La Direzione Generale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha rinnovato all’Università di Parma per altri tre anni la concessione di scavo e ricerche nell’area archeologica della villa di Teoderico a Galeata.
Il Rettore Paolo Andrei è il concessionario dello scavo, incardinato nell’Unità di Antichistica del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociale e delle Imprese Culturali, mentre la missione archeologica è diretta da Alessia Morigi, docente di Archeologia classica, che ha la responsabilità scientifica del progetto assieme a Riccardo Villicich, docente di Metodologia della ricerca archeologica.
Le attività, organizzate con il sostegno del Comune di Galeata in coordinamento con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio romagnola nelle persone del Funzionario archeologo Romina Pirraglia e del Soprintendente Giorgio Cozzolino, vedono una larga partecipazione degli studenti dei corsi di archeologia, ai quali garantiscono la necessaria esperienza sul campo, propedeutica ad eventuali esperienze interdisciplinari tra scienze archeologiche e cosiddette scienze dure in termini di rilievo e fotogrammetria digitale, geoarcheologia, spettroscopia applicata ai materiali archeologici, dendrocronologia, realtà aumentata, GIS.
La Villa di Teoderico, residenza di caccia dell’imperatore sull’Appennino romagnolo, rientra in un’area archeologica che vede la straordinaria presenza, in sequenza, di una villa romana repubblicana, di una villa di età augustea e poi imperiale e della villa del re Teoderico, che sta restituendo i bellissimi mosaici policromi e in foglia d’oro attribuibili alle medesime maestranze responsabili dei famosi mosaici di Ravenna.
La concessione ministeriale, accordata per il massimo numero di anni previsto dalla normativa vigente, premia il lavoro della missione archeologica parmigiana, che lavora a Galeata dal 2015 dividendosi tra lo scavo stratigrafico della villa di Teoderico, le ricerche nella vicina città romana di Mevaniola e l’allestimento museale del Museo archeologico.
Il team raccoglie varie competenze dell’Università di Parma e di altre sedi universitarie, con ampia rappresentanza di archeologi, geologi, fisici, ceramologi, cartografi, variamente impegnati nell’applicazione delle nuove tecnologie all’area archeologica.
Gli esiti delle ricerche sono stati pubblicati in varie sedi nazionali ed estere. Alla missione archeologica sarà dedicata la sessione galeatese del LXXI Convegno di Studi Romagnoli, organizzato per il prossimo ottobre 2020 dalla Società di Studi Romagnoli in collaborazione con Università di Parma e Comuni di Galeata e S. Sofia e nell’ambito della Convenzione quadro tra Università di Parma e Comune di Galeata nell’ambito del Programma Facciamo Conoscenza: L’Università di Parma per Parma Capitale della Cultura 2020.
La missione archeologica rientra tra le attività del Programma S.F.E.R.A. Spazi e Forme dell’Emilia Romagna Antica diretto da Alessia Morigi, nel quale la scala di ricerca si dilata dalla singola unità insediativa indagata dallo scavo (Progetto Villa di Teoderico, insieme a Riccardo Villicich e con il contributo di Elia Rinaldi, Marco Gregori, Luciana Saviane), all’archeologia urbana con esperienze di cartografia digitale sulla forma e urbanistica degli insediamenti (Progetti Parma CittAumentata, Regium Lepidi, Luceria, Bononia, Forum Popili, Pons Lapidis-Ponte romano, insieme a Simone Bergamini, Filippo Fontana, Francesco Garbasi), fino all’archeologia del paesaggio grazie a survey, geoarcheologia, GIS, virtual archaeology (Progetto Inter Amnes, insieme a Filippo Fontana, Francesco Garbasi, Mariarosa Lommi).