Home » Cultura&Spettacoli » Parma2020+21: ora è il tempo della cultura come cura-Roberti:”è il momento di prendersi cura di chi la cultura la fa”

Parma2020+21: ora è il tempo della cultura come cura-Roberti:”è il momento di prendersi cura di chi la cultura la fa”


di Titti Duimio

Si è tenuta il 26 maggio la seduta della Commissione consiliare Cultura per fare il punto della situazione determinata dall’epidemia di Covid-19 sulla programmazione degli eventi culturali previsti nel 2020 e definire le modalità di ripresa del calendario esteso anche al 2021.

Sarà una riapertura lenta e graduale degli appuntamenti previsti con ingressi contingentati come da norme vigenti, replica e diffusione degli stessi per permettere a più gente di partecipare, lancio il 21 giugno di un nuovo portale dedicato e nuova app per prenotare, per mettersi in fila e monitorare le esigenze del pubblico.

Queste le principali novità di Parma 2020+21 presentate nel corso della seduta consiliare dall’assessore Michele Guerra e da Francesca Velani coordinatrice del progetto.

A settembre partirà la grande mostra nella Crociera dell’Ospedale Vecchio dal titolo  ‘Hospitale’, una grande installazione temporanea scaturita dall’immaginifico di Studio Azzurro che ripercorre la storia dell’Ospedale Vecchio e delle relazioni tra cura e cultura che alla luce dei fatti sembra più attuale che mai.

Diversi spazi pronti a riaprire il loro racconto fuori dai fasti inaugurali con offerte culturali ‘in pillole’ dedicate a piccoli gruppi di interessati, altri spazi saranno inseriti nel percorso per replicare e amplificare ogni evento in linea con il motto ‘raccoglimento&moltiplicazione’ annunciato in varie interviste e ribadito in commissione dall’assessore Guerra.

“Più che riprendere il filo del discorso sarebbe opportuno ripensarlo-dice Roberta Roberti consigliera d’opposizione ed esperta di temi culturali-Apprezzo il discorso di Guerra sulla nuova linea generale dettata dall’emergenza che mette la cultura al centro del benessere e la vede come ‘cura’ indispensabile, quasi un nutrimento necessario per la vita collettiva, ottima anche l’intenzione di coinvolgere le scuole e diffondere gli eventi nei quartieri per un progetto più capillare del precedente, ma mi chiedo se i produttori di questa cultura non siano anch’essi da tutelare e valorizzare nel percorso di sostegno sociale in atto post pandemia.

Avere l’opportunità di rimodulare le proposte alla luce di un nuovo corso storico invece di riprendere esattamente da dove ci siamo fermati, darebbe un segnale di consapevolezza del cambiamento epocale che ci ha travolti- prosegue la Roberti- Il marketing culturale ha una differenza rispetto a quello di tutti gli altri prodotti, e cioè non deve seguire i gusti del pubblico ma creare un valore aggiunto, un accrescimento personale e collettivo nella fruizione della proposta. La cultura è innovazione e non  continuità, è strappo e deve stupire non rassicurare con prodotti e formule ripetitive: non possiamo girare pagina facendo finta che non sia successo niente senza un minimo di riflessione critica sullo stravolgimento delle nostre abitudini.

C’è un prima e un dopo emergenza che va affrontato con decisioni politiche coraggiose e innovative-sottolinea ancora la consigliera- Per questo credo che manifestazioni come ‘La cena dei Mille’ o la ‘Mille Miglia’ raccontino un mondo sfavillante e spensierato locale che non c’è più e debbano essere cancellate a favore di altre iniziative con un occhio di riguardo ai nuovi racconti di future realtà che ancora non si conoscono, ma che si possono ipotizzare con la capacità visionaria che solo l’arte e cultura riescono ad avere.

E Parma come Capitale della Cultura anche per il 2021 ha l’obbligo e il dovere di lanciare questo nuovo messaggio e diventare laboratorio ed esempio di nuove strade per rappresentare e proporre una nuova identità culturale.

Il primo segnale sarebbe quello di prendersi davvero cura di tutto il settore che la cultura la produce, abbandonando il volontariato e riconoscendo i meriti dei tanti professionisti in campo. Ma il miglior auspicio per la Capitale Italiana della Cultura sarebbe nell’immediato restituire alla città il Teatro delle Briciole con la sua storica direzione artistica. Al momento, invece, non se ne è ancora definito il futuro proprio in una fase delicata come questa in cui sarebbe un presidio culturale indispensabile, sia nel periodo estivo che per la ripresa delle scuole a settembre. Il Comune ha il dovere di farsene carico e accelerare l’iter per la risoluzione del problema con un gesto politico ben oltre a tutti gli sforzi legali e amministrativi dei professionisti che ruotano attorno alla questione ormai da un anno.

C’è un tema che lega entrambe le questioni culturali, Teatro delle Briciole e gestione Parma2020+21, ed è quello economico: i cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici e l’amministrazione ha il dovere in questo preciso momento storico di individuare nuovi dialoghi per rappresentare la realtà locale e forse anche nazionale alla luce del nuovo corso.

La grande sfida, dunque, sarebbe proprio quella di cambiare linguaggio in una visione raccolta e più intima per tentare di diventare la Capitale della Nuova Cultura, una sfida difficile, certo, ma avere davanti un foglio bianco per inventarsi modelli differenti sarebbe per Parma anche un’enorme opportunità fuori da vecchi schemi. Trovare o perlomeno tentare di trovare la fatidica e raramente azzeccata formula di equilibrio tra eventi-spettacolo e proposte elitarie ed intellettualistiche in un momento di reset totale come questo sarebbe una vera opportunità di successo entusiasmante per la nostra città, che si trova nella già eccezionale posizione di essere Capitale della Cultura Italiana per ben due anni e può fare la differenza solo con un corale gesto politico”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*