a far volare il suo gabbiano fino alla fine; e dalla giovane compagnia italiana Teatro dei Gordi che con stralunate e umanissime maschere di cartapesta realizzano un’ironica ricognizione sul nostro ultimo tabù, in Sulla morte senza esagerare (14 e 15 novembre).
Entrambi gli spettacoli, per la loro delicata ironia e per l’universalità del linguaggio dei pupazzi, sono adatti ad un pubblico di adulti e di bambini. Ai bambini sarà dedicata anche la ripresa de L’Arcipelago dei Suoni realizzato in collaborazione con La Toscanini, concerti-spettacolo alla scoperta degli strumenti musicali.

La storia dell’arte di Parma, la poesia decadente e simbolista francese dei poeti maledetti e i maggiori miti dell’antichità saranno raccontate agli spettatori dalle voci di prestigiosi esperti e raffinati studiosi: lo storico dell’arte Carlo Arturo Quintavalle parlerà del Il Duomo di Parma, Benedetto Antelami e La via del pellegrino (15, 17 e 24 settembre), il poeta Valerio Magrelli racconterà Baudelaire e Mallarmé, Verlaine e Rimbaud (22 e 23 settembre), mentre i miti di Edipo, Elena, Oreste, Alcesti saranno sviscerati dal filologo Maurizio Bettini e le principali scene dei testi di riferimento vivranno con le letture ad opera degli Attori dell’Ensemble di Teatro Due, (4, 5, 24 e 25 novembre).

Il regista Mark Sieczkarek ha realizzato una vera e propria coreografia cinematografica nel film Malou and Dominique: i due danzatori francesi Malou Airaudo e Dominique Mercy, che hanno ballato i ruoli principali di molti pezzi di Pina Bausch, sono due pilastri fondamentali del Tanztheater Wuppertal fin dalla sua nascita (22 ottobre).

Proseguirà anche la rassegna di appuntamenti con Il Teatro dei Divi, organizzata in collaborazione con Rai Teche e Fondazione Monteparma, riprendendo il settimanale ciclo di proiezioni dei più memorabili spettacoli teatrali degli anni ’50 e ’60 selezionati dall’Archivio Rai.

Riprende in autunno l’attività di formazione rivolta ai professionisti con l’edizione 2020/2021 del Corso di Alta Formazione Casa degli Artisti finanziato dalla Regione Emilia Romagna e dal Fondo Sociale Europeo.

Nell’ambito di Parma Capitale della Cultura 2020+21 in collaborazione con Reggio Parma Festival, sarà inaugurata il 26 settembre a Palazzo del Governatore la Mostra Fotografica di Luca Stoppini che ha coinvolto – in uno straordinario viaggio antropologico con la partecipazione di oltre 100 persone – il Teatro, gli Attori dell’Ensemble di Teatro Due e abitanti della Città meno visibili. Così l’Orto botanico, la Galleria Nazionale, il Liceo Toschi, ma anche la Stazione ferroviaria, chiese, bar, librerie e altri luoghi di Parma sono stati teatro di un curioso incontro fra gli artisti e i loro “abitanti” abituali, invitati poi ad essere immortalati negli spazi della Fondazione di Viale Basetti.

Programma: ES_SCHEDE

Tutti gli appuntamenti sono organizzati nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza e distanziamento per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19.

 

Per informazioni e biglietteria: tel. 0521/230242, [email protected]

 

www.teatrodue.org

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*